1608-12-09.A Castrino
Il molto illustre signor mio ossequissimo,
monsignor2
Molto illustre signor colendo
Le lettere di Vostra Signoria mi sono sempre gratissime et m'aportano ogn'una qualche parte che mi è utile sapere. Io credeva che già fosse svanito il romore del figlio del papa3, quando intendo dalla sua che è nel colmo. Mi maraviglio di quella politica papale che, col mostrar così grand'affetto, dà a credere, a chi non bene vede l'interno, che qualche cosa vi sij di vero et per me, se non fossi certissimo che il papa non ha figli, sarrei mosso da così esquisita instanza di cotesto nuncio a credere qualche cosa.
La causa, che si tratta in Parlamento in materia del dispensato dalla bigamia, appresso me è di consideratione e conseguenza. In Italia, dove si tiene che il papa sij sopra tutto il ius positivo, si direbbe che può dispensare ma in Francia, dove l'autorità papale non si alza sopra li concilij, non so come l'intenderanno et massime che, sicome odo dire, hanno per abuso ogni dispensa che sij contro l'uso della Chiesa universale. Vego ancora un'altra difficoltà la qual è che, non essendo costume di Francia appellare dalle bolle del papa ma solo dell'essecutione di quelle, non vego come sarà stato proceduto in una dispensa, se quella non fosse concessa ad alcuno costì. Quando non fosse presontione occupar Vostra Signoria in questa parte, la pregarrei che, quando fosse fatto l'aresto dal Parlamento, si degnasse darmi una relatione informativa della passato nella causa col nome delle persone et, se fosse possibile, con la copia dell'appellatione et dell'arresto4; ma questo non ardisco fare se non in caso che fosse facile a Vostra Signoria et non di fatica.
Qui è venuto nova, in mercanti per lettere di Spagna delli 4 novembre, che il re sia risoluto di non passare inanzi nella trattatione con li Paesi Bassi et, per lettere delli 20 del sudetto di Anversa, si dice che era gionto in quella città un personaggio con questo ordine del re. Non so se sij vero ma forsi sarrebbe la buona fortuna delli Paesi Bassi. Noi siamo molto abondanti di nove di Ongaria dove il 18 novembre fu eletto et coronato Mattias in re, havendo prima giurato li 3 capitoli che le fortezze staranno in custodia di Ongari, che li ecclesiastici saranno esclusi dal governo politico et li giesuiti di tutto il regno. Iliaschiassi5 è eletto palatino per haver tutta l'autorità regia in assenza del re, senza che facia bisogno uscir del regno per qual si voglia causa. Non è però tutta la nobiltà ongara condiscesa a questa coronatione ma si è retirato Valentino Homonai6 con molti altri, quali hanno inditta una dieta in Cassovia7. Successe gran prodigio d'un foco acceso nelli borghi di Possonia8 doppo la coronatione con gran danno, quale si può interpretare per sinistro o per favorevole, come avviene in simil occorrenze.
L'armata del Gran-duca di Toscana s'è incontrata con alcune poche galere turche di Alesandria che portavano a Constantinopoli il casna9, cioè le intrate del signore che rende quella provincia di Egitto, et hanno combatuto, due galere turche sono andate a fondo e hanno perduto li denari che non sono meno d'un millione de sultanini, cioè ducati ongari.
In Italia, il pontefice, non aspettati li tempi per non essere inquietato da nessuno, ha creato 5 cardinali; per qual creatione la camera haverà guadagnato da 150 mila ducati di ufficij per ciò vacanti; li soggietti non sono di nome, né per nobiltà né per lettere né per molta pratica della corte, per il che saranno tanto più dipendenti dalla casa10.
Non voglio tacerli questo particolare che, essendo andati a Praga li arciduchi Leopoldo et Carlo11 fratelli ambidua vescovi per trattare con l'imperatore, se li sono presentati inanzi vestiti in habito come giesuiti; il che ha mosso in quel principe una tal melancolia cesarea che non ha voluto trattar alcuna cosa con loro, né vederli più. Le cosa di Austria restano ancora nella turbatione stessa; se il verno non aggiaccia l'humore, potrebbe a tempo novo causar qualche male. Di queste cose non ne scrivo alcuna a monsignor dell'Isle12 per mancanza di tempo, prego Vostra Signoria fargliene parte.
Hebbi una lettera del signor *Casabona a quale non rispondo ancora, aspettando di truovare un altro libro come quel hebreo ricevuto da lui della stampa di Cracovia (che così mi par raccordarmi) per scontrare quello che manca. Prego Vostra Signoria basciarli la mano per mio nome et riferirli queste poche parole. Mandai quelle di Vostra Signoria a Ferrara immediate et ne ho ricevuto la risposta che sarrà allegata a questa.
Io vego che ella molto si fatica per favorirmi così nel ricercare li libri delli giesuiti come in scrivermi le cose occorrenti, né mi dà alcuna occasione di adoperarmi in suo servitio; non vorrei esserli servitor inutile, la prego honorarmi con li suoi commandamenti.
Ricevei dalla Haga, un mese è, il riporto che Vostra Signoria mi manda sopra l'ambasciata al conte Maurizio13 del re Indo di Siara14 et sopra li nuovi occhiali fabricati da quel valent'huomo, cosa che mi ha dato assai da pensare15 ; ma, perché questi filosofi commandano che non si speculi la causa prima di vedere con proprij sensi l'effetto, mi son rimesso ad aspettare che una cosa così nobile si diffondi per Europa.
Io non farrei fine di scrivere se attendessi al gusto che ricevo trattando con Vostra Signoria. Farò fine basciandoli la mano et pregandola servarmi l'istesso luogo nella sua gratia.
Di Vinetia, il 9 decembre 1608
A Vostra Signoria molto illustre
Affezionatissimo servitore
F. Paulo di Vinetia