1611-07-23.A Groslot
Molto illustre signor colendissimo
Questo corriero non mi ha portato lettere di Vostra Signoria, il che le dico solo per aviso. Io parimente ho poca materia da scrivere, passando le cose qui in Italia con tanta quiete che maggiore non si potrebbe pensare né desiderare. Faccia Dio che sia perpetua, se però è a gloria sua et beneficio nostro. Solamente il duca di Savoia sta guardando, come se fosse tra nemici. Ha fatto venir 900 Savoiardi in Piemonte et posti 1500 Svizzeri in Savoia: difficilmente si quieta o perché habbia ragione di suspicare, o perché pretendi haverla.
Ma le cose di Germania sono bene in molta alteratione et, se bene pare che tra fratelli austriaci4 sia per conciliarsi concordia, nondimeno sarà con diminutione dell'uno et dell'altro. La morte del duca di Sassonia5 par bene che possi haver consequenze di commun beneficio; nondimeno l'evento delle cose è così incerto, massime in quella regione, la qual ancora non s'è liberata a fatto dell'otio invecchiato, che malamente si può predire cosa alcuna.
Sono già venute nuove qua che l'assemblea di costì habbia havuto fine tranquillo, con sodisfattione di tutti, il che dà manifesto segno che Dio risguarda cotesto regno con occhi di pietà. Ma di questo io aspetto d'intenderne qualche particolare da Vostra Signoria. Mi dà un poco di noia che *Barbarigo partirà presto, onde resto in gran pensiero come si continuerà la nostra comunicatione, la qual non vorrei per molto che restasse interrotta6.
In Roma, il cardinal di *Gioiosa è stato infermo di una diarea con febre, che faceva dubitare della sua vita. Al presente si trova senza pericolo. Il papa negotia con la Republica di quello che altre volte ho scritto a Vostra Signoria, con tanta destrezza, che non si potrebbe maggiore. Et, quello che non piace al padre7, con questo avanza, et vi sono persone tanto semplici che lo stimano mutato di voluntà, et pochi l'interpretano quello che veramente è: un accommodarsi alla necessità et un conservar l'animo cattivo, anzi farlo più intento, con pensieri di vendetta maggiore all'opportunità. Sento dispiacere che per questa sorte di accidenti deteriora quel poco di religione. In somma, si vede per esperientia che non piace a Dio benedire il suo servitio, cominciato per fini humani.
Con l'occasione della venuta di una8 di Soria, ho inteso gran cose del procedere de' padri giesuiti nelle Indie, dove s'hanno ridotto a dominar apertamente, manifesto indicio della intentione che hanno di far lo stesso in Europa, se potranno.
Io non sarò più longamente tedioso a Vostra Signoria con la presente, ma qui facendo fine, bascio la mano.
Di Vinetia, li 23 luglio 1611