1611-03-15.A Groslot
Molto illustre signor colendissimo
Poiché io hebbi aviso dell'arrivo a Lione del signor ambasciatore *Giustiniano, credendo che egli dovesse trasportarsi in pochi giorni a Parigi et che il signor ambasciator *Foscarini partisse immediate per Inghilterra, mi fermai di scrivere, che è la causa per quale Vostra Signoria non haverà ricevuto mie lettere da due mesi in qua. Hora, vedendo la sicurezza del passaggio per altra via4, ricevo gran piacere di veder rimessa in piedi la nostra communicatione, in questi tempi massime, quando il dar et ricever qualche aviso può esser occasione a qualche successo di momento.
Già ricevei una di Vostra Signoria delli 21 dicembre, et doppo quella un'altra delli 4 genaro a quali, per le cause sudette, non diedi risposta. Per questo corriero, ho ricevuto per via di *Barbarigo quella dei 15 febraro et un giorno doppo monsignor *Asselineau mi rese un'altra delli 2 del medesimo mese, alle quali risponderò seguendo l'istesso ordine.
Primieramente, vedendo che Vostra Signoria, doppo una grand'accession della colica, ne ha havuto un'altra non minore dalla gotta, dubito che ella stessa favorisca coteste indispositioni, con lo studio et con le vigilie, che sono causa della crudità, materia di questi mali; per il che non posso restar di pregarla ad haver un poco di più cura della sua salute, poiché finalmente chi non misura le forze et lascia la briglia all'animo, fa manco cammino che chi, conoscendosi debole, va piano5.
*Barbarigo ha sentito grandissimo disgusto che non sia stato reso a Vostra Signoria un esemplare di Bellarmino, il quale egli ha mandato per lei nominatamente et non gli basta questa escusatione, ché ha scritto per farne venir un altro et mandarglielo. Ma mi stupisco assai per che causa li romanisti fanno tanta instantia per quel libro costì et qui non ne parlano; se forse questo non è per la lor maggiorità, quando occorre la minorità del re. Ma, per continuare di questo libro, sappia Vostra Signoria che ve n'è grand'abondanza nello Stato ecclesiastico, et nel rimanente d'Italia non se ne trova, di che in Vinetia si sa la causa: la publica proibitione, ne gli altri luochi sanno far fatti, senza parole. Ma che dirà Vostra Signoria che il re di Spagna habbia in così solenne modo prohibito il trattato di Baronio della Monarchia di Sicilia6 ? Io mando una copia tratta da originale authentico (il che dico acciò Vostra Signoria non dubiti della verità) mi dà da pensar assai che essendo stampato quel libro nel 1605 et essendo prohibito all'hora dal viceré di Napoli (di che esso Baronio se ne querelò in forma assai petulante appresso il re), adesso, doppo tanti anni, siano venuti in pensiero di far un tal passo, non mai più fatto da loro. Io so di buon luoco che, havuto il papa notitia di questo edicto, l'ha mandato alla congregazione dell'Indice per consultarci sopra. Vederemo che resolutione prenderanno. Prego Vostra Signoria far haver una copia di questo edicto a monsignor *Leschassier, per mio nome. Et poiché siamo in questa materia de' libri, le darò conto d'haver ricevuto quello di monsignor *Vignier, il quale in una materia poco fertile si dimostra molto buon artefice7. Io ho ricevuto la correttione del Poema, ma la prosa non ciede di niente al corpo, anzi secondo il mio gusto, li è com'ornamento necessario. Io non so perché li padri giesuiti mandino in tante forme attorno quella sua diffesa contra l'▪Anticotone, se questo non è perché, secondo il loro uso, voglino negar quello che parerà a loro; ma qui vien aspettata la replica. È stata veduta qui la copia della lettera scritta per nome di Suilly alla regina8, così abondante di belli et vivi concetti come di millioni, se non sono di maravedis.
L'assedio di Geneva è andato in fumo9, come anco veniva creduto da tutti gl'huomini prudenti che dovesse suceder. Le dico ben per cosa vera che havendo il duca dimandato aggiuto al papa per quella impresa, riportò per risposta parole generali et inconcludenti, con un conseglio in fine che era impresa da differir a tempo più opportuno, et di questo Vostra Signoria non dubiti, né meno lo ascrivi a carità. Ma per attender a Germania, disse il papa che sperava di Germania, ma in Francia sarà la guerra; così certamente esso et li giesuiti la trattano. La settimana passata, in Roma, è stato preso un Francese vestito da giesuita et essaminato immediate con molta secretezza, senza che si possi sapere né la materia, né la persona.
Qui si parla assai di quella prigioniera, sopra la morte del re, ma *Du Tillet m'assicura che non è niente. Non so se l'interesse lo faccia parlare o pure perché sappia quanto si può scuoprire10.
Il Padre mandò a monsignor *di Thou le cose promesse, da l'ambasciator *Nani, ma egli non le ha date, né il padre sa come uscir di quell'obligo.
Mi resta dir a Vostra Signoria solamente che il duca di Savoia ha posto taglia, dove caverà un millione, con total ruina del suo paese. Il signor *Molino et padre Fulgenzio11 li basciano la mano et io insieme con loro et con maggior affeto, pregando Dio che le doni ogni prosperità.
Di Parma, li 15 marzo 1611