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1610-11-26.A Hotman J

Molto illustre signor colendissimo
Doppoi che io hebbi da Vostra Signoria aviso che il colloquio di Colonia era dissoluto et che ella era incerta del luoco dove fermarsi, io non le ho più scritto, per dubio che le lettere, col andar girando, capitassero male. Hora, havendo per la sua delli 6 inteso la risolutione di dimorare qualche giorni in Duseldorf debbi primieramente ringratiarla così della prima sua sopranominata, come di questa ultima, ricevute da me con augumento di obligo, per la gratia che mi fa, tenendo meco communicatione.
Era qui concetto generale ch'il colloquio di Colonia fosse dissoluto per le troppe alte dimande di Sassonia1, non però era pervenuto alle mie orecchie l'honestà delle propositioni fatte da cotesti principi, le quali forse non sono state accettate per la speranza di qualche aiutto che li Sassoni si promettino d'altrove, il che però si può credere doversi effettuare o nò, secondo che piglierano piega le cose d'Italia, del successo de quali siamo più che mai incerti. Questo è di vero et manifesto, che l'istesso numero di genti resta ancora in Milano et che il contestabile di Castiglia2, qual viene a quel governo, conduce seco 2 000 Spagnoli, né il duca di Savoia dorme ma attende ad'ordinare la sua gente et nuovamente ha cavato 4 000 fanti et 200 cavalli di Francia, che sono nelli orli del Piemonte.
E' arrivato in Spagna il principe Filiberto suo figlio et dicesi che dal duca di Lerma3 li sia stato fatto intendere non far bisogno di trattar col re delle cose d'Italia, havendo quella maestà dato perfetta instruttione al contestabile di tutto quello che occorre. La commune opinione d'Italia è che li Spagnoli faranno ogni cosa possibile per non far guerra, et il duca per farne.
La concordia tra le due leghe di Germania è piacciuta molto alli Italiani, per la quiete di quel regno, ma al papa più d'ogn'altro per esser liberato dalle molestie dategli spesse volte con dimandargli denari. La corte romana in questi giorni è stata tutta occupata nella santificatione di San Carlo Borromeo4, in che la spesa non è stata meno di 60 000 scudi, et è passata con molta festa et tirri d'artiglieria, così in Roma come in Milano.
Io ho trattenuto Vostra Signoria con queste cose di poco momento, non havendone di più rilevanti. Resta ch'io la preghi di servarmi l'istessso luoco nella sua gratia et con tal fine le bascio le mani.
Di Venetia li 26 novembre 1610
Di Vostra Signoria molto illustre

Affettionatissimo servitore
f. Paulo da Venetia

 

 

1. Voir Notices biographiques : Christian II *Wettin.
2. Voir Notices biographiques : *Connétable de Castille.
3. Voir Notices biographiques : Francisco *Gomez de Sandoval y Rojas.
4. La canonisation de Charles Borromée a eu lieu le 1er novembre 1610, vingt-six après sa mort, le 3 novembre 1584. La cérémonie romaine dans la basilique Saint-Pierre a été organisée par son neveu Frédéric Borromée qui a fait peindre une série de toiles illustrant la vie du saint, par Giovanni Battista Crespi. Si la pompe de cet événement peut le laisser sceptique, Sarpi a certainement été impressionné puisqu'il a connu Carlo Borromeo en 1574.

Type scripteur
  • Copie

Scripteur
Chiffrement
  • non chiffrée

Signature
  • f. Paulo di Vinetia

Lieu
  • Venise

Source
  • BnF, Dupuy 663, f. 189v-190r.

Editions précédentes
  • Inédit