1609-09-10.A Foscarini
Non posso credere che il duca di Savoia non faccia risolutione così spedita che per quest'anno si scuopra. Il suo gioco sta in tener il re di Francia e il re di Spagna in speranza e gelosia e fare il fatto proprio con ambidue4. Vostra Eccellenza intenderà l'attione del re di Francia come quei del senato l'habbino sentita. Io mi credeva che fosse un concerto di *Brèves e di Sciampignì5 ma sono certificatissimo che viene da esso re di Francia, il quale è appassionatissimo in questo particolare. Non posso credere che egli habbia altro fine che di compiacere al re di Spagna e farselo amico a spese altrui, pur vi può essere sotto qualche maggior malitia.
In questo particolare farà bisogno che il conte Foscarino cadi con certezza che il re di Francia le confermerà l'istesse cose, anzi le amplificherà, e però stij più tosto su 'l rispondere, dicendo che ogni disgratiato può scrivere quello che li piace e molto ci sarebbe che fare, se si volesse attendere a tutte le speranze delli matti, quanti da Roma scrivono le sue speranze che Inghilterra debbia farsi cattolica, e per un solo si farà tanti schiamazzi con intacco dell'honor di tanti re. Forse che le cose dette dal nuncio in Francia6 mirano all'istesso. Si vede un gran conspiratione di persone che mirano a questo scopo d'interessare Venetia con Roma, che vuol far la aiola. Concludo che i Francesi sono insopportabili, doppi, pieni di arte, avantaggiosi, incivili e, se vi è altro effetto cattivo, non sono senza quello.
Mi scrive un amico di costì —al quale credo— che Sciampignì interpreta in sinistro tutte le attioni di quei del senato e le rappresenta disguisate e storte quanto più può, e che la malignità sua eccede tutti li termini. Ma da Geneva mi vien scritte queste parole portate in nostra lingua : appo il re di Francia siamo imputati di tutti li movimenti di Venetia e la passione, ripercossa dall'immobil rocca del re di Francia, può tanto che ce ne ridonda gravissimi danni, e non so se longamente tollerabili nella piccolezza d'errore publico. Ho riputato necessario che Vostra Eccelllenza habbia questi due avvisi, acciò faccia qualche buono officio per la nostra accademia. Il che sta in far conoscere, con opportunità, la mala natura delli sudetti *Alincourt7 e Sciampignì, e li fini loro di far mercantia delle cose altrui, e guadagnar con gli altrui travagli.
Ho visitato la signora moglie del signor cancelliere grande, e non posso esplicare a Vostra Eccellenza quanto l'ho ritrovata contenta e sodisfatta, e quanto la benedice, e si loda della sua prudenza e destrezza, della quale l'istesso signor cancelliere mi ha fatto encomij8. Ho speranza che ella porterà questo rimanente di tempo al fine con la stessa maturità, con la quale ha medicato tutto il passato, ed io confido che sicome sino al presente la sua ambasciaria è commendata anco dagli incivili, così sarà più all'avvenire. Le affermo senza hiperbole che le sue lettere sono ammirate e li maligni, quando vogliono detrahere, non sanno dire altro, se non che saperebbe fare l'istesso ognuno che volesse rovinarsi co 'l spendere; se mo' questo sij con aggiungere o sminuire la lode, lo lascio al giudicio suo.
E qui faccio fine.
Di Venetia, li 10 di settembre 1609