1612-05-22.A Groslot
Molto illustre signor colendissimo
Con la mia solita riverenza et contentezza, ho ricevuto quella di Vostra Signoria del primo maggio, di che li rendo gratie et specialmente per la Risposta di *Casabon al cardinale4 che mi par opera buona et bella. Sento ben con dispiacere che le cose di cotesto regno s'incaminino a qualche confusione et in particolare la dichiaratione del perdono che mi par a punto un'inventione de' giesuiti. Et non so in me medesimo vedere come un tal principio non sia per haver consequenze deplorabili, se dalla bontà divina non vi è posto qualche rimedio singolar et extraordinario. monsignor *Leschassier mi ha mandato li atti dell'appellatione di *Richer5 et son restato assai maravegliato, parendomi la libertà di Francia incatenata con vincoli di Spagna.
Qui in Italia non habbiamo cosa nuova. Il papa cede alla Republica in tutto quello dove riconosce le raggioni sue et questo fa li nostri negligenti, anzi rilassati, che è pernitie per la Republica.
Si aspetta in Turino il cavalier *Wotton, ambasciator della maestà d'Inghilterra a quella altezza, et si prepara honori grandissimi da farli. Il duca è andato sino a Rivoli per trattenersi con lui un giorno et intendere il sodo di quello che porta. Il suo ingresso in Turino sarà con incontro del cardinale et principe6 sino a Miraflores7, punto molto importante quando s'aspetta al cardinale. Tengono che l'ambasciaria sia per la trattatione del matrimonio. Io però, riputando che sia concluso col palatino8, vado credendo che il duca di Savoia, vedendo levato l'equilibrio di Francia et Spagna et ambidue poste in una sola bilancia, pensi di assicurare le cose sue accostandosi a chi lo può diffendere. Se il re d'Inghilterra non fosse dottore9, si potrebbe sperar qualche bene et sarebbe un gran prinipio perché Spagna non si può vincere se non levato il pretesto di religione, né questo si leverà, se non introducendo reformati in Italia. Et se il re sapesse fare, sarebbe facile, et in Turino et qui.
La Republica negotia lega con Grisoni. Per quella strada si potrebbe far qualcosa, se dimandassero essercitio di religione in Vinetia. Io son avisato per cosa certa che monsignor Pasqual10 in Grisoni ha fatto solenissimo giuramento in publico che non ci è nessuna conclusione di matrimonio tra Francia et Spagna. Questo non so come si salverà, né se li giesuiti haveranno equivocatione per trovarci ripiego.
Non sarò più lungo in questo giorno, per diffetto et di materia et di tempo. Li dirò solamente che il signor *Barbarigo è ritornato et si risolve di non voler Spagna, onde li tocherà Francia, ma sarà l'anno venturo. Habbiamo fatto più volte discorsi di lei et ultimamente li ho letto la sua et fatto le salutationi, di che egli ne rende gratie et la risaluta, sì come anco fanno il signor *Molino et padre Fulgenzio11. Et io per fine raccommandandomi nella sua gratia, li bascio la mano.
[Di Vinetia], il dì 22 maggio 1612