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1609-01-06.A Groslot

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Molto illustre signor colendissimo

In questo stesso giorno, ricevo due di Vostra Signoria (una delli 28 novembre, la seconda delli 9 decembre), in tanta angustia di tempo che dubitavo non poterle rispondere niente per questo spazzo; ma pur ho ancora un'hora di scrivere e li risponderò passo passo.
Quanto al frate mandato fuori dello Stato4, la cosa non va sì male. Egli fu licenziato senza esser interrogato né chiamato, si partì immediate et andò a Mantova, di dove scrisse una supplica, richiedendo habilità d'essere ascoltato per mostrar la sua innocenza, la qual asseriva. L'istesso conseglio de' Dieci, non il presente, concesse che si presentasse alle prigioni publiche per dire le sue raggioni. Si presentò et fu udito, et innanzi che quel conseglio finisse fu levato delle prigioni pubbliche et messo in una camera del suo convento per prigione, dove ancora sta senza uscir di là, che si sappia; né il conseglio presente, in questi tre mesi, ha dato di mano alla sua causa. Si può dire che sij stato male il far l'habilità su detta, per la fama uscita che il bando sij ritrattato; si può ancor dire che sij bene perché con questo il frate et il suo monasterio consente al foro. Io sospenderò su questo il mio giuditio, per conformarlo a quel di Vostra Signoria, ma il fatto è precisamente come le dico. Ma se ella riceve gelosia per li mancamenti della nostra debolezza, ci scusi perché riceviamo cattivi essempij da per tutto.
Il sacrificio di Bartholomeo *Borghese, se bene è fatto a chi molti altri, è anco fatto da chi meno doveva5, non credo che da noi fosse fatto al certo. Le cose nostre hanno il difetto che ella et tutto il mondo sa, pur ci tratteniamo et se da Roma sarà continuato a darci quotidiani disgusti, resteremo vigilanti.
Le scrissi la fuga dell'arcidiacono6 ; egli è stato ricevuto con somma allegrezza, messo nella famiglia del papa, assignatogli 500 ducati di provvisione all'anno. Già egli dice d'haver fatto tutto quello che ha fatto, sforzato et trasparla assai. Quel che seguirà non posso profettarlo, ma forse sarà fatta qualche provisione.
Nel negotio delli Stati7, vedendo che la tregua è continuata per tre mesi ancora, vaddo persuadendomi che li Spagnoli non vogliono né pace né longa tregua, ma trattenersi così sin che saranno ridotti dove vorranno o quanto alla regolazione de' loro maravedis o quanto alla discordia seminata tra li Stati.
L'aviso delli nuovi occhiali8 l'ho havuto già più d'un mese et lo credo per quanto basta a non cercar più oltre, ma non per filosofarci sopra, proibendo Socrate il filosofare sopra esperienza non veduta da sé proprio. Quando io era giovane, pensai ad una tal cosa et mi passò per mente che un occhial fatto di figura di parabola potesse far tal effetto; haveva ragioni demostrative ma, perché queste sono astratte et non mettono in conto la repugnantia della materia, sentiva qualche oppositione, per questo non son molto inchinato all'opera et questa sarebbe stata faticosa: onde né confirmai né reprobai il pensiero mio con l'esperienza. Non so se forse quell'artefice habbia riscontrato col mio pensiero et la cosa non ha acquistato augumento, come suole la fama, per il viaggio.
Vengo alla seconda lettera, la qual havendo letto doppo scritto già questo, vego che ella ha inteso la verità del bando9 et ne ha fatto a punto quel giudizio ch'io presupponeva.
Quanto al mio particolare, non solo credo ma ho cotidiani riscontri di insidie che mi sono tendute. Faccio tutto quello che so et posso per cautione, non però con ansietà né sollecitudine. Senza Dio non si effettua alcun disegno et tutto quello che piace alla Sua Maestà è per bene et me ne contento. Per levarmi la vita, non avanzeranno, li farò più guerra morto che vivo. In questi giorni hanno fatto strettissimi ufficij con tutti gli altri, con promesse et minacce per guadagnarli. Credo che non li riuscirà con alcuno; con me non tentano, dicono apertamente che non sperano se non nelli pugnali et la intendono, perché io non voglio altri per mia regola che la sola conscienza et (se, dopo questa, affetto tiene qualche dominio) l'honore. Le altre cose le tengo tutte per frivole.
Ma l'affetto mi trasporta di nuovo in Holanda. Gran giudizio di Dio, che la prudenza del più savio huomo sij così dementata da persuadersi che la sua riputatione di arbitro vi ricerchi così notabil suo danno, che li Stati tornino sotto Spagna et tante forze debbino servire contro la sua posterità. Dio ci habbia compassione ma che la guerra si trasporti in Italia, Vostra Signoria non lo credi, tenga per fermo che vogliono gl'Italiani in pace ma in dissensione fra loro, et l'ottengono, crescono tuttavia le diffidenze et li disgusti qua, et sono fomentati con artificio mirabile, vorranno ridurli a perfetione prima che si muovi altro; tra tanto, mancarà che fare. Resta una sola speranza, che Dio dissolvi li consegli de' savij, quali spesso incorrono in quel che fuggono, senz'avedersene.
Non vorrei che Vostra Signoria si dasse pena delli libri di che le ho scritto, sarà assai a tempo ch'ella si adoperi quando sarà a Parigi. Tra tanto, faccio sempre qualche cosa, purché l'opera non mi riesca vana !
Non posso esser più longo per difetto di tempo; faccio fine et li bascio la mano per nome di maestro Fulgentio10, del signor *Molino et anco del *Muranese che ha de' bei dissegni.
L'aviso che mi dà della fama uscita che questa Repubblica habbia parte nel disegno di quell'infelice Borghese, l'ho anco d'altre parti, et viene donde esce ogni falsità et biastema. Li bascio la mano.
Di Vinezia, il 6 genaro 1609

 

1. Le nom et la signature du copiste, Jacques *Dupuy, apparaissent sur la page de titre du manuscrit.
2. Le manuscrit BnF italien 258 contient une autre copie de cette lettre (f. 8r-9v) parfaitement identique, à l'exception de la signature F. Paulo. Il ne nous a pas été possible de préciser la provenance de ce manuscrit sur papier du XVIIe siècle qui n'est pas le travail d'un copiste professionnel. La BnF conserve une autre copie [Italien 1440, p. 122-128] : De la bibliothèque de Mr le P. Bouhier, B44, MDCCXXI.
3. La copie ne comprend pas l'adresse.
4. Il s'agit de fra Gregorio di San Sebastiano, originaire de Vérone, qui est confesseur à San Biagio. Au moment de la confession d'un sénateur vénitien, le confesseur a voulu s'assurer qu'il ne possédait aucun ouvrage interdit et le sénateur de répondre qu'il détient les ouvrages qui défendent les positions de la République pendant l'Interdit. Malgré l'injonction du confesseur de les détruire, le sénateur affirme vouloir les conserver. Le confesseur a, dès lors, refusé l'absolution et le patricien a menacé de porter plainte devant le conseil des Dix. Immédiatement, le religieux est sorti et a quitté Venise pour se réfugier à Mantoue, le soir même; dès le lendemain, le conseil des Dix a publié son bannissement. Le nonce Berlingiero *Gessi a tenté, mais en vain, de faire plier la république (Lettre du nonce au cardinal Borghese du 20 septembre 1608, ASVat, Fondo Borghese, II, 279, f. 44-47).
5. Sarpi pense ici au roi Henri IV de France.
6. Sous le seul titre d'archidiacre, Sarpi évoque Pietro Antonio *Ribetti, ex-consulteur de la République de Venise pendant l'Interdit.
7. Ce terme traduit les Staten generaal ou Etats généraux qui sont l'expression de la souveraineté des Provinces-Unies, créées en 1579 par l'union d'Utrecht, et qui vont perdurer jusqu'en 1795. Sous la plume de Sarpi, c'est un équivalent à la Hollande anti-espagnole.
8. Sarpi évoque la mise au point du téléscope de Galilée à partir de la lunette du Hollandais Hans Lippershey. Sarpi révèle son intérêt précoce pour l'optique et l'astronomie qu'il a dû délaisser au moment de l'Interdit.
Un morceau de lettre écrite et signée par Groslot est conservé à la bibliothèque Querini-Stampalia de Venise, IX,16-17, ms 730, f. 141-142. Le texte est largement amputé mais on peut lire : Ce maistre faiseur de lunettes […] ne monstrer ce secret a personne […] il promet de faire encore quelque […] dites lunettes […] nobles et autres semblables occasions; […] estoilles qui ordinairement ne paroissent […] petitesse et a cause de la foiblesse de […] voir clairement. Voilà ce qu'on […] et l'ai mandé. 
9. Reprise de l'affaire du véronais, fra Gregorio di San Sebastiano.
10. Voir Notices biographiques : Fulgenzio *Micanzio.

Type scripteur
  • Copie

Scripteur
  • Jacques Dupuy1

Chiffrement
  • non chiffrée

Signature
  • non signée

Lieu
  • Venise

Source
  • BnF, Dupuy 766, f. 10r-v2.

Editions précédentes
  • G. Leti, 1673, lettre XIX, p. 116-121,

  • G. Fontanini, 1803, lettre XIX, p. 244-247,

  • F-L. Polidori, 1863, I, lettre LII, p. 179-183,

  • M. Busnelli, 1931, I, lettre XVIII, p. 57-59.