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1610-04-27.A Castrino

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Molto illustre signor colendissimo
Con questo corriero ho ricevuto due di Vostra Signoria dalla prima de quali veggo che il dissegno di guerra in Italia non era ancora scoperto costì, del quale nella seconda lettera di Vostra Signoria vedo che ella ne ha assai buon sentore; et non è dubio che sarebbe salute universale quando però si drizzasse tutto ad un fine perché il voler haver pericolo con papa ma non guerra in Italia sono cose contradittorie, sicome anco il favorire giesuiti, ma di questo Vostra Signoria me ne rende così buone ragioni che non posso se non scusare il re. Le preparationi di guerra che si fanno costì tanto potenti fanno restar molti suspesi, parendo che per Germani siano troppo grandi et per dividerle in più luoghi non sia ragion di buon governo. *Condé ancora è in Milano. L'abate di Humala4 è andato in diligentia a parlarli da parte del papa non so se sia perché Spagna vogli forsi liberarsi di lui, lo sligare il matrimonio mi par cosa di tanto momento che dubito non partorisca qualche malissimo effetto.
Ho ricevuto la riformatione dell'academia5 di costì la quale mi è stata gratissima et sarà di utilità, se mai si tratterà di reformar quella di Padoa; la mutatione della censura contro l'Aresto è un bellissimo soffisma, perché la prima è già andata per tutta Italia et la riformata si manda costì. Ho ricevuto anco l'oratione di monsignor di Buiscise6 et resto nel medesmo parer che questa sia dicis causa et che la vera sia altra. Ho anco veduto il poema del signor *di Thou inscritto Alla verità7, che mi par molto bello et grave, et ben corrispondente all'occasione che li è stata data.
Dimani partirà il corrier per Ferrara; farò che egli stesso darà recapito alla lettera. Non so quando il *Ciotti sarà di ritorno, ma serbarò la poliza delli libri per la sua venuta. Ho fatto le raccommandationi di Vostra Signoria al signor Asselineo8 et datoli parte delli avisi, il quale li bascia la mano et la ringratia, et tanto mi occorre dirli per risposta delle due sue.
Del rimanente, habbiamo nuova che li romori di Utrech sono composti et alcuni altri di altre città delli Stati. Sono però mali principij questi tumulti populari, perché il castigarli è medicina che supera le forze dell'inferno et il pacificarli è un causare che sijno replicati. Di Germania habbiamo che doveva esser in Praga il convento delli principi catholici alli 21 di questo, il qual passerà con le resolutioni solite di quel paese; però tra Matias et imperator non è buona corrispondenza. Da Constantinopoli vien aviso che quel signore ha fatto strangolare in Temisvar quel principe suriano che si era messo in sua potestà sotto la sua fede, chiamato Gio. Polath9, la qual cosa se ben al presente serve per poter governar meglio le cose di Soria, però l'essempio del mancar di fede porta qualche grave pericolo. Il Persiano haverà quest'anno potente essercito et li Turchi saranno in ordine per opponersegli et potrebbe essere che seguisse la pace, la qual si tratta molto strettamente et pare che l'armarsi non sia se non per avantagiarsi in quella.
La settimana passata doveva seguir abocamento tra Dighiera10 et duca di Turrino. Li preti stanno con estremo timore di guerra massime se verranno reformati. Qui poco si pensa havendo dissegno di essere neutrali che può ben riuscir per qualche tempo ma non già in progresso11 ; il papa procede con tanto rispetto che è cessato l'odio contra lui. Io non ho altra nuova degna di Vostra Signoria, per tanto qui faccio fine, basciandoli la mano et pur non voglio restar di dirli, acciò ella conosca intieramente la nostra malitia, che il papa ha fatto efficaci officij verso il re di Polonia accioché movesse qualche travaglio al Brandeburg in Prussia et giesuiti si sono adoperati per l'istesso; la prego far li miei basciamani a tutti li miei signori, *Servino, *Bochello et *Casaubona ma specialmente al signor *Gilot, alli quali insieme con Vostra Signoria prego Dio che doni felicità presente et perpetua.
Di Vinetia, il 27 aprile 1610
Di Vostra Signoria molto illustre

Affettuosissimo servitore

 

 

1. Les éléments déchiffrés sont en gras.
2. La BnF conserve une copie de cette lettre : ms Italien 2061, f. 82r-85r.
3. Pli incomplet, donc l'adresse manque.
4. Voir Notices biographiques : Guillaume *Du Broc du Nozet, abbé d'Aumale.
5. Sarpi évoque le document relatif à la réforme de l'université de Paris qu'il a demandé à Castrino dans sa lettre du 1610-02-16.
6. Jean de *Thumery (1549-1623), sieur de Boissise, est envoyé du roi de France auprès de la ligue de •Halle. Sarpi fait ici allusion à son discours latin, prononcé le 26 janvier 1610 devant les alliés allemands.
7. L'ode de Jacques de Thou intitulée Vérité a été publiée à la suite des Mémoires de la vie de Jacques de Thou, Amsterdam, François Lhonoré, 1713.
8. Voir Notices biographiques : Pierre *Asselineau.
9. Voir la lettre 1608-04-01 à Groslot où Sarpi évoque déjà le chef kurde, Ali Zambollat, bassa d'Alep.
10. Voir Notices biographiques : François de *Bonne, duc de Lesdiguières.
11. Voir Notices historiques : les affaires du duc de •Savoie.

Type scripteur
  • Copie

Scripteur
  • Marco Fanzano

Chiffrement
  • partiellement chiffrée1

Signature
  • non signée

Lieu
  • Venise

Source
  • BnF, Dupuy 111, f. 36r-v2.

Editions précédentes
  • M. Busnelli, 1931, II, lettre XXXV, p. 82-84,

  • M. Busnelli, 1986, lettre XXIV, p. 128-131.