1609-04-14.A Hotman J
Molto illustre signor colendissimo
Se bene non ho havuto gratia di conoscere di facia Vostra Signoria et godere la conversatione sua, come haverei sommamente desiderato, havendone cognitione per la fama paterna1 et per alcune scritture che nel tempo delle turbe di Francia vennero qui et portavano il suo nome, non nel frontispicio del libro, ma nella relatione degl'huomini, l'ho però da quel tempo sempre riverita et ammirata. Ricevei in molto favore la raccolta sua2 che mi portò già molti mesi il signor Giovanni Francesco *Biondi, la qual mi conferma nella stima ch'io haveva della desterità et sodezza dell'ingegno di Vostra Signoria. Ogni huomo pio doverebbe assiduamente travagliare nell'istesso soggietto. Habbiamo tutto il mondo conturbato per non essere creduta questa verità che la lege della carità è superiore a tutte le altre, et ogn'uno si arma di zelo, volendo però che secondi le passioni proprie. Ma nessuna cosa si effettua per forze humane, salvo che nel tempo del beneplacito divino; li tentativi maturati dalle occasioni soli possano portar frutto.
Il signor baron di Dona3, lo spaccio passato, mi mandò il libretto Tradition et c4 che mi parve fatica da stimar molto, et tende all'istesso scopo. Sino al presente non ho trovato tempo di gustarlo ben, solo ho concetto, della lettione delli argomenti de' capi et di qualche luoco particolare, una idea confusa et comune.
Noi qui habbiamo molta opportunità di certificarsi della verità delle cose narrate, havendo huomini di tutte quelle nationi. Infelice il nostro secolo, quale in vece di amplificar la gratia divina, la ristringe quanto può, si ché si può aspettare di vederla ristreatta presto tra i soli giesuiti. Questo sarà però nella sola opinione, che in realtà penetrerà dovunque piacerà alla Maestà divina.
Ringratio affettuosamente Vostra Signoria dell'essemplare mandatomi, il quale se bene è secondo, è desiderato perché mi darà facoltà di comunicar il primo agl' amici.
Ho ricevuto ancora con piacere li avisi che mi manda, se bene ho sentito disgusto dell'impedimento posto al libro del signor Bochel5, del quale havendo io honoratissimo concetto, al presente lo stimo molto più; certo che tal' oppositioni non si fanno salvo che alli buoni libri. M'era pervenuto a notitia l'incontro cattivo occorso al signor abbate di S. Medardo6, ma in maniera che fosse stato un male effettuato, non un pericolo. Vostra Signoria m'ha alleviato il dolore havendomelo rappresentato per pericolo et difficoltà solamente, onde resto con speranza che piacerà a Dio liberarlo.
Prego Vostra Signoria fare le mie humili raccomandationi al sudetto signore accertandolo che vivo con desiderio di continuare la servitù verso lui, la prego parimente di basiar la mano al signor *Castrino, al quale tengo molti oblighi, in particolare questo che per suo mezzo habbia ricevuto gratia di comunicar per lettere con Vostra Signoria. Vorrei però non esserli servitor inutile, né so vedere, considerando il poco valor mio, in che sij per poter servirla. Starò attento per incontrare occasione di far il mio debito et pregare Dio che mi doni potere di compirne qualche parte, con che fine le bascio riverentemente la mano.
Di Vinetia il 14 aprile 1609
Di Vostra Signoria molto illustre
Affettionatissimo et devotissimo servitore
f. Paulo di Vinetia