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1611-08-16.A Groslot

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Molto illustre signor colendissimo
L'ultima mia fu responsiva a quella di Vostra Signoria delli 28 giugno, la presente accusa la ricevuta dell'ultima sua delli 11 luglio, la quale mi dà buona nuova, avisando che ella ricupera la sanità et mi fa star in aspettativa di veder la seguente, da quale io son certo dover intender che l'haverà raquistata intieramente. Così prego Dio nostro Signore che li doni gratia di poterla goder lunga et felice.
Questo corriero ci ha portato assai buone nuove da Parigi le quali, in tutta somma, sono speranze che la quiete in Francia continuerà et che tutti haveranno sodisfattione. Mi dispiace che l'▪Anticotone non proseguisca le cose incominciate, perché mi pare la maniera sia molto buona per metter bene in luce le arti de' giesuiti. Se il timore lo ritiene, potrà forsi col tempo prender animo che mai sarà tarda una opera buona. Ma Dio voglia che non sia guadagnato come questi gran maestri sanno fare.
Ho fatto l'ambasciata a monsignor *Asselineau, qual mi dice d'haver sempre scritto a Vostra Signoria et lo credo, ma bisogna che l'inviamento che usa sia tardo.
Se le cose di Germania non ci dassero materia di ragionamento, resteressimo senza haver che dire, et li ragionamenti che sopra ciò si fanno sono piacevoli, poiché non si tratta di sangue, ma solo di diete, accordi et poca osservatione di quelli. Con tutto ciò, le cose caminano così lungo tempo che maraviglia sarà, se non haveranno qualche sinistro fine. Io prego Vostra Signoria per il recapito della presente.
Il re di Spagna ha fatto il suo terzogenito prete et datogli una abbadia4 ; *Brèves dice, se lo faranno cardiale, anco Francia vorrà cardinale un fratello del re di Francia. Questo sarebbe ottimo ché sarebbono tre papi et è concetto da fomentare.
Di Spagna hanno scacciato l'auditore del nuntio, dicendo che dava a lui mali consegli. Hanno commandato poi al nontio che levi l'interdetto di Saragozza et ha ubedito. Sono gran punti. Il governator di Milano5 ha fatto intender a Genoa che si guardino dal duca di Savoia, egli non può dissarmare, sempre inquieta et mette in ruina il suo Stato. Non si quieterà sin che non vede guerra, se ben teme Spagna et per tanto non ardisce intraprendere cosa.
Bene è certo che *Matthias non finge contro l'imperatore, però s'intende con Roma et Spagna. Non mantenirà la fede a' confessionisti, se non quanto sarà sforzato, con animo d'interpretare, se potrà. Si rega totalmente col conseglio del vescovo di Vienna6 et non spera esser imperatore se non per Roma. Non convien guardar che anco Leopoldo7 sia favorito da loro, che son buoni maestri perché sanno trattenere ambidua. Spagna pensa di mandar il secondo genito8 per educare in Germania, per far qualche cosa quando sarà in età. Il papa neglige ogni cosa.
La prego dar queste nuove a monsignor *Du Plessis.
In Roma, essendo fuori della città il cardinal di *Gioiosa, si salvò nel suo palazzo un pover huomo preso per debiti da doi birri solamente, et fu diffeso da alcuni cuochi et staffieri del cardinale. Per questo essendo nato rumore, molti gentilhuomini francesi si ritirarono là, per vedere che cosa era. Tra tanto il papa diede ordine al governatore di prender tutti quelli che ritrovava nel sudetto palazzo, il quale andò in persona, con numero grande di birri che, gettata in terra una porta da dietro del palazzo, entrarono gridando Viva Spagna !, non so per qual pazzia. Presero molti gentilhuomini che erano là —in particolare un nepote del cardinale du Perron9 —  furono tenuti tutti in priggione quella notte et essaminati, et la mattina liberati, eccetto li colpevoli. Il cardinal di Gioiosa10, avisato, entrò in Roma la mattina et diede ordine alle cose sue et, senza parlar né al papa né al *Borghese, se ne tornò fuori. Adesso si tratta di dar qualche satisfattione al cardinale, di che l'ambasciator di Spagna fa maggior instanza di tutti. Tra tanto que' poveri gentilhuomini, oltre l'esser stati in prigione la notte, hanno scosse di buone bastonate con li calci delli archibusi. Ho voluto, non havendo nuove di momento, scriverle queste leggiere et qui facendo fine, le bascio la mano.
Di Vinetia, li 16 agosto 1611

 

 

 

1. Le nom et la signature du copiste, Jacques *Dupuy, apparaissent sur la page de titre du manuscrit.
2. Cette lettre est précédée d'un numéro d'ordre : 67 qui corrige l'erreur d'ordre chronologique entre les lettres du 2 et du 16 août. La BnF conserve une autre copie [Italien 1440, p. 408-413] : De la bibliothèque de Mr le P. Bouhier, B44, MDCCXXI.
3. La copie ne comprend pas l'adresse.
4. Ferdinand d'Espagne (1609-1641), dit le cardinal-infant, a été archevêque de Tolède dès 1619 puis rapidement cardinal. De 1634 à 1641, il est gouverneur des Pays-Bas espagnols.
5. Juan *Fernandez de Velasco a été trois fois gouverneur de Milan : de 1592 à 1595, de 1595 à 1600 et de 1610 à 1612.
6. Melchior Klesl (1552-1630) est né à Vienne de parents protestants. Il entreprend des études de philosophie. Converti par le jésuite Georg Scherer, il devient un grand pourfendeur du protestantisme. Chanoine de la cathédrale Saint-Etienne de Vienne, évêque de Passau puis de Vienne (1598). Il a une forte influence politique : il s'oppose aux concessions accordées aux Hongrois en 1606 et travaille à l'élection de Matthias au trône impérial. Cardinal en 1616. Après la défenestration de Prague (juin 1618), il est emprisonné par l'empereur Ferdinand II puis, libéré, il part pour Rome (novembre 1622). Il revient en Autriche comme évêque de Vienne. Il est enterré dans sa cathédrale.
7. Voir Notices biographiques : Leopold V de *Habsbourg
8. Voir Notices biographiques : Charles de *Habsbourg, infant d'Espagne.
9. Voir Notices biographiques : Jacques *Davy du Perron.
10. Voir Notices biographiques : François-Henri de *Joyeuse.

Type scripteur
  • Copie

Scripteur
  • Jacques Dupuy1

Chiffrement
  • non chiffrée

Signature
  • non signée

Lieu
  • Venise

Source
  • BnF, Dupuy 766, f. 28v-29r2

Editions précédentes
  • G. Leti, 1673, lettre LXVII, p. 378-382,

  • G. Fontanini, 1803, lettre LXVII, p. 368-370,

  • F-L. Polidori, 1863, II, lettre CLXXX, p. 222-225,

  • M. Busnelli, 1931, I, lettre LXVIII, p. 186-188.