1611-03-29.A Groslot
Molto illustre signor colendissimo
Questa è la seconda che scrivo a Vostra Signoria per via di Turino, per l'altra le diedi conto della ricevuta di tutte le sue, l'ultima de' quali fu delli 15 febraro. A presente accuso la ricevuta di quella del 1° instante, per la quale veggo la necessità che ha la Francia di fare qualche buona provisione contro li giesuiti et, senza dubio, sono incompatibili li interessi dell'una con l'altri. Io credo bene che li reformati vi penseranno et che di là nascerà qualche rimedio, altrimente veggo eccitata guerra civile.
Haverà Vostra Signoria ricevuto, insieme con la precedente mia, il decreto di Spagna contro il tomo undecimo4 di Baronio il quale, se bene prohibisce solo la parte che tocca la monarchia di Sicilia, nondimeno a me pare che sia una macchia a tutta l'opera et all'autore medesimo ancora, al quale vengono dati epitheti che toccano la coscientia et la realtà delle scritture. L'ufficio che Vostra Signoria ricorda, verso il signor *Casabuona, sarà fruttuoso et procurerò che sia fatto efficace da *Wotton, che fu ambasciator qui.
Credo che le gran preparationi che si fanno per la difesa di Genevra faranno sfumar tutti li disegni, se pur ve n'erano, perché quanto a me credo che più tosto fossero rivolti alla Brescia. Vostra Signoria tenga per certo che il duca di Savoia è inquieto et farà qualche gran male a Francia, overo a Spagna, overo a Italia, overo a sé stesso. Non fu buon conseglio che diede *Bullion di mandar il figlio in Spagna et dubito che la Francia farà sempre di questi errori.
In Italia non habbiamo alcuna cosa di nuovo, se non che di Spagna hanno levato 13 mila ducati de intrada al contestabile, che egli haveva in regno di Napoli; et è fama che si pensi di levarli anco il contestabilato, che importa d'entrata 11 mila: cosa che dà da pensar assai, essendo costume de' Spagnoli più tosto di esser prodighi nel donare che inclinati al contrario. Però queste cose danno poco da pensare, essendo certi che quel re vuole onninamente la pace in Italia.
Gl'occhi di tutti sono rivolti alle cose di Germania, le quali sono di tanto momento et così gran consequenza, che maggior non si potrebbe pensare. Sopra tutto, io resto pieno d'admiratione come essendo noto a ciascuno che li giesuiti sono stati autori et instigatori di tutto il mal occorso, siano nondimeno essenti dal participare et restino sicuri anco tra li protestanti, non cessando di continuar a far ardere il fuoco maggiormente. Piace così a Dio di acciecar il mondo che non vegga nella luce del sole.
L'Apologia di *Richeome5 è libro troppo grosso da venir col corriero. Non vorrei che Vostra Signoria prendesse questo incommodo, perché vederò di farlo capitare a Francfort, di dove mi venirà con li altri libri della fiera.
Ho veduto l'apologia che fa per li giesuiti l'arcidiacono di Rouen6, cosa molta artificiosa però che porge materia da dire come assai. Se la Sorbona dasse fuori quel decreto che fecero il 1° di febraro, io haverei per singolar favore di riceverne una copia, ma se non lo danno fuori, non è cosa da curar molto.
Una cosa mi si rende dubbia, della quale desidero esplicatione da Vostra Signoria con suo commodo: il re di Francia è in anni dieci, quando a me pare che l'huomo habbia intelligenza assai et possi dire Voglio et pur non lo sento nominare, come se fosse in fascie.
Desidererei che a Vostra Signoria fosse dato carico di andare alla congregatione generale7 et spererei qualche buon frutto, come prego Dio che si effettui; il quale ancora prego che doni a Vostra Signoria ogni vero bene, alla quale bascio la mano, insieme col signor *Molino e padre Fulgentio8.
Di Vinetia, li 29 marzo 1611