1609-02-03.A Groslot
Molto illustre signor colendissimo
Inanzi la partita dell'ultimo corriero non potei vedere lo sdegno espresso da lei per l'ingiusta giustitia eseguita in Parigi4. L'ho veduto dopo et partecipato con molti belli ingegni, da quali vien fatto l'istesso giuditio che da me, non originato dall'affettione che porto all'autore, ma dalla dignità dell'opera. Il signor Giacomo Badoveri5, tra gli altri, huomo di singolar giudizio, loda ugualmente li concetti et l'espressione. Gran providenza di Dio ! Credevano con la morte d'un misero fermar un rumore che, con tutta la sua forza, sarebbe però passato in poche persone et l'hanno con quel mezzo fatto correre per tutto il mondo. Non dubito che se havessero trascurato le parole di colui, o vere o false (se ben io più tosto credo false), non sarebbono andate ad orecchie della millesima parte et forse della millionesima, che mo' andaranno dopo morto. Così Dio castiga le nostre diligenze.
Per questo spazzo non ho ricevuto lettere di Vostra Signoria, credo che non saranno gionte a Parigi alla partita del corriero.
Non intendo parlarsi cosa alcuna del duca di Suilly, crederò che le cose saranno svanite et egli non più molestato, massime intendendo che il re non habbia intiero gusto di don Pietro6. Mi pare anco che le cose della tregua7 non sijno trattate con quel fervore et che più tosto il mondo inchina a credere che non seguirà. Ma in Germania le cose tuttavia si turbano più. Il re Mattias ha stampato una dichiaratione contro li suoi soggetti d'Austria che mi fa credere non esserci forze, poiché viene disputato da un principe di tanto titolo con scritture, et massime essendovi superiore l'imperatore et la dieta dell'imperio, pretesti da eludere ogni scrittura. Qui li disgusti seguono, non si verrà a rottura perché ambe le parti l'aborriscono, ma materia ci è.
Non ho voluto lasciar andar questo corriero senza mie lettere a Vostra Signoria, in testimonio che mi riconosco debitore di tener assidua memoria di lei per le molte grazie che cotidianamente ricevo, fra quali stimo molto l'havermi fatto conoscere monsignor *Castrino che mi favorisce continuamente con sue lettere. Io non posso rendergli controcambio, così di questo come della diligenza che usa per farmi venir libri. Prego Vostra Signoria che, agiutandomi a pagar questo debito, vogli ella ringratiarlo. Già ho ricevuto gran parte dell'Assemulero8; mi scrive anco di mandarmi ▪De modo agendi et che spera haver le Ordinazioni. Mi vergogno di non poter far cosa alcuna in suo servitio, confortandomi però che Vostra Signoria mi sollevarà da parte dell'obbligo. Io resto desideroso di ricevere li suoi commandamenti et li bascio la mano.
Di Vinetia, il 3 febbraro 16099