Aller au contenu principal

1609-01-06.A Castrino

2       3

Io sento gran dispiacere che non sijno in me tal qualità che meritino la benevolenza di così eccellenti signori come il signor presidente *Thou, il signor *Servino ed il signor Bochelli4, per nome de' quali Vostra Signoria mi saluta nella sua de 16 di novembre. E pure quando speravo di potere in qualche giorno riuscirle servitore non inutile, confortarei me stesso onde è che al presente conoscendo il mio poco valore, non posso confidare in altro salvo che cotesti signori sijno per ricevere da me la prontezza della volontà in luogo d'effetti.
Mi trovo molto obligato al signor Mascone che mi fa degno della sua gratia; tenerò continua memoria di questo favore ed attenderò occasione di mostrarmi non ingrato. Aspetto con desiderio di vedere la nota de' libri che disegna stampare, quali non possono se non essere simili agli altri usciti in luce per sua opera. Se il Berterio5 è tale quale da Vostra Signoria mi vien descritto, ben segnato co 'l carattere, convien dire che Dio operi nelli scrittori alle volte dottrina, come in Caiphas profetia6, e veramente lo provo in molti che insegnano spesso il contrario di quel che vogliono. Non è da stimare un libro che sij senza contradicenti, essendo questo inditio di non contener salvo che opinioni volgari. Se la libertà di cotesta Chiesa è odiata costì, qui non solo è abhorrita, ma si vorrebbe levarla dalla memoria del mondo ancora, acciò non servisse per essempio a noi ed ad altri.
Li padri gesuiti sì come sono istrumenti principali della servitù presente, così combatteranno ogni pretensione di libertà. Il signor Gilot ed il signor Bochelli convien stijno preparati non solo alle contradittioni ma alle maledicenze ed alle ingiurie, nelle quali solamente, infine, vagliono quelle locuste7 armate di ostinatione e veleno.
Ho ricevuto gran piacere che Vostra Signoria habbi trovato De modo agendi Iesuitarum8 ma le dirò, per significatione del mio desiderio, che Giacomo Gretserio, gesuita tedesco, ha scritto un libro di quell'argomento contro un anonimo9 che fece ad un suo l'istessa inscrittione. Questo secondo è quello che desidero. Quello del Gretserio si retrova qui ed è una apologia degna dell'autore e del defeco. L'accusa importa. Da Gretzerio appare che sij stato tradotto l'anonimo De modo agendi in tedesco di latino e stampato, non dice se in latino fosse stampato, io credo che sì ma in Inghilterra. Non vorrei che fosse del Gretzerio quello che Vostra Signoria ha ritrovato. Il mio dimandare per via di Zuric è veramente longo; per il che habbiamo pensato un altro che, per via di Lione, fosse mandato o con mercantie o per qualche viandante a Turino al signor ambasciatore veneto10 appresso quel duca, il qual poi con un suo facesse portare a Bergamo, perché le locustre tendono reti con ogni diligenza alli boni libri, acciò non penetrino. Sanno il danno ricevuto per le buone lettere nel principio dell'altro secolo e che non si può mantenere loro regno se non con la fede implicita e non con l'ombra cieca.
Il freddo haverà aghiacciato. Le cose di Germania non potranno per questo verno far moto; quelle poco più tosto speranze che cose, non le scrivo a Vostra Signoria, tenendo che le sijno note. Ma di Levante le darò nuove che forse non sa. Il persiano ha ricevuta una notabil rotta da Herbec, il quale è principe molto potente delli maomettani chiamati issolbay11 —che significa capi-regni12 per tal colore del turbante— e sono popoli all'oriente delli Stati di Persia, oltre li antichi Parti. Cosa che mette in gran terrore il sophì persiano13, il quale teme più quei popoli che i Turchi, come quelli che hanno opportunità maggiore di offenderlo. Li Turchi ancora vanno ogni giorno opprimendo li suoi ribelli e vi è gran timore che quello imperio non ritorni nel suo fiore (che Dio non voglia ! salvo se è servitio del suo regno celeste).
Le galere di Toscana fecero alli mesi passati un gran bottino, havendo rubato —come credo le scrissi14 — il tributo che d'Egitto andava al Signor. Ma dopo un Francese, valente uomo, li ha menato via la nave principale e fraudateli delle loro fatiche. Questi, non havendo che perdere, provocano quel principe così grande, a pericolo che il risentimento cadi sopra altri15.
Ho ricevuto le lettere, per questo spaccio, così tardi che non so se haverò tempo di rispondere a monsignore dell'Isle ed a monsignor Leschiesser16. Se il tempo ci sarà, le lettere verranno con questa, se non, differirò al seguente, pregando Vostra Signoria a bacia la mano ad ambedue per mio nome ed insieme al presidente Thou ed agli altri miei padroni.
Di Venetia, li sei di gennaro 1609

 

1. Cette lettre fait partie des saisies du nonce en France, Roberto *Ubaldini, sur ordre du cardinal-neveu, Scipione *Borghese afin de fonder la constitution d'un procès en hérésie contre Paolo Sarpi, considéré comme eretico violentissimo et le plus actif des théologiens opposés à Rome pendant l'affaire de l'Interdit. Si Marcantonio *Cappello, Antonio *Ribetti, Fulgenzio *Manfredi ou Gasparo Lonigo se sont rendus, le nonce Berlingerio *Gessi sait qu'il n'y a rien à espérer de Sarpi qui a même envoyé une fin de non recevoir aux inquisiteurs romains qui l'ont sommé de comparaître personaliter (voir lettre 1606-11-26 aux inquisiteurs). Après avoir tenté, en vain, d'obtenir des lettres compromettantes avec l'aide des Français, Ubaldini a essayé per altro rimedio c'est-à-dire qu'il a 'utilisé' le mécontentement d'un secrétaire de Foscarini, Niccolò Pallavicino, et la soumission d'un de ses 'clients', Mario Volta, pour obtenir copies des lettres de Sarpi. Pour plus de détails, voir Pietro Savio, « Per l'epistolario di Paolo Sarpi », in Ævum, XI (1937), p. 85-90.
2. La copie ne comprend pas l'adresse.
3. Manque dans la copie.
4. Voir Notices biographiques : Laurent *Bouchel.
5. Philippe de Bertier († 1618), sieur de Montrabe, appartient à une famille toulousaine qui a produit de nombreux magistrats (capitouls) et prélats. Président à mortier au Parlement de Toulouse, il est réputé un des plus sçavans hommes de son tems (Moreri, p. 100). Il est l'auteur de Pithanôn diatribæ duæ. Quibus civilis imperii romani notitia et ecclesiæ politia illustrantur, Tolosæ, J. Colomerii, 1608.
6. Joseph Caïphe est le grand-prêtre de Jérusalem, nommé par le préfet romain, de 18 à 36. C'est devant lui et le sanhédrin que comparaît le Christ, pour avoir prêché malgré leur interdiction. Au moment des délibérations, Caïphe rappelle aux prêtres qu'ils n'ont pas à décider s'ils doivent ou non arrêter Jésus et le faire mourir, puisqu'un homme doit mourir pour tout un peuple (Jean, 11,51-52). C'est là une prophétie prononcée de la bouche du grand-prêtre pour montrer que la mort du Christ sera le salut du monde.
7. Dans la Rome du 1er siècle, Locuste était une empoisonneuse qui aurait tué l'empereur Claude, sur instance d'Agrippine et Britannicus, sur ordre de Néron. Dans l'Apocalypse (9,3), les locustes vont sortir de la terre pour prendre le pouvoir, semblables à des scorpions. Sous la plume de Sarpi, il s'agit des jésuites et de leurs disciples; voir également la lettre 1609-09-15 à Castrino. Il est notable que, au XXIe siècle, ce terme a été repris dans la science fiction pour nommer une race monstrueuse qui vit sous terre et a pour but de détruire la race humaine.
8. Jakob *Gretser (1562-1625) SJ, De modo agendi Jesuitarum, cum pontificis, prælatis, principibus, populo, juventute et inter se mutuo, Ingolstadt, Adam Sartorius, 1600.
9. Georg Heckelius, Gründlicher Bericht welcher Gestalt die Jesuiten mit den Baepsten, prelaten, Fürsten auch mit sich selbst unter einander pflegen … Anfangglichs von einer Catholischer Person verfertiget, Franckfurt-am-Mein, J. Spiess, 1596.
10. Voir Notices biographiques : Gregorio *Barbarigo.
11. Les qizilbash (ce qui signifie têtes rouges à cause de leur turban rouge à 12 tours pour symboliser les 12 imams) forment une confrérie soufie, fondée au XIIIe siècle, c'est-à-dire un mouvement mystique chiite dont les dirigeants héréditaires se confondent avec la dynastie safavide. Face à leur puissance grandissante, Abbas I constitue une nouvelle force militaire composée de ghurlans, des esclaves d'origine arménienne et géorgienne qui lui sont fidèles.
12. On peut penser qu'il y a là une erreur des déchiffreurs ; il serait plus logique de lire capi-rossi, têtes rouges.
13. Voir Notices biographiques : *Abbas I.
14. Voir lettre 1608-12-09 à Castrino où Sarpi a déjà fait le récit de la prise du trésor du sultan entre Alexandrie et Istanbul.
15. Une lettre du nonce à Venise envoyée au cardinal-neveu Scipione Borghese fait état de l'intention du sultan turc, suite à ce fait de piraterie, de mettre le blocus sur les lieux saints et d'exiger le remboursement des sommes pillées par les pèlerins. ASVat, fondo Borghese II, 275, f. 87, du 31 janvier 1609.
16. Voir Notices biographiques : Jacques *Leschassier.

Type scripteur
  • Copie

Scripteur Chiffrement
  • partiellement chiffrée

Signature
  • non signée

Lieu
  • Venise

Source
  • ASVat, Fondo Borghese II, 451, f. 120r-124r.

Editions précédentes
  • P. Savio, 1939, lettre I, p. 560-564.