1610-10-26.A Groslot
Molto illustre signor colendissimo
Io resto pieno di maraveglia che Vostra Signoria, inanzi il giorno di 29 settembre, quando è scritta la sua, ricevuta da me ultimamente, non habbia havuto le mie delli 1 et 14 dello stesso mese. Però resto ancora in speranza che li capiteranno. Per lo passato, risposi alla seguente di Vostra Signoria scritta a dì 15, la qual veramente fa un singolar ritratto di Francia, li cui affari mostrano esser inviati per sentier non troppo buono, anzi assai pericoloso. Ci vedo due gran balze: una è l'ambitione della regina, l'altra la troppo celebre essaltatione di Conchino et ancora una gran fossa, l'arte de' giesuiti. Sarà grazia di Dio estraordinaria, se tante difficultà saranno superate. Ma per quello che Vostra Signoria mi scrive delli padri giesuiti, tenga per fermo che padre [Paulo]4 farebbe tutto quello che sapesse essere in loro servitio. Egli ha osservato qualche belle parti del loro governo, le quali sono tutte esplicate nella lettera. Egli mi dice non saper qual cosa di più potesse scrivere costì, ma rendisi certa, Vostra Signoria, che se gli sarà domandato cosa che habbia o sappia, non resterà di communicar tutto intieramente. Et io acerto Vostra Signoria che lo farà non solo con prontezza, ma anco con suo gran piacere.
Bisogna ben tener per certo che le cose seguiranno secondo la piega che prenderanno in questi tempi. Già habbiamo saputo qui l'intiero et il chiaro di quello che è passato a Giuliers5. La virtù del conte Mauritio ha fatto vani molti disegni, non solo di Spagna, ma di Francia et è ben chiaro, considerate le qualità del capitano. Adesso il verno farà fermar le armi ma Dio voglia che la primavera resti simile in Italia. Siamo quasi certi di non dover haver guerra, se ben le medesime armi, già scritte, sono tuttavia in essere. Ma ben li speculativi temono che si siano trattenute sin'hora per mandarne qualche parte in Germania a nuovo tempo; quantunque vi siano anco di quelli che attribuiscono a qualche diffetto del presente governo spagnolo, affirmando che quelle poche cose le quali passano bene, succedono in virtù del governo di Filippo II: cosa che, se da Vostra Signoria sarà riguardata con qualche attentione, forse sarà trovata vera, per il che non debbe tanto temere dal duca di Feria.
Ma io non ho potuto intendere il passo della sua lettera, che sia stata fatta lega tra Francia et la Gran Bretagna, offensiva et defensiva: essendo questi termini relativi, et referendosi defensiva a sé et offensiva ad altrui, senza nominar il quale, non si può manco usar il termine.
Li fratelli di Austria hanno composto le loro differenze con sole parole, havendo offerto Mathias di domandar perdono all'imperatore et dato commissione a Massimiliano fratello et agli altri arciduchi di farlo, et havendo l'imperatore ricevuto questo per sodisfattione, senza haver permesso che si essequisca. Hanno ancora li arciduchi stracciata la scrittura che fecero, già due anni, contro la sua maestà, in sua presenza. Questa unione potrà forse fortificar la lega di Magonza6 et massime aggiutata dal duca di Sassonia7, né si vede che resistentia possa havere, attesa la debolezza che sarà nella lega di Hala8, causata per la morte dell'elettor palatino9, la quale non solo ha levato il principale appoggio, ma seminata anco qualche discordia in quella casa per la tutela del figlio. Io però tante volte ho osservato esser tornate in bene le cose stimate disperate, et in male quelle che mostravano apparenza d'ogni buon successo, che voglio aspettar l'evento et non pronosticar alcuna cosa.
Io vivo assai contento, non perché vegga le cose andar come desidererei, ma perché per la sudetta causa, lascio scorrer le cose, con solo desiderio che tutto sia a gloria di Dio, il qual anco prego che doni a Vostra Signoria ogni contento d'animo et ogni vero bene; et per fine di questa, li bascio la mano.
Di Venetia, li 26 ottobre 1610