1609-10-14.A Foscarini
Se bene il negotio dell'abbadia4 non ha sortito il fine che si desiderava, nondimeno è composto con dignità e le conseguenze che alla giornata occorrono, si trattano con la gravità stessa. Già era creata qualche persecutione contra questi monachi e preti del luogo che havevano adherito a don Fulgentio5, e sono stati protetti, ma in queste occorrenze il signor Antonio *Priuli si governa con indicibil destrezza, come è suo solito.
Non so se il bando dato dal conseglio di X all'abbate Cornaro6 farà nascere qualche nuova controversia. Io credo che no; ma in qualunque modo, come seguì la concordia che li ecclesiastici hanno voluto disguisare.
La nostra Historia7 è condotta quasi al fine ma con particolar che fa un giusto volume. Non so mo' quello che sarò per fare; sto in molta ambiguità che alcuno non interpreti in sinistro, se si li communica ; dall'altro canto, se non si fa e li scrittori non informati dicano cose pregiuditiali, la colpa sarà la nostra, che non li haveremo informati. Desidero in questo anco il parere di Vostra Eccellenza.
Mi sa gran nuova quella che li principi di Germania habbiano risoluto voler dipendere dal re di Francia; questo farà che non si vedrà guerra, perché converranno li Austriaci cedere a tante forze.
Delli quattro fogli scritti da Baduer8 vengo avvisato anche da altra persona, senonché quella mi aggionge che non ha piaciuto al consiglio, come quella che pedantizza troppo e non ecceda l'officio di mezo, passando in quello di consigliero.
Ma venendo alle cose nostre particolari, non so come possa esser sincerità nel duca di Savoia verso il re di Francia, atteso che dall'altro canto riceve doni dal re di Spagna. Se il re di Francia ricevesse il cardinale *Aldobrandini, sarebbe cosa molto a proposito per li disegni di Roma, ma ricevendolo bisogna ben tenere che non potrà sperare conventioni con il papa, se ben credo che né anco adesso ne possi sperar più niente che poco; ma pure il re di Francia si è incapricciato a volerlo vincere, se bene è cosa possibile farlo come volare ed io non so credere perché egli batta tanto questo chiodo. Quei del senato respondono sempre a Sciampignì tutto scusando, con dire che vi bisognarebbe la compagnia di esso papa; e forse fanno bene perché esso non fa mai altro che predicare, anzi pedantizzare che si stij bene con lui. Fra Paolo non crede che debba mai essere utile alla communità di Venetia il congiungersi co 'l re di Francia perché vorrà havere non uguali, né inferiori ma servitori. Li prencipi di Germania, senza alcun dubbio, sono migliori e per questa ragione e perché hanno realtà maggiore. Li Francesi sono tutti persone da non fidarsi; haverli per adversarij non lodo, ma tanta amicitia quanta ci è di presente basta -senza haverla maggiore- mentre che la cosa non passa più oltre che quando si desse mano a quella caccia di Milano. Sarebbe ben necessario esser francese o spagnolo, a parte che fare secondo il solito di stare a veder la mischia, che sarebbe consiglio pernicioso, facendosi la caccia così vicino a Venetia, ed allhora converrebbe il deliberare il manco male. Il quale in verità è difficile da scorgere perché l'amicitia e vicinanza de Spagnoli è molto pericolosa. Ma, tornando all'amicitia di Francia con Savoia, se si darà qualche pegno o cautione, non in cose mobili ma in beni stabili, si potrà credere qualche cosa quando no, io resto nella mia pertinaccia che sij un gioco da ambe le parti o almeno da una.
In questo punto che io scrivo, mi viene alla mani una di Vostra Eccellenza delli 14, ché sino ad hora non havevo ricevuta se non quella de 26. Fra Paolo tiene che tra quei del senato siano alcuni, quali avvisano l'ambasciator9 di Venetia a Roma10 di quello che Foscarini scrive da Francia ed, immediate, esso ambasciator di Venetia a Roma scrive qualche cosa per contrasegno, come detto dall'ambasciator di Francia a Roma11 o dal papa, e credo che haverà gran parte quello che ha scritto a *Foscarini questi bei concetti amorosi. Certo, vi è una mano di huomini molto cattivi, è cosa conosciuta da tutti gli amici. Come che il *Barbarigo non è molto diligente, è stato tentato di riscaldarlo così da Nicolò *Contarini come anco da altri, e fatti officij molto efficaci ma in fatto senza profitto. Ma il signor *Foscarini non debbe dubitare che io li scrivessi mai parola che potesse causar disgusto, sarei bene impertinente, anzi sciocco, quando lo facessi. Le darò bene qualche moto, come gli ne ho dati molti per lo passato ma tale che egli creda da ma proprio e non da altri.
Qui habbiamo diverse nove delle quali mi par dovere dar conto a Vostra Eccellenza, che ella potrà vedere se hanno rincontro di verità. Il re di Spagna ha conferito l'arcivescovado di Monreale al cardinal di Savoia12. La infanta di Fiandra13 domanda al duca di Savoia una delle sue figlie per allevarla come sua. In Valenza s'intende che li mori tumultuassero e tenessero qualche prattica con quelli d'Africa, per lo che l'armata passeggia quei mari acciò non le vada qualche aiuto. Dicesi che il duca di Baviera14 habbia sminuita la guarnigione che teneva in Donavert, donde li cittadini fuorusciti habbino preso animo e sijno entrati e, scacciati il resto de' soldati, habbino rimessa la città in libertà. Dicesi ancora che l'imperator15 incominciasse a mancare dalle promesse alli Boemi, sì come essi incominciavano a disarmarsi, onde si sijno fermati con animo di non passare innanzi, anzi di riarmarsi. Si è anco detto che sij stato preso un capuccino in Alvernia e menato con diligenza a Parigi16.
Nella città nostra, Vostra Eccellenza intenderà per altra parte il bando dato all'abbate Cornaro17. Io dirò di più che alcuni vanno credendo che il papa lo possi privare de' beneficij ecclesiastici e due ragioni portano : una perché, se non fa moto alcuno, confesserà che non sij suo suddito e porterà augumento alle ragioni della Republica, l'altra perché, essendo l'abbate in Roma nel pontificato di Clemente, egli seguita in ragione d'amore una donzella che era al servitio della moglie del signor Giovanni Battista, fratello del papa. Per il che egli, che era all'hora il cardinale Borghese, lo pregò di rispettar la sua cognata e l'abbate fece peggio; onde vogliono che vi possi rimanere qualche seme o reliquia di disgusto.
Queste poche cose ho voluto scrivere per finir la facciata. Se Vostra Eccellenza riceverà tedio leggendola, la supplico a perdonarmi.
Di Venetia, li 14 d'ottobre 1609