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1610-07-20.A Castrino

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Molto illustre signor colendissimo

Il corrriero venuto questa settimana non ha portato le lettere dell'illustrissimo signor ambasciatore onde io sono senza quelle di Vostra Signoria; non ho però voluto restare di scriverli queste quattro parole per non mancar del costume usato.
Se bene io credo che ella haverà inteso da Roma, non voglio però restar di dirli che la dominica a 4 del presente fu prononciata sententia di morte contro fra Fulgentio cordelier4, il quale per haver predicato in Venetia nel tempo dell'Interdetto contro li abusi della corte romana era in desgratia del pontifice, per racquistar la quale andò a Roma nell'agosto del 1608 con amplissimo salvocondotto et vi restò, come pareva, honorato fino alli 5 febraro prossimo quando fu impregionato. Le colpe oppostegli sono diverse, tutte però di parole; le principali sono: che san Pietro non fu capo de gl'apostoli, né il papa capo della Chiesa; che il papa non può far vescovi; che nella Chiesa romana vi sono molte heresie. Li è anco opposto che tenesse commercio di lettere con protestanti di Germania et altri di Inghilterra. Se il fine suo sij stato con pentimento et mutatione di opinione, o con perseverentia in queste, si parla tanto variamente che per ancora non vi è certezza ma a' 5 egli fu impiccato et abbruciato. Non manca chi crede che le oppositioni non siano vere ma finte; il che sij come si voglia l'attione è delle solite alla corte romana.
Noi habbiamo gran nuove delle cose di Germania le quali non si può scorgere se sijno per terminare tranquillamente o risolversi in una tempesta che passi anco di la altrove. Ma in Italia il duca di Turrino è più che mai in pensiero di guerra. Dimanda alla Republica intelligenza et lega. Qui sono suspesi: conoscono l'huomo leggiero et avantaggioso et anco precipitoso. È fatta resposta che si sostenterà la libertà d'Italia et a lui assisterà in difesa. Da Milano li hanno domandato li Vertemberguai che sono in Savoia, ha negato darli. Dimanda la figlia di Spagna per suo figlio et un catalogo di Stati. Finalmente questo cervello metterà in pericolo sè et ogni cosa et nessuno lo tenerà se haverà aggiuto di Francia5. Il papa si è gravemente querelato per l'aggiuto di Francia mandato in Germania; è cosa certa che mai li respetti suoi et di Francia sarano compatibili.
Io non sarò più molesto a Vostra Signoria solo la pregherò se alcuno delli miei signori di costì mi ha scritto per questo corriero, li faccia consapevoli che le lettere non sono ancora gionte. Venirà in un altro piego una lettera di quel signor che è in Padoa6. Per fine bascio la mano a Vostra Signoria, al signor dell'Isle et al signor *Leschassier. Fra Paulo
Di Venetia, li 20 luglio 1610

Di Vostra Signoria molto illustre

Affettuosissimo servitore
Pietro Moreli

 

 

 

1. Les éléments déchiffrés sont en gras.
2. La BnF conserve une copie de cette lettre : ms Italien 2061, f. 92r-94r.
3. Pas d'adresse car le pli est incomplet.
4. Voir Notices biographiques : Fulgenzio *Manfredi. Pierre de L'Estoile : La nouvelle venue à Paris en ce temps de l'exécution faite en ce mois à Romme du père Fulgence, cordelier, pour avoir escrit contre le pape en la cause des Vénitiens, descrie plus sa sainteté, à l'endroit des catholiques mesme, qu'il ne la recommande ; pour ce que ce bon père aiant esté attiré à Romme finement, sous espérence de belles promesses et de son pardon de la part du pape, aussitost qu'il y fust arrivé, on lui donna pour sa grâce le feu et la corde, dont on disoit communément : Du pape la miséricorde : le feu, le fer et la corde (Mémoires-journaux, Paris, Didier, 1857, p. 628).
5. Voir Notices historiques : les affaires du duc de •Savoie.
6. Sarpi fait allusion à un gentilhomme anglais, ami de Groslot et de Castrino; voir lettre 1610-07-06 à Castrino.


Type scripteur
  • Copie

Scripteur
  • Marco Fanzano

Chiffrement
  • partiellement chiffrée1

Signature
  • Pietro Moreli

Lieu
  • Venise

Source
  • BnF, Dupuy 111, f. 40r-v2.

Editions précédentes
  • M. Busnelli, 1931, II, lettre XL, p. 94-95,

  • M. Busnelli, 1986, lettre XXVII, p. 144-145.