1609-11-10.A Castrino
Al molto illustre signor colendissimo, monsignor3
Molto illustre signor colendissimo
Per questo spazzo non ho recevuto lettere di Vostra Signoria; ascrivo la causa all'esser stato il signor ambasciatore fuori di Parigi; mi dispiace non haver inteso qualche nuova di monsignor dell'Isle. Però presupongo che ne sia bene, atteso che le male nuove sono pur troppo velloci. Il *Ciotti partirà dimani per Ferrara, farà il negotio di Vostra Signoria4, di che ella per il seguente spazzo ne haverrà contezza. Ho parlato con lui intorno alla stampa dell'Historia thuana5 egli intendeva il negotio in altra maniera perchè credeva che, con quel foglio ristampato, fosse levato tutto quel che offende la delicatezza delle orecchie romane: adesso ch'egli è ben informato, al suo ritorno da Ferrara, tentarà quel che potrà fare; e se non incontrarà difficoltà impossibile da superare, si disponerà all'opera.
Di nuovo non vi è se non troncatione di teste da Costantinopoli, havendo quel signore fatto trucidar tutti quei ribelli che, assicurati, erano andati a dimandarli perdono. Resta incerto se per ciò gl'altri saranno spaventati, overo resi più pertinacci.
Di Spagna continuano il trasportar Mori in Africa con qualche guadagno della camera poiché vale più quel che lasciano che li 10 scudi distribuiti a ciascuno. Noi che non sapiamo le cause del consiglio, giudicaremo dall'esito se sarà stato buono.
Io prego Vostra Signoria darmi qualche avviso di monsignor di Isle6 et in sua buona gratia mi raccomando.
Di Venetia, il di 10 novembre 1609
Di Vostra Signoria illustre
Affettuosissimo servitore
F.P.