1610-11-23.A Castrino
Al molto illustre signor colendissimo
Il signor3
Molto illustre signor colendissimo
Crescono continuamente gl'oblighi verso Vostra Signoria per li molti favori che mi fa, avisandomi tanto copiosamente delle cose di costì, né io sino al presente l'ho ricompensata in altro che con ringratiamenti, onde tanto più resto debitore di affatticarmi a metter in prattica la propositione che ella fa, la quale anco spero dover esser riuscibile et riuscita di servitio publico. Vero è che in nessuna corte de' principi questa Republica per ancora ha alcun ministro di tal qualità, se ben li ambasciatori d'altri principi in questa città ciascuno ne ha un tale, ma chi non volesse principiar mai una cosa buona, non potrebbe manco perfettionarla. Ne ho fatto moto con qualche amico et son restato in apuntamento di aspettar il ritorno del signor *Nani per apuntar con lui tutto il filo del negocio et, forse, per farne apertura col mezo suo, ma di ciò l'anderò avisando alla giornata.
Quanto alla relatione havuta da Ferrara, non ha da maravegliarsi Vostra Signoria che non vi sia vera relatione delle qualità del padre poiché, doppo la morte dell'ultimo duca4, la nobiltà et li buoni cittadini sono quasi tutti partiti et la città è assai desolata. Nel particolare che ella desidera sapere, io farò che sarà pienamente raguagliata con muodo così destro che l'amico non se n'accorgerà niente; non li prometto che questo possi essere per lo primo spazzo che sarà hoggi 15, ma al sicuro non passerà quello di hoggi 29 et, stia sicura, che troverò muodo di farlo intieramente bene et di cavarne la verità.
Ella ha molta ragion di dubitare per quell'importante punto che è haver giesuiti appresso, ma non resterò di dirli che sicome costì parimente anco qui vi sono delli huomini accorti che fingono con giesuiti et si servono di loro per acquistar credito; non però li amano ma li ingannano per il che da questo non bisogna muoversi, ma cercar di penetrar il vivo, il che li do parola che sarà ben fatto.
Mi è stato molto grato l'aviso di Nimes ma da quello non cavo li giesuiti esser stati scacciati di là, sì ben prohibitogli l'insegnare et brugiatoli li miracoli straminei; in ogni muodo, questo servirà alla causa che si debbe disputtar costì. Non haverei creduto che l'autthore della Remostranza al Parlamento5 havesse saputo così ben maneggiare in lingua francese et amplificare un concetto; certamente, è una bella scrittura et ha di proprio che muove anco l'affetto; non ha però detratto niente all'▪Anticotone, al quale non so se si possi aggiongere. Son appassionato di desiderio di conoscere per nome l'auttore. Li buoni padri haverano molto da fare, se vorano rispondere a quel poco che sin hora è scritto, non che a quello che si scriverà et pur che essi, mentre gl'altri attendono alle parole, non preparino qualche occulta mina per alcun grand'assalto. La regina non potrà restar di favorirli, essendo suoi deffensori et havendone bisogno tanto più sempre, quanto più crescerà il numero di malcontenti6.
Non è maraveglia che al sacro del re sia avenuta qualche disputa di precedenza7, è da rallegrarsi che tutto sia terminato bene; ma è maraveglia che passino così in silentio et non si vogli saper quello che vien offerto manifestar dall'Inghilterra. Si potrà ben prolongare, ma il fine sarà che bisognerà venir alli Stati8 et se altra causa non vi sarà, lo farà l'impertinenza di giesuiti ma come essi non agrandiscono *Badoer che è tanto loro9 che per ciò si è separato dalli parenti et amici! Hanno gran torto a non ne tenir maggior conto, massime che io li credo autthore della deffesa più che Madamigela de Gornai10.
È qui il nepote del signor *Gilott il qual è un giovane gratioso et compito; mi duole che non si servi di me in alcuna cosa; per lui al suo ritorno scriverò al signor suo zio; tra tanto prego Vostra Signoria basciargli la mano.
Li libri che Vostra Signoria dimanda non credo si potrano mandar, se non per la via di Francfort, per il che vi è tempo che Vostra Signoria possi parlar con alcuno di cotesti librari che anderano a quella fiera, al quale io possi farlo consignar là et avisarmene il nome.
Intorno alle cose del mondo, siamo ancora nelle solite incertezze se doveremo haver guerra o pace; si aspetta per questo il contestabile di Castiglia11 et, forsi alla sua venuta, ne sapremo manco che hora. Il duca di Savoia attende a rassegnar et augumentar le sue genti et li Spagnoli ad acquistar con arte et con denari li luochi circonstanti allo Stato di Milano. Li principi italiani veggono, s'ingelosiscono ma antepongono una longa infirmità ad una incerta medicina. La regola della medicina è Quæ relinquuntur in morbis, reciviva facere solent12. In Germania, se ben le cose paiono acquietate, son in maggior pericolo, crescendo sempre le differentie. L'imperatore, per l'accordo successo tra Baviera e Anspac insuspetito, non vuol licentiar le genti de possa et quelli non si disarmano perciò totalmente. In Roma, s'è atteso in questi giorni passati a canonnizare San Carlo Boromeo13, nel che la pompa non ha ceduto a quella del sacro del re; la spesa è stata ben de 60 mila ducati et tengo ben per fermo che sia stato tirato più colpi di artegliaria in Roma et in Milano per questo che in Parigi et a Rems per quell'altro. Con questa allegrezza spirituale voglio finire, basciando le mani a Vostra Signoria et pregandola darmi qualche aviso del signor *Casaubona, et far le mie humili racomandationi alli signori *Servino, *Bochello et *Giustello. Fra Paolo.
Di Venetia, li 23 novembre 1610
Di Vostra Signoria molto illustre
Affettuosissimo servitore
M… R…14