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Bibliothèque incendiée

 

L'Europa letteraria,

Giornale enciclopedico, tomo I, parte prima, Primo settembre 1769,
in Venezia, nella stamperia Palese, 1769, p. 95-98.

 

            La relazione del fatale incendio di buona parte del convento de' PP. serviti interessa la Repubblica letteraria, poiché vi restò affatto consunta una preziosa biblioteca, la quale raccolta dal fu P. maestro Rossini e sommamente accresciuta poi dal reverendissimo padre Bergantini serviva di ornamento non solo a quel monastero medesimo, ma anche alla Serenissima Dominante. Conteneva essa una copiosa miscellanea di opuscoli mss., molti libri chinesi che appartennero già al padre Viani, fu segretario di monsignor Mezzabarba in occasione della di lui apostolica delegazione nella China, copia grande di preziosi mss., ed in particolare parecchi che appartenevano all'immortale F. Paolo Sarpi teologo e consultore della Serenissima e gloriosa nostra Repubblica. I principali fra questi erano, prima un opuscolo autografo sopra L'arte di ben pensare, in cui molte idee di Locke si vedevano benissimo prevenute da questo grande ingegno. Ne abbiamo di esso un'analisi ragionata nell'Istoria della letteratura veneziana di Marco Foscarini, principe benemerito e memorabile, come pure nelle Memorie aneddote intorno agli studi del Sarpi, scritte e pubblicate dal noto sig. Francesco Grisellini. Vi era, in secondo luogo, un volume scritto di pugno dell'Autore contenente ottocento e più Pensieri fisico-matematici, come pure un Trattato sopra la Calamita che comprendeva moltissime sperienze fatte intorno l'attrazione del detto Foffile con una ben ragionata notizia de' fenomeni ch'esso ne offre; trattato stimatissimo e forse veduto dal celebre Giambattista Porta, filosofo napollitano, giacché nella sua Magia universale, nel libro ove raccoglie le sperienze magnetiche, fa menzione di F. Paolo come di quello che sorpassava quanti altri filosofi erano stati, che avevano trattato di sifatto argomento. In fatti venivano in esso confutate molte delle opinioni esposte dal Giberto nel suo trattato De Magnete, nel tempo stesso che n'era addottato la declinazione e l'inclinazione dell'ago calamitato.
     Esistevano inoltre due libretti pieni di ricordi e di annotazioni sopra ogni genere di erudizione, non che l'apparecchio alla confutazione dello Squitinio della libertà di Venezia, opera, per quanto si crede, uscita dalla penna del marchese Della Cueva, ambasciatore di Spagna, che è memorabile per il suo mal animo manifestatosi nel 1618.
     Aveva luogo fra i detti mss. una serie di Ricordi per la regolazione della vita civile, scritti di pugno di F. Fulgenzio Micanzio ma ch'erano parto di F. Paolo medesimo.
     In un volume in-4 si leggevano raccolti una quantità di Pensieri distaccati, parte filosofici, parte matematici, parte di astronomia, di analisi etc… in cui il nostro autore era excellente tanto che il gran Galileo, in una sua lettera diretta a F. Fulgenzio, lo chiamava col nome di padre e di maestro. Degna di osservazione fra queste schede ve n'era una in cui vedevasi delineata una selenografia, onde appariva che F. Paolo aveva precedute le scoperte di Filanstedio intorno le macchie lunari. Esistevano pure parecchie altre carte di osservazioni sulle macchie del sole, e così la soluzione di molti problemi spettanti alla scienza del Moro e a qualche altra parte della filosofia più sublime.
     Nè è deplorabile soltanto la perdita degli accennati mss. ma ci duole ancora quella di molti altri autografi di maggior importanza, come una Cronologia, non poche emendazioni sul libro di Scaligero De subtilitate temporum e varie opere di autori celebri da F. Paolo postillate ed illustrate con note manoscritte. Tali erano la Parenesi del card. Baronio, scritta contro la Repubblica in tempo dell'Interdetto del 1605; tutti i Trattati analitici di Francesco Vieta; il Trattato dell'ottica di Vitaliano; l'opera De ostiolis sanguinis di Fabrizio d'Acquapendente; la Storia d'Italia  del Sigonio; i canoni del concilio di Trento della prima edizione e il Trattato dell'Anderson contenente la soluzione del problema apolloniano ove, dopo una lettera ms. dell'autore a F. Paolo con cui veniva al medesimo e al suo giudizio sottomesso il libro, vi era una discussione ms. in cui il nostro filosofo dimostrava che l'autore scozzese avea commessi non pochi paralogismi nella soluzione stessa da lui recata, siccome anche in quello della Trisezione dell'angolo. Non ci vengono alla memoria le varie altre opere da F. Paolo commentate ed illustrate, nobilissimi monumenti, che esso quanto era stato gran canonista e politico, famoso storico e giurisconsulto, altrettanto grande e celebre era pure negli studj della filosofia e delle scienze più utili all'umanità.
     A questo breve detaglio aggiungeremo che nell'incenerita biblioteca si trovavano non poche opere d'illustri letterati a F. Paolo indirizzate, come era il Polibio  di Isacco Casaubono, le opere del Rochelio, quella di Grozio intitolata Ordinum Hollandiæ ed altre molte di questo genere. Di tutte queste insigni opere pertanto che un fatal incendio ha rapito all'ammirazione ed alle ricerche de' letterati più celebri d'ogni nazione, che a quella biblioteca ricorrevano per visitarle e consultarle, altro più non resta che la memoria, serbataci dall'illustre principe autore della Storia della letteratura veneziana e quella delle nominate Memorie aneddote ove di tutte se ne danno particolari saggi ed analisi.