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1609-06-08.A Groslot

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Molto illustre signor colendissimo
Ricevei et risposi a quella di Vostra Signoria quando mandò il discorso delle cifre et ne la ringraziai. Quelle del 17 marzo è necessario che sijno perdute; hora ho ricevuto quelle de' 13 maggio.
Quanto tocca al ducato di Clèves4, reputo che dalli Spagnoli non nascerà causa di turbe armate; sono risoluti per hora alla pace, per quanto starà a loro. Con le arti et trattati, giudico non resteranno di metter diffidenze et dissentioni tra li pretendenti. In Italia, per quello che appare sin'hora, vogliono parimente quiete et il poco gusto che passa tra il pontefice et la Republica non è di tanta forza che possi causar moto.
La rota, innanzi Pasqua, propose la causa dell'abbacia5, agitata in apparenza tra la congregatione dei monachi calmadulensi e la dataria papale ma, in realtà, senza intervento di essa congregatione, la qual intimidita havrebbe per gran ventura che il papa si volesse placare ricevendo quella abbacia et qualch'altra cosa appresso. Però la rota sino al presente non ha dato fuori la decisione fatta; siamo ancora nel principio (si può dire) della controversia. Io non posso preveder quello che sarà: certa cosa è bene che il papa non vorrà che si scrivi in questa causa et questa forse è la raggione perché la decisione della rota non si dà fuori. Io non son per dir parola, salvo quando fossi comandato.
Quanto alle conspirationi contro di me, non ne mancano ma io facio ogni cosa acciò vadino in silentio, con questa opinione che il così fare non solo sij il mio debito particolare, ma ancora servi a molti buoni fini che chi vede le cose da lontano non possono scorgere come io le vego qui. Vostra Signoria tenga per sicuro che se ella fosse qui sarebbe dell'istesso parere che son io.
Intendo che sarà presto da lei il signor *Bongars. Ella intenderà qualche particolarità delle cose dei Sviceri et di Germania. Se ci sarà alcuna cosa delli giesuiti di Friburgo o d'altro luoco che meriti esser saputa, la pregarò farmene parte. Il padre Fulgentio6 et il clarissimo *Molino la risalutano affettuosamente et io li bascio la mano [con il solito affetto, assicurandola che le sue lettere, quanto più sono spesse, maggiormente mi riescono grate, come ancora agli altri due amici qui sopracennati]7.
Di Vinezia, il dì 8 giugno 1609

 

 

1. Le nom et la signature du copiste, Jacques *Dupuy, apparaissent sur la page de titre du manuscrit.
2. Le manuscrit BnF Italien 258 contient une autre copie de cette lettre (f. 18r-v) parfaitement identique, à l'exception de la signature F. Paulo di Venetia. Il ne nous a pas été possible de préciser la provenance de ce manuscrit sur papier du XVIIe siècle qui n'est pas le travail d'un copiste professionnel. La BnF conserve une troisième copie [Italien 1440, p. 180-182] : De la bibliothèque de Mr le P. Bouhier, B44, MDCCXXI.
3. La copie ne comprend pas l'adresse.
4. Voir Notices historiques : la crise de Juliers-Clèves.
5. Voir Notices historiques : l'abbaye de la Vangadizza.
6. Voir Notices biographiques : Fulgenzio *Micanzio.
7. Passage absent des manuscrits Dupuy 766, Italien 258 et Italien 1440. Cette formule insolite et totalement singulière sous la plume de Paolo Sarpi laisse soupçonner ici un ajout de Gregorio Leti, imité ensuite par les éditeurs postérieurs.

Type scripteur
  • Copie

Scripteur
  • Jacques Dupuy1

Chiffrement
  • non chiffrée

Signature
  • non signée

Lieu
  • Venise

Source
  • BnF, Dupuy 766, f. 14r2

Editions précédentes
  • G. Leti, 1673, lettre XXVIII, p. 170-172,

  • G. Fontanini, 1803, lettre XXVIII, p. 270-271,

  • F-L. Polidori, 1863, I, lettre LXXV, p. 253-254,

  • M. Busnelli, 1931, I, lettre XXVII, p. 83-84.