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1609-03-31.A Castrino

Al molto illustre signor colendissimo, il signor2

Molto illustre signor colendo

Parendomi che, nella memoria mandatami di quanto monsignor *Gillot desiderava, non si esprimesse quanto mi faceva bisogno per intendere la sua intentione, mandai ogni cosa. Altri decreti publici non furono controversi salvo che li tre che pur anco soli sono nominati nel monitorio del papa. L'Antithesi3, sicome è ridicola, così è longa che non si può mandar in una volta: gliene mando una parte, seguirò per il succedente corriero sinché sarà mandata tutta. Se mai Vostra Signoria ha veduto materia di solazzo, credo che questa non cedi ad alcuna.
Dubito che in Bergh-op-Soom si tratti qualche gran misterio perché qui vengono avisi in tutto contrarij: alcuni che seguirà la tregua4 al sicuro et è come conclusa, altri che tutto il trattato sij rotto ma per belle apparenze si continui ancora. Mi persuado che il fine sarà quiete dove anco termineranno li moti di Germania; questo secolo non vuole il Jano5 aperto et, purché li giesuiti possano restar contenti, mi pronostico una pace ottaviana6.
Ho ricevuto il Rationale giesuitico7 et, in una vista superficiale, mi è parso cosa assai gratiosa. Ringratio di tutto cuore monsignor *Servino che me n'ha fatto gratia, al quale prego Vostra Signoria che facia li miei humili basciamano et offerisca la mia servitù.
Le Arenghe8, credo che il signor ambasciator le haverà mandate per via di Turrino, non le ho per ancora ricevute, le aspetto bene con desiderio, sì come anco il libro del signor Bochelo9, con certezza di dover trarne frutto che, se bene alle cose nostre forse al presente non gioverà, dobbiamo nondimeno operare a fini più longhi della nostra vita; habbiamo nemici potenti, diligenti ancora, che ritessono di notte quello che noi lavoriamo di giorno et, quel che importa, hanno gran numero di interessati con essi loro. Hanno solo di contrario che pare opponersegli il beneplacito divino ma in pace ogni cosa necessariamente camina con lentezza et adesso tutto s'invia alla pace.
Vostra Signoria m'ha dato una nova che mi ha tutto intenerito di monsignor Otman10, il quale già un anno o poco più era qui: gentil'huomo gratiosissimo et compitissimo, capace di ottime opinioni, quale io sperava che in Parlamento dovesse riuscire un propugnacolo per la libertà della Chiesa di Francia. Resto tutto attonito come non habbia inviato et disposto meglio li suoi dissegni; è ben neccessario rissegnar ogni nostro pensiero in Dio poiché le cose guidate dalla nostra prudenza riescono così male.
M'ha portato anco Vostra Signoria molto dolore narrandomi la perdita che habbiamo fatto dello *Scaligero, huomo di dottrina tanto singolare. Di lui non ho havuto altra cognitione salvo quella che m'hanno dato le cose sue stampate nelle quali l'eruditione et il giudicio comparono così chiari che per beneficio del mondo meritavano restar eterni. La morte degl'amici ci conseglia restringersi tanto più con quelli che restano et goderli avidamente, poiché è incerto il tempo. L'ammiratione et amore, che io teneva partiti tra lui et il signor *Casaubona, li unirò tutti in questo doppo la perdita di quello; pregando Dio che ci conservi questo che resta.
Vostra Signoria mi dice certo che, in fine della lettera toccante le ▪Constitutioni delli giesuiti, questi padri hanno alcune regole come un libro De officijs qual sij il dovere del cuoco, qual del portinaro, etc, questo è in stampa di Leone et io l'ho11. Hanno appresso un libro pur stampato, ma tra loro però, qual tengono in arcanis et contiene la loro politica: chi ha parte nel governo et chi no, come si celebrano le loro adunationi, chi vi intervengono, che cosa si tratta in quelle et altri tal secreti. Questo desidero et, se Vostra Signoria ha truovato una tal cosa scritta a mano, la riceverò per singolare. È stato stampato (non so dove) una lettera scritta da un giesuito ad un suo creato in lengua italiana, non può essere che non sij comparsa costì; è cosa degna d'esser veduta, qui ne habbiamo ricevuto alcune copie et lettala con piaceri. Sono esplicati in essa molti arcani singolari.
Intendo che è destinato qui ambasciatore per succedere al suo tempo a monsignor di Champigni12, non ho però inteso ancora il nome, né le qualità; prego Vostra Signoria communicarmi quello che ella ne sa.
Di Costantinopoli non habbiamo cosa nuova salvo che sollecitudine in fare armata maritima; nel resto, il Levante nostro vicino è quieto, ma da tutta la Persia sono in moto, preparandosi Hosbech per offendere il Persiano et questo per difendersi. Le guerre de que' paesi non sono sotto fortezze ove si temporegia et fa combatere al terreno ma in campagna che in un giorno spedisce la contesa. Purché essi ancora non tornino il tutto in pace, come si va a via di fare in Europa.
Non darò più longo tedio a Vostra Signoria con questa mal composta, qui farò fine pregandola farle mie humili raccomandationi alli miei signori di *Thou, *Gillot, *Leschassier et *Casaubona, a quali insieme con Vostra Signoria bascio la mano.
Di Vinetia, il 31 marzo 1609
A Vostra Signoria molto illustre

Affettuosissimo servitore
F. P.

Havendo fatto batter il libro13, mi risolvo di mandarlo tutto.

 

Sur le revers de la lettre, une note manuscrite de Castrino fait référence au massacre de la Saint-Barthelemy, pendant le règne de Charles IX : Ah, ce Charles cruel meurtrist la fleur gauloise. 1572, 24 aoust. 



1. La BnF conserve une copie de cette lettre : ms Italien 2061, f. 31v-34v.
2. Le nom de Castrino est biffé sur le pli mais facile à deviner.
3. C'est l'ouvrage de Benedetto de' Benedetti, voir lettre [1608-12-23 à Castrino].
4. Voir Notices historiques : •trêve de Douze-ans.
5. Allusion à l'usage romain antique d'ouvrir les portes du temple de Janus, sur le forum, en temps de guerre.
6. Il s'agit d'une paix à la manière de celle qu'Octave instaura dans l'Empire romain, la pax romana. Sarpi utilise également cette expression dans sa lettre [1609-04-28 à Foscarini].
7. [Societas Iesu], Ratio atque institutio studiorum S.I., Neapoli, in collegio eiusdem Societatis, 1598.
8. Louis *Servin (1555-1626), Plaidoyez [de Arthusius de Cressonnieriis et Gallofrancus] et arrests intervenus sur iceuls, Paris, Jean de Heuqueville, 1603.
9. Voir Notices biographiques : Laurent *Bouchel.
10. Voir Notices biographiques : Jean *Hotman.
11. Il est difficile de préciser quel texte exact est cité dans cette lettre car nombreux sont les ouvrages qui traitent de cette matière. L'indication du lieu d'impression peut acréditer l'idée que Sarpi fasse référence au De officiis de saint Ambroise, publié à Lyon, en 1609.
12. Voir Notices biographiques : Jean *Bodard de Champigny.
13. Il s'agit de l'ouvrage de Benedetto de' Benedetti.

Type scripteur
  • Autographe

Scripteur
  • Paolo Sarpi

Chiffrement
  • non chiffrée

Signature
  • F.P.

Lieu
  • Venise

Source
  • BnF, Dupuy 111, f. 18r-v1

Editions précédentes
  • M. Busnelli, 1931, II, lettre XI, p. 28-30.

  • M. Busnelli, 1986, lettre VIII, p. 84-87.