1608-06-25.A Foscarini
Non fu mai ambasciatore4 di questa Republica tanto favorito in Francia come Vostra Eccellenza; pertanto spero che il suo servitio debba riuscire di gran beneficio alle cose publiche. Non dubito che il nuncio tralasci opera alcuna per servigio del papa e con tutto ciò non temo ancora che possi far cosa di momento appresso il re di Francia. Il tutto è che il papa e casa sua sono troppo spagnoli, essendo *Villeroy5 disposto, come si vede, ancora Sciampignì6 e Alincourt7, suoi dependenti, pendono a quella parte. E se bene Sciampignì e questo nuncio si possano mettere ambedue in una medaglia, però operano insieme per la detta causa. Ma le cose dell'imperatore8 procederanno innanzi, potranno alterar assai e rivoltare ogni cosa.
Delle cose del mondo qui, li giorni passati, non vi si è stata altra occupatione che nell'armare. Il galeone riesce il più bel vascello che sij stato veduto in mare, non si parla se non dell'armata spagnola ed io son di parere che riescerà quest'anno come gli altri.
Tutta questa città era in aspettatione che monsignor d'Alincourt invitasse al battesimo del terzogenito regio9, però non essendo fatto, ogni uno crede che la cosa anderà in lungo10. Non ho ancora inteso se il duca di Orliens sij battezzato, né che nome habbia11.
In Roma non si tratta cosa alcuna, onde havendo dormito le cose quasi un anno, entro in consideratione che non saranno svegliate più e veramente sarebbero troppo rancide per essere portate in tavola. Si fa sempre qualche nova machinatione contra la vita mia, ma sfumano12.
Sentij gran meraviglia, intesa la deputatione di monsignor di Brèves13 a Roma, dove credo sarà gratissimo, proponendo cose contra Turchi, per discorrerne sopra solamente, ma, per effettuare, non credo sarà sentito volentieri perché bisognarebbe spendere, cosa di che non è opportuno il parlare.
Il signor Iacomo *Badoer mi ha posto terzo appresso una gran dubietà. Io lo veggo essere entrato a far sicurtà in cosa che sarà necessario sij pagata da lui medesimo, imperoché non vedo in me qualità, per qual meriti né quello loco, né altro tra huomini di conto. Prego Vostra Eccellenza ad ammonirlo a tener più conto dell'estimatione sua, la quale dubito che haverà diminuita appresso questi convivanti, havendo posto in così alto grado persona che non merita esser nominata.
In questo spaccio non ho hora che vaglia da scrivere a Vostra Eccellenza, però farò fine con pregarli da Dio Nostro Signore il compimento della sua santa gratia.
La mutatione del collegio non sarà in meglio ma in peggio, per il che non bisogna aspettare miglior risolutione che per il passato.
Di Venetia, li 25 di giugno 1608