1610-12-21.A Groslot
Molto illustre signor colendissimo
Sino a questo punto, quando, non potendo più differire per la instante partita del corriero, mi pongo a scrivere, non sono arrivate le lettere di Francia, per il che non farà nissuna maraviglia a Vostra Signoria se mi haverà scrito et non riceverà aviso del recapito. Io credo che questo sarà l'ultimo spazzo pel quale potrò scriver al signor *Foscarini in Francia, essendo che all'arrivo di questo sarà anco arrivato il suo successore a Parigi4. Per il seguente corriero non li scriverò, se non haverò trovato muodo come le lettere debbino capitare per via di Turino.
È passata qui una voce, dicesi per lettere venute all'eccellentissimo *Champigny, che il Parlamento di Parigi habbia fatto un Arresto contro il libro del cardinal Bellarmino: il che, sì come sarebbe giusto et conveniente, così mi rendo difficile a credere che sia effettuato, essendo in un tempo quando uno de' impedimenti alle attioni giuste è la loro giustitia.
Qui in Italia, tutti sono in grande allegrezza per la risolutione venuta di Spagna che siano licentiate le genti di Milano et conservata la pace d'Italia. Già si è dato l'ordine che non si procedi più inanzi nell'armarsi, così da una parte come dall'altra; tanto che il nostro timore è stato vano. Se la continuatione della pace sarà utile o dannosa, l'evento lo demostrarà. In somma si vede, così per questo essempio, come per doi altri occorsi già pochi anni, che la guerra non può haver luoco in questa regione.
Vi è dubio se la Germania goderà la stessa buona fortuna, così per li sospetti dell'imperatore, il quale tiene ancora in armi le genti di possa, come per le pretensioni di Sassonia sopra Clèves5 ; il quale ha havuto promessa dalli suoi d'un millione di fiorini et sta facendo dieta con quelli di sua casa per resolversi. Et Leopoldo6 non dorme, il quale vorrebbe in ogni modo racquistare quello che non ha potuto tenere.
Il papa ha pagato alla lega catholica7 24 mila fiorini et sente con disgusto che in Italia non si disarmi, temendo che non gli convenga pagarne degli altri et desiderando in ogni modo pace per tutto, acciò ché qualche sinistro accidente non trasportasse in Italia qualche scintilla del fuoco acceso altrove.
Per l'ultima mia, scrissi a Vostra Signoria la morte del già arcidiacono et vicario di Venetia8, successa in Roma, con quei particolari che all'hora seppi: li quali anco li confirmo, ma li aggiongerò hora il muodo saputo più particolarmente, et tuttavia certo. Il giorno delli 25 novembre, il misero fu inviato a disnare da Marc'Antonio Tani, cameriero intimo del papa, solito d'invitarlo qualche volta, dove andò sano et allegro, e disnò in sanissima dispositione. La notte, li sopravenne una uscita di ventre con tant'impeto che in pochissime hore evacuò circa quaranta volte, prima li humori, poi il sangue et finalmente la vita. La mattina uscì qualche rumore che fosse stato avelenato, per il che il papa mandò il suo chirurgo quale, aperto il corpo, certificò non haver trovato alcun indicio di veneno.
Io sto con molto pensiero come continuare la communicatione con Vostra Signoria, tuttavia spero che ci troverò il ripiego. Tra tanto, gli bascio con ogni riverentia la mano, pregando Dio che la conservi in sanità et prosperità.
Di Venetia, li 21 decembre 1610
Mi scordai per la passata dirli che il nome dell'ambasciator della Gran Bretagna è signor Dudley *Carleton.