1609-01-20.A Castrino
Molto illustre signor colendissimo
Io ricevo dalle lettere di Vostra Signoria non solo gusto ma frutto ancora, perché le cose che succedono in cotesto nobil regno et in cotesta gran città sono degne d'esser ricevute per instruttione da ogn'uno.
Certo di due cose son restato con molta ammiratione: l'una della morte di quel misero4, l'altra dell'oratione fatta per il duca di Nevers, così abietta. Vero è che questa oratione mi scioglie assai facilmente il primo dubio perché, dicendosi in essa che il papa è vergine, era ben honesto che si mantenesse con una mentita ignea contro chi lo negava. Ho veduto li elogij fatti —o più tosto epicedij— et sono ingeniosi. Però Pasquino, se bene statua marmorea, ha esso ancora bevuto della tazza apocaliptica, non ha potuto restar d'intervenire alle essequie et con brevi parole esprimere la sua parentatione, interrogando se stesso et rispondendosi per star più secreto et dicendo Cur sacrilegium pœnis periit? Quia filium Dei se fecit5.
Il rumore che si sparge costì della confidenza delli padri giesuiti con la Francia ha buonissimi fundamenti, perché adoperano cotesto re per mantenere le loro leggi contro le abusioni che s'introducono in Spagna, dove si danno prelature alli loro socij contro l'instituto, ma sono cattivi bracchi quelli che sentono l'odor della volpe.
Non posso credere che costì le arti loro resteranno non scoperte. È più possibile separar l'indentità da se stessa che il giesuita dallo Spagnolo o, se anco in questa ci lasciaremo ingannare, si potrò ben dire con nostro gran merito.
Tra tutte le cose che io odo volontieri, tengono il primo luoco le risolutioni di cotesto Parlamento nelle cause ecclesiastiche et il minuto conto, che Vostra Signoria mi ha dato nell'ultima sua, della pretensione et dispensa di monsignor di Héros mi è stato sopra modo grato il quale, quando non fosse stato così minuto m'haverebbe constretto ad importunarla per haver tutti li particolari, la ringratio di ciò molto. Ma dove Vostra Signoria mi dice che la dispensa costò 500 ducati et m'aggionge che se monsignor de Héros non obtinuisset, pontifex delusus fuisset. Non posso restar di dirli che la corte romana, oltre le altre conditioni della buona femmina, ha il belletto et non si può conoscere s'arrosisca et quando anco ciò succedesse, si contenta d'ogni derisione ricompensata con 500 ducati.
Ho scritto al signor ambasciator6 il modo di fare capitar qui qualche libro, per via di Turino. Tutto sta haver persona in Lione che lo ricevi et recapiti, perché quando questo si havesse, facile cosa sarebbe che, con le mercantie o per qualche commodità, si mandasse da costì a Lione et parimente da Lione, con qualche occasione, a Turino, di dove poi si farrebbe venir qua, se bene per le picche. Prego Vostra Signoria7 con qualche opportunità tenerne raggionamento con detto signore. Ho gran desiderio d'informarmi delle devotioni de' padri giesuiti un poco più di quel che sono, il che mi constringe ad esser molesto alli miei patroni.
Pregarò Vostra Signoria a fare li miei riverenti basciamani al signor *di Thou et al signor *Gillot, quali riverisco come debbo. L'elogio del re che Vostra Signoria mi mandò, lo voglio veder con commodo et poi le dirò il mio parere. Al signor *Casaubono scrivo con occasione di mandarli certa scrittura oltre la lettera, prego Vostra Signoria farli humil riverenza. Mandai a giorni passati la lettera a Ferrara8, non ho anco ricevuto risposta, dimani manderò quella che m'ha inviato per questo spazzo. Et qui faciendo fine, a Vostra Signoria con ogni affetto bascio la mano.
Non posso però finir ancora, bisognando dolermi della mia mala fortuna: se tutti li cardinali anderanno a Roma, adunque Perron9 non finirà il libro tanto promesso, tanto desiderato et noi resteremo senza quel lume. Voglio sperare che qualche eccettione ci aggiuterà.
[Di Vinetia], il 20 gennaro 1609