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1612-08-14.A Groslot

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Molto illustre signor colendissimo
Non havendo veduto lettere di Vostra Signoria questo dispazzo, ho creduto che ella sia in viaggio. Non però ho voluto intermetter il consueto et debito uso di salutarla et farli riverentia per ogni corriero, se ben non ho cosa di momento nuova, degna della sua saputa, poiché in Italia non vi è negotio considerabile, salvo che la trattatione di matrimonio che fanno il duca di Savoia et quello di Toscana, per maritare questo una sorella et quello una figlia al principe di Galles. Li Toscani, come se il matrimonio fusse concluso, hanno mandato a dimandarne licenza al papa; al che vien dato dalli intendenti due interpretationi: l’una che essendo certi di ricever la negativa d’Inghilterra, voglino, per honor loro, riceverla più tosto dal papa, publicando che tutto sarebbe stato concluso, se il pontefice havesse assentito. Li altri credono che, tenendosi esclusi, voglino escluder anco il duca di Savoia, ricevendo dal papa una negativa, acciò serva per essempio a lui, per non caminar più inanzi nella trattatione, et necessiti anco il papa a far il medesimo con Savoia et star perseverante. Ma se quel grande et savio re essequirà il conseglio dato al figlio nel suo Basilicon doron3 , l’uno et l’altro potranno voltar li loro pensieri altrove.
Il duca di Parma, se ben ha veduto la morte di tanti et principali delli suoi incolpati di congiura4 , non perciò è restato senza timore ma tuttavia va imprigionando altri et impiendo le sue città di persone forestiere, cosa la qual Dio non voglia che partorisca qualche inconveniente, a rovina della casa sua o della città.
Li Turchi sono in mare, verso la Calabria, con armata et li Spagnoli parimente al Capo di Otranto con un’altra, se ben inferiore. La mente di questi sarebbe far qualche attione per la quale mettessero alle mani la Republica con Turchi, ma le loro arti et fini sono troppo scoperti, né credo che li riuscirà alcun di questi dissegni.
Li disgusti del papa et della Republica vanno ingrossando sempre più et temo che in fine si venirà a rottura. Li preti hanno scommunicato un capitano di mare, ma in secreto. Il vescovo di Jerena è chiamato per haverlo detto, et un vicecapitano del patriarca di Aquileia imprigionato in luoco dove si tiene esser soprano, cose che i preti non possono sopportare. Temo che in fine sarà guerra, ma come si farà di agiuto, non essendo re in Francia ? Desidero che Vostra Signoria mi dica che cosa si possi sperare.
Intendo che in Parigi è stato imprigionato un curato, per esserli trovate alcune scritture. Ho gran curiosità di sapere che scritture erano quelle.
Le cose di Germania, doppo la creatione dell’imperatore5 , riposano. Dio faccia che sia per lungo tempo, sì come anco prego Dio che conservi la pace in cotesto regno et doni a Vostra Signoria ogni felicità, alla quale restando dedicato, bascio humilemente la mano.
[Di Vinetia], il dì 14 agosto 1612

  • 1La BnF conserve une autre copie [Italien 1440, p. 525-528] : De la bibliothèque de Mr le P. Bouhier, B44, MDCCXXI.
  • 2La copie ne comprend pas l’adresse.
  • 3Le traité de Jacques 1er d’Angleterre intitulé Basilicon doron [Edinburgh, Robert Waldegrave, 1599] signifie le “don royal” et se veut une longue lettre de conseils de gouvernement destinés à son fils aîné Henry Frederick et, après la mort de celui-ci en 1612, il l’a destiné à son second fils Charles, le futur roi Charles 1er.
  • 4Voir lettre 1612-06-05 à Groslot. Voir Notices biographiques : Ranuccio I Farnese.
  • 5Matthias de Habsbourg a été élu empereur, le 13 juin 1612.

Type scripteur
  • Copie

Scripteur
  • Jacques Dupuy

Chiffrement
  • non chiffrée

Lieu
  • Venise

Source
  • BnF, Dupuy 766, f. 35r-v1

Editions précédentes
  • G. Leti, 1673, lettre XCI, p. 486-488,

  • G. Fontanini, 1803, lettre XCI, p. 418-420,

  • F-L. Polidori, 1863, II, lettre CCXV, p. 327-329,

  • M. Busnelli, 1931, I, lettre XCI, p. 236-238.