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1608-12-23.A Castrino

Molto illustre signor colendo

Dobbiamo rallegrarsi delli buoni effetti che fa la pace costì; tale era lo stato del mondo quando sopravenne il diluvio et havea all'apparitione di Nostro Signore; se non vi fosse quel poco di pericolo di guerra ne' Paesi Bassi, si potrebbe serare il Jano2. Non è maraviglia se li savij tanto si faticano per concludere tregua in quel paese poiché pace non si può. Io vi prevego né pace, né tregua, né guerra ma confusione se le preghiere interposte da loro alla divina maestà, non la muovono a condur li dissegni humani altrove che dove li savij li inviano.
Haverà Vostra Signoria costì ambasciatore per il re di Spagna, don Innico de Cardenas3, che prossimamente è stato in questa città4 ; è cavallier prudentissimo et nelli moti che turbavano Italia s'è governato con destrezza et maniera che non si poteva sperar megliore. Ha moglie la più brutta di facia che si possi vedere ma di mente di gran giudicio et capacità; persona molto divota che nel tempo dell'Interdetto favorì eccessivamente quelli che ubidivano il pontefice. Da lei li padri giesuiti di costì et le altre persone divote si potranno promettere aggiuti et favori non mediocri. Non m'è maraviglia alcuna che si scuoprino li effetti della dimora di don Pietro5 verso il marchese di Cœuvre6 et altri, tengo con tutto ciò che li maggiori sijno ancora in occolto.
La giustitia fatta nella persona di quel Bartolomeo *Borghese ha fatto vergogna a questa città dove, essendo imprigionato uno per farsi Sebastiano re di Portogallo, fu scarcerato con precetto di partir dallo Stato et non tornarvi, in pena della galera. Vero è che li casi sono differenti, perché questo pretendeva usurpar un regno et cotesto una relatione vana, non potendo con quella causar muovimento, che col nome di Sebastiano si poteva sollevare a megliara di persone.
Resto con stupore che li giesuiti nel loro collegio di Clermont7 non habbino ottenuto di legere a secolari; adonque non sono onnipotenti ! Vidi già l'edito del re col quale furono ricevuti et mi sarrebbe gratissimo haverne un esemplare. So che non è più d'un foglio di carta ma mi raccordo che in questa città un anno doppo li padri disseminarono che quell'editto ancora era stato rivocato in tutte le parti, che li restringevano et che erano più privilegiati in Francia che in Italia, mi raccordo che tra le conditioni dell'edito ve n'era una fra le altre che fossero tenuti a far certo giuramento, quale a me pareva assai contrario al suo quarto voto. Riceverò favore che Vostra Signoria mi dica se quell'editto fu moderato et se si osserva al presente in tutte le sue parti.
Tengo molto obligo a Vostra Signoria del commercio di lettere che le piace tener meco et desidero sij senza alcun suo incomodo; là onde vederò con l'istessa allegrezza et gratitudine le sue lettere in francese come in italiano, imperoché se bene non sarrei sufficiente di scrivere o parlare francese, intendo però tanto che non sento magior difficoltà di legere in quella lengua che nella mia materna.
Per lo spazzo passato mandai a Vostra Signoria la risposta da Ferrara, credo che al suo tempo l'haverà ricevuta. Il mandarne et riceverne risposta con ogni corriero a me non sarà di nessuna difficoltà o impedimento; ben sento con dispiacere che Vostra Signoria usi meco rispetti, quasi che non fussi debitore di servirla anco dove fosse bisogno sentir qualche incomodo. La prego trattare meco con ogni libertà et tener per certo che se mi comandarà, lo tenirò a favore: questo mandar et ricevere lettere da Ferrara non lo metto in conto di servitio; lo farò con ogni puntezza ma con conditione che Vostra Signoria non lo metta a conto delli miei debiti, le quali incontrerò occasione di pagare quando ella non mi favorisca porgendomela.
È stato stampato in Bologna un libro8 del quale mando per certo rispetto il titolo a monsignor dell'Isle; l'ho lasciato fuori della lettera acciò che Vostra Signoria lo vega et poi lo leghi appresso la lettera et lo mandi al suddetto monsignor. Credo che alli letterati di costì piacerà grandemente veder così bella inscrittione et in particolare forse sarà grato a monsignor *Gillot et al signor baron di *Dona. Non farò encomio di quello che la scrittura istessa del titolo mostra ma le dirò solo appresso che il trattato è una racolta di tutte le maledicenze et ingiurie che si possono dire contro un huomo, con argomenti (per quel tanto che tocca la materia) atti a far vigilare un letargico. Scrivo al signor dell'Isle che, se bene il libro è assai grandetto, però se li pare che sij per lui, lo mandarò.
In Ongaria, attendono a rifformare lo stato del regno. Et Dio vogli che qualche guerra civile non si ecciti, imperoché questo nuovo re Mattias non è ricevuto da tutti per ancora, né si sa se quelli che sono convenuti sino al presente si vi ridurano; hanno per capo Valentino Humonai, huomo di capacità et riputatione grande, atto, se la volontà non li mancarà, a sostenere la fattione. Non è maraviglia che tanti inconvenienti si scuoprono in quel regno, maraviglia sarrebbe se fosse sano doppo un tanto disordine, qual è deponere un re vivente che tiene tanti altri titoli.
Non conviene ch'alonghi più questo tedio a Vostra Signoria per il che finisco basciandoli la mano et insieme alli signori *Thou, *Gillot et *Hotman.
Di Venetia, il 23 decembre 1608
A Vostra Signoria molto illustre

Affettuosissimo servitore
F. Paulo di Vinetia

 

 

1. La BnF conserve une copie de cette lettre : ms Italien 2061, f. 16v-20r.
2. Allusion à l'usage romain antique d'ouvrir les portes du temple de Janus, sur le forum, en temps de guerre.
3. Voir Notices biographiques : Inigo de *Cardenas y Zapata.
4. Dans son Historia particolare delle cose passate tra'l sommo pontefice Paolo V e la Serenissima Republica di Venetia, Sarpi précise que don Iñigo de *Cardenas est ambassadeur d'Espagne au moment où la France est représentée par *Canaye de Fresne.
5. Voir Notices biographiques : Pedro *Alvarez de Toledo y Colonna.
6. Voir Notices biographiques : François-Annibal d'*Estrées, marquis de Cœuvres.
7. En 1550, le cardinal Guillaume du Prat, évêque de Clermont, lègue son hôtel épiscopal à la Société de Jésus pour qu'elle y installe un collège qui enseignera même aux enfants pauvres. Ouvert sans autorisation le 1er octobre 1563, ce collège rencontre très vite l'opposition des autres établissements d'enseignement alentour. Le 27 décembre 1594, l'attentat contre Henri IV par un ancien élève du collège de Clermont, Jean Chastel, offre l'opportunité de chasser les jésuites de France; ils ne reviendront qu'en 1604, au collège royal de La Flèche.
8. Benedetto de' Benedetti, Antithesis qua, tam falsum esse, quod vicarius Dei sit antichristus, quam falsum est, quod Christus sit antichristus, demonstratur, contra impij Guilielmi Vuitackeri hæretici angli thesin, qua romanum pontificem esse illum antichristum, quem venturum Scriptura prædixit, demonstrare conatur, Bononiæ, Bartholomæum Cocchium, 1608, 184 p. Il s'agit d'une réponse au théologien anglais et calviniste William Whitaker (1548-1595), Ad Nicolai Sanderi demonstrationes quadraginta, in octavo libro visibilis monarchiae positas, quibus Romanum pontificem non esse Antichristum docere instituit, responsio Guilielmi Whitakeri,... Accessit ejusdem Thesis de Antechristo, defensa in comitiis Cantabrigiensibus... , Londini, T. Vautrollerius, 1583.

Type scripteur
  • Autographe

Scripteur
  • Paolo Sarpi

Chiffrement
  • non chiffrée

Signature
  • F. Paulo di Vinetia

Lieu
  • Venise

Source
  • BnF, Dupuy 111, f. 14r-v1.

Editions précédentes
  • M. Busnelli, 1931, II, lettre V, p. 15-18,

  • M. Busnelli, 1986, lettre V, p. 75-78.