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1609-09-29.A Foscarini

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Per l'altro corriero Vostra Eccellenza havrà inteso l'uffitio che Sciampignì4 tutto fece con quei del collegio, dopo il quale ha trattato con diversi e fatto mentione di quei pericoli con tante ciancie che metterebbero confusione all'ordine stesso. Ultimamente, Brèves5 ha fatto l'istesso uffitio a Roma col papa, mostrando la lettera medesima6. L'intento affetto o interesse del re di Francia di voler metter accordo, le fa fare di questi uffitii che Dio vogli non faccino effetti contrarij. Se l'intentione sij buona, quella non si può vedere, ma certo gli effetti non sono buoni. Si intende che Sciampignì è per restare ancora; cosa che non è troppo buona, perché ha cominciato ad interessarsi per il papa. La mortificatione che Foscarini ha dato al nuncio nel fatto di fra Paolo, è stata ventura per venire a fine, perché quegli huomini mai la compiscono, quando pigliano a calunniare.
Mocenigo7, con mirabile artificio, scrive quelle sole cose che fanno per il fine suo, tanto che quei del senato si vanno persuadendo che il mal animo sij rimesso in quello; sono inclinato a credere che niente più da questi Francesi ci verrà ogni male. Insomma, non veggo miglior amicitia di quella de' Thedeschi: con loro si può trattar del pari e sono di natura reali, alieni dagli artificij e simulationi.
Il Contarini8, che va in Inghilterra, disegna far transito per Alemagna. Ha trattato assai con l'ambasciatore del palatino che è qui9, e credo che farà qualche buon'opera ma il compimento bisogna aspettarlo da Foscarini, quando vi passerà egli. Da questo che vi passa adesso non si può sperare cose se non mediocri. La volontà è ottima, le forze non molto grandi.
L'instanze intorno il libro10 non son stata fatte da tutta quella mano, così in Roma come in Venetia, per altro, se non per metter discordia tra il re d'Inghilterra ed la Republica; e veramente l'hanno ridotta bene, se quei del senato con l'inventione dell'ambasciatore11 non havessero proveduto12. Bisogna per ogni rispetto tener gran conto di quei d'Inghilterra, se non fosse se non per mostrarsi grati. Che mi parlino così in altra maniera cotesti da Roma non è perché habbino altra opinione, ma perché per rifutatione donano quello che non possono vendere.
Mi vien scritto che il pontefice habbia ringratiato il re dell'editto contro li duelli13, di che stupisco perché la reservatione di dar licenza non può essere più contraria di quello che ella è alla sua pretensione; desidero sapere se è la verità perché io crederei in contrario.
Sto con desiderio di veder qui l'ambasciator d'Olanda14, se bene quei del collegio che saranno non possono esser peggiori. Veramente, quei del senato sono costanti e generosi, ma la peste è tutta in collegio.
Ho caro che le cose della Roccella e di quell'altra città sijno state sospette solamente e certo è prudente consiglio di non scrivere senza certezza, massime quando le cose hanno del miracoloso, come quella della camiscia, la quale da sé si manisfesta falsa perché è impossibile.
Quantunque tutte le ragioni persuadano che, per causa di Clèves15, debbia nascer guerra, nondimeno, attesa la stagione del secolo che così l'abhorrisce, si può creder che non sarà e massime se il re di Francia segua a mostrarsi tanto pronto in aiutare una parte.
Le cose dell'abbadia16 sono affatto stricate né può restare se non qualche reliquie per l'entrate di quest'anno; ma se pur qualche cosa nascerà, si tratterà a Venetia e non a Roma. Adesso mo' vedremo se questa controversia sarà acquetata per dar fine a tutto, com'è stato predicato e veduto da molti, o vero per dar loco a qualche altra che habbia più specie di honestà, come è verisimile. Non è maggiormente da temere la tempesta che dopo una gran calma.
Passa fama che si canonizerà Ignatio, padre delli gesuiti, e che a questo effetto il re contribuirà 100 000 scudi. La cosa è poco simile però io desidero sapere quel che ne sij.
Non sarò maggiormente molesto a Vostra Eccellenza
Di Venetia, il dì 29 di settembre 1609.

 
 
 
 
1. Cette lettre fait partie des saisies du nonce en France, Roberto *Ubaldini, sur ordre du cardinal-neveu, Scipione *Borghese afin de fonder la constitution d'un procès en hérésie contre Paolo Sarpi, considéré comme le plus actif des théologiens opposés à Rome pendant l'affaire de l'Interdit. Si Marcantonio *Cappello, Antonio *Ribetti, Fulgenzio *Manfredi ou Gasparo Lonigo se sont rendus, le nonce Berlingerio *Gessi sait qu'il n'y a rien à espérer de Sarpi qui a même envoyé une fin de non recevoir aux inquisiteurs romains qui l'ont sommé de comparaître personaliter (voir lettre 1606-11-26 aux inquisiteurs). Après avoir tenté, en vain, d'obtenir des lettres compromettantes avec l'aide des Français, Ubaldini a essayé per altro rimedio c'est-à-dire qu'il a 'utilisé' le mécontentement d'un secrétaire de Foscarini, Niccolò Pallavicino, et la soumission d'un de ses 'clients', Mario Volta, pour obtenir copies des lettres de Sarpi. Pour plus de détails, voir Pietro Savio, « Per l'epistolario di Paolo Sarpi », in Ævum, XI (1937), p. 85-90.
2. La copie ne comprend pas l'adresse.
3. Manque dans la copie.
4. Voir Notices biographiques : Jean *Bochard, sieur de Champigny.
5. Voir Notices biographiques : François *Savary, comte de Brèves.
6. Sarpi fait ici allusion à une lettre présentée au pape par l'ambassadeur français à Rome (Fondo Borghese I, 26, f. 302). Il s'agit du courrier d'un ministre de Genève, en date du 8 mai 1609, qui fait état de l'avancée de la doctrine réformée à Venise, du vibrant succès de la prédication de Fulgenzio *Micanzio et des écrits anti-jésuites qui circulent. A la lecture de ce document rapporté par Pietro Savio (op. cit. , p. 282-3), on ne peut que faire le rapprochement avec la correspondance qui court entre Philippe *Duplessis-Mornay, Pierre *Asselineau, Giovanni *Diodati, David de *Licques et tous ceux qui sont engagés dans ce que Duplessis nomme l'affaire de Venise. Voir Duplessis-Mornay, Mémoires et correspondances pour servir à l'histoire de la réformation…, Paris, Treuttel, 1824, volume X.
7. Giovanni Mocenigo est ambassadeur vénitien à Rome.
8. Voir Notices biographiques : Francesco *Contarini.
9. Voir Notices biographiques : Christoph von *Dohna.
10. Il s'agit du livre du roi d'Angleterre. Voir Notices Bibliographiques : ▪Triplici nodo triplex cuneus.
11. Dans l'ensemble des lettres à Foscarini, le déchiffreur-copiste a transcrit ambasciador(e) mais les lettres autographes de Sarpi nous permettent de restituer ambasciator(e).
12. La réception de l'ouvrage du roi anglais ayant été très froide et suivie d'une interdiction, l'ambassadeur anglais a élevé une protestation qui a conduit le sénat vénitien à envoyer Francesco *Contarini auprès du souverain anglais pour le réaffirmer les liens d'amitié entre les deux Etats.
13. L'édit royal d'Henri IV portant reglement pour la défense & punition des duels, contenant vingt articles. Donné à Fontainebleau au mois de juin 1609, enregistré le 26 du même mois par le Parlement de Paris et le 4 août par Le Parlement de Toulouse. Voir lettres 1609-07-07 à Castrino, 1609-06-20 de Hotman.
14. Voir Notices biographiques : Cornelius van der *Myle.
15. Voir Notices historiques : la crise de •Juliers-Clèves.
16. Vois Notices historiques : l'abbaye de la •Vangadizza.

Type scripteur
  • Copie

Scripteur Chiffrement
  • partiellement chiffrée

Signature
  • non signée

Lieu
  • Venise

Source
  • ASVat, Fondo Borghese II, 451, f. 7r-10r.

Editions précédentes
  • P. Savio, 1937, lettre XXI, p. 282-287.