1609-09-29.A Groslot
Molto illustre signor colendissimo
Le lettere di Vostra Signoria mi vengono sempre gratissime, come quelle che sono piene di ottimo zelo al ben comune del mondo; cosa rara in questi tempi, quando li giesuiti hanno messo l'ultima mano a stabilir una corruttione universale. Il male prima si tolerava; essi sono passati a scusarlo et finalmente hora ad approvarlo et lodarlo ancora. Ci porta gran disordine anco a noi, se ben siamo senza la loro presenza, sentiamo nondimeno la loro forza, ricevendo ogni quindici giorni una predica violenta fattaci secondo l'instruttione loro, che questo et questo bisogna fare col vicario di Dio, etc. Col progresso, questa continua pedanteria è necessario che divenga odiosa et sforzi ad elegere il maggior male, per la grande apparenza che questo tiene.
La causa dell'abbacia4 (poiché Vostra Signoria ne aspetta aviso da me) non ha potuto esser sostentata più lungamente a favore delli monachi, perché la congregatione per li suoi rispetti si è dichiarata di non haver né haver mai havuto ragione alcuna in quel monasterio et la Repubblica è stata ricercata che per quiete comune volesse desistere da diffender una causa ingiusta, etiandio a giuditio de gl'interessati. Questo è stato causa che il senato si sij contentato di lasciar da canto li rispetti che toccano quei monachi et attendere solo a quelli che risguardano il suo governo, li quali ricercano che un beneficio di così gran peso non fosse in mano d'un forestiero. Non ha però consentito il senato che si dicesse li monachi non haver alcuna ragione, acciò non paresse haver diffeso causa ingiusta, ma che, restando in piedi le ragioni loro, per questa volta solamente si venga alla provisione di comendar il monasterio al signor Matteo di *Priuli, con pensione al cardinal *Borghese di 5 mila ducati. Ecco il fine d'un negotio trattato assai travagliosamente; nessuna cosa è peggio quanto diffender la libertà di chi ama d'essere in servitù, et non senza ragione nella lege vecchia si forava l'orrecchio del servo volontario. Doppo accommodato questo negotio, se bene sono pochi giorni (perché non è finito totalmente se non la settimana passata) non si parla più di controversia alcuna: le cose stanno quietissime. Io credo che la corte romana pensa molto alli moti che sono in Stiria et Carinthia, dove veramente può ricevere maggior danno che da qual si voglia altro luoco, per la prossimità all'Italia et per il facil transito.
Le cose di Clèves5 sono talmente contropesate che (sì come penso) per necessità staranno quiete et haveremo una pace universale tra christani, acciò li padri giesuiti habbino maggior commodità di spedir le loro mercantie. Ma canonizando il beato Ignatio, s'approveranno le attioni sue, una sola diffesa di Pamplona a favore del re cattolico, adunque con buona ragione si spenderanno li 100 mila ducati ? Io confesso che non posso penetrar tanto oltre, ch'io vega star qui sotto alcun buon fine.
L'esser confirmato per tre altri anni il signor ambasciator6 qui, mostra che servì bene et veramente opera con diligenza et conscienza, serve bene quelli a favore de quali è confirmato.
Non ho cosa di nuovo d'avisar a Vostra Signoria. La risaluto a nome del signor Domenico *Molino et di padre Fulgentio7, et io le bascio la mano.
Di Vinetia, il 29 settembre 1609
Non ho ancora potuto truovare in Vinezia chi sij quel Vicenzo Zucconi8, a cui è inviata la lettera che Vostra Signoria mi manda; spero che se ci sarà, lo truovarò.