1613-02-26.A Groslot
Molto illustre signor colendissimo
Essendo venuti tanti corrieri senza lettere di Vostra Signoria, ho ascritto la causa a quel che più di tutto mi dispiace et che hora veggo esser vero, cioè all'infirmità sua. Dalli tratti della lettera, veggo che la mano non è intieramente sana et mi dispiace che l'habbia affaticata, essendo questo un differir l'intiera sanità; finalmente è necessario cedere alle necessità naturali. Non credo che Vostra Signoria haverà una replica così grave come mi scrive esser stata cotesta ultima; con tutto ciò, la prego a non pigliar incommodo per scrivermi, massime quando ha bisogno di riposo per racquistar la sanità.
Tutte le lettere di Vostra Signoria sono state ricevute da me, essendo questa ultima di 4 febraro. L'ultima mia fu delli 12 dell'istesso mese4, la qual spero che haverà ricevuta, sì come anco la precedente delli 20 genaro.
Ho sentito grandissimo piacere che siano estinte le cause de turbationi et accomodate le cose de' reformati et di monsignor de *Rohan et spero che il tutto sarà inviato alla gloria di Dio et quiete del regno.
Il signor *Barbarigo rende gratie a Vostra Signoria per la memoria che tiene del negotio racomandatogli et la prego, con buone et opportune occasioni, et commode a lei, di continuare.
Il libro di Becano5 non è ancora stato veduto qua, sì come ne meno l'Ecclesiasticus di Scioppio6, o perché non habbiano creduto che simil argumenti debbiano esser aggraditi in questa città, o per qualche altra causa. Ma che libri di tal soggetto possino esser censurati a Roma, Vostra Signoria non lo creda mai. Haveranno seminato la fama costì, per divertir qualche censura che potesse venir da cotesta parte.
L'Italia, in questi giorni, non ha prodotto di novo. Le cose di Mantoa sono accomodate: la duchessa vedova si è ritirata in un castello chiamato Goito, alli confini del Bresciano, il qual castello, dentro è guardato da' suoi servitori et alle mura da Mantoani. Ella ha havuto gran parte nell'accomodamento, con haversi dichiarata che non gustava di andar né a Milano, né appresso al padre.
Solo in Turino è avvenuto un accidente considerabile. Il vescovato d'Asti ha alcune terre, delle quali più volte è stata controversia tra il duca et li ecclesiastici7, pretendendo questi che la sopranità sia del papa, et il duca —come conte— pretendendo che debbiano esser riconosciute da lui. Finalmente, in questi tempi, essendosi fatta una fortificatione et reparatione della città, il nuncio del pontefice ha fulminato una scomunica contra il presidente Galleani, però l'ha publicata solamente in scritto. Li ministri del duca, veduto questo, hanno fatto una dichiaratione di haver il decreto del nuncio come nullo et ingiusto, comandando che senza haverli rispetto si procedi all'essattione. Et sono passati anco ad usar queste parole che non solamente il tentativo intrapreso dal nuncio è nullo, ma ancora quando venisse dal papa medesimo. Si aspetterà di vedere dove terminerà questo principio, assai considerabile, et che un giorno sarà fatto dalla Republica per Ceneda, massime che molte turbolenze sono per confini.
Un gentil'huomo di qualità in Francia, ma gran ligueur, m'ha affermato che il duca di Buglion8 tratta di farsi papista. Io non lo credo ma, perché la persona che lo dice non mentirebbe volontariamente, concludo che almeno se ne parla, o se ne spera.
Viene un aviso di Dalmatia che la persona del principe de' Turchi9 già sia in Andrinopoli10, et che l'agà de' gianizzari, con 25 mila combattenti, sia avanzato a Filipopoli11. Per esser certi di questo, è necessario aspettare la confermatione, ma io dubito bene che li Turchi saranno in campagna et haveranno fatto qualche grand'impresa prima che siano tenute le diete in Germania. Li Austriaci fanno le provvisioni che possono ma non sarà poco se quelle basteranno per quel rimanente di Ongaria qual loro resta, ché, quanto alla Valacchia et Transilvania, le tengo per ispedite.
Prego Vostra Signoria far li miei basciamani al signor *Gillot, di cui ho ricevuto il pacchetto, et non rispondo per questo spazzo per l'angustia di tempo che il corrier ci dà. Haverò carissimo che li communichi le nuove, massime quella di Asti, dicendoli appresso che il tempo di communicare in confidentia sarà quando *Barbarigo sarà costì. Et qui facendo fine, insieme con li tre amici bascio la mano di vostra Signoria, pregandoli da nostro Signore ogni felicità.
[Di Vinetia] 26 febraro 1613