1612-08-17.A Hotman J
Molto illustre signor colendissimo
Rendo molte gratie a Vostra Signoria per la sua delli 22 luglio, a quale non ho fatto sin'hora risposta impedito da una grave et noiosa indispositione, che m'ha tenuto occupato li giorni passati et della quale non son ancora intieramente liberato. Ma io non potrò corrispondere alli avisi che Vostra Signoria mi da nella sudetta sua per la sterilità di cose nove in queste parti, dove non habbiamo se non il trattato di matrimonio che si negotia da Savoia et da Toscana diversamente, per dar moglie al prencipe di Galles. Già li Toscani ne dimandano licenza al papa, come di cosa fatta, et però da tutti conosciuto che questa è un'arte per ricever una negativa da lui et cavarne doi frutti: l'uno mostrare che d'Inghilterra non sia stato rifiutato il partito ma che l'impedimento venga dalla volontà del pontefice, l'altro accioché il duca di savoia da quella intenda che sia per haverne una simile in caso che il trattato suo andasse inanzi; se ben chi ha giudicio può tener per certo quel prencipe non esser così debole che quando nin restasse altro per concluder il matrimonio si lasciasse metter un tal impedimento. Io son ben del parer di Vostra Signoria che il re della Gran Bretagna non vorrà contravenir esso alla instruttione data al figlio et publicata per tutto il mondo, ma li principi non si delegiano meno tra loro di quello che facciano li privati.
Il duca di Parma1, se ben ha levato di vita tanti congiurati2, non è però restato senza timore per il quale ogni giorno fa impreggionare alcuno et ha impito non solo Parma, ma Piacenza ancora di gente forestiera. Par impossibile che un tanto moto termini senza la rovina o del principe, o de i sudditi.
Lo Stato di Milano ha havuto un nuovo governatore3, il qual si dimostra sin'hora persona destra et di giudicio.
In Roma, le cose caminano secondo il solito : il maggior pensiero che sia in quella corte è, mentre che hanno il vento favorevole, proseguir la navigatione per far conquista delle libertà gallicane.
Quivi è qualche opinione che si possi romper la tregua con Spagna et li Stati, la qual vien fondata sopra la gran quantità de denari che Spagnoli rimettono ne' Paesi Bassi; con tutto ciò io credo che ciò più tosto si faccia per fare una pace, che una guerra. Tengo certo insieme con Vostra Signoria che li Spagnoli havevano che travagliar in Germania per stabilir li regni di Ongaria et Boemia in casa d'Austria et credo che sia opera loro la ritirata di Massimiliano, accioché restando Alberto4 senza maggior fratello possi esser messo inanzi et poi se gl'habbia a dar un figlio addottivo che li debbi succedere, cose che alli Spagnoli non saranno difficili da effettuare, spendendo secondo il loro consueto. Credo bene che il mondo resterà ingannato dell'opinione comune che doppo Rodolfo5 le cose di Germania si dovessero riformare et l'evento mostrarà che li desordini si faranno maggiori.
Se li Turchi faranno la guerra verso occidente, il che non si sa ben certo ancora, più tosto sarà contra Polacchi che contra Germania, per impedir li progressi in Moscovia6, et non lasciar far augumento notabile a quel re. In Ongaria, non vi è motto alcuno ma in Transilvania solamente et Valachia de' quali vorano fossi servirsi li Turchi per far che Tartari habbino transito a quella parte della Polonia, che è più a mezo giorno.
La edification de Mulheim senza dubio rovinerà Colonia et sarà un dei frutti di giesuiti, che vogliono sempre l'estremità. La disputa de Vorstio sicome anco che è nata tra Molin et Tileno7, non farano gran bene; sarebbe più a proposito inventar maniera di estinguer molte delle vecchie che di eccitarne de nuove. Ancora le cose promosse da Richier8 in Parigi voglia Dio che facciano più tosto ustinar più li avversarij et cader qualche spirito debole, che haver luoco alla verità. Questo tempo non è molto opportuno per le contentioni di parole per la conditione del seculo, che s'appiglia sempre al peggio. È passato per questa città il padre Nei, frate cordelier, che prima maneggiò la tregua dei Paesi Bassi, è venuto di Roma et passa in Spagna. È persona molto secretta et avveduta, con tutto ciò li è uscito di bocca che ha per le mani un negotio, il quale se riuscirà non sarà remeritata l'opera sua con un millione de scudi. Potrebbe forse questa essere la pace; ma sia quello che vuole atteso il luoco dove va et le qualità sue, non può esser se non qualche male.
Io ho recapitato quella di Vostra Signoria in Constantinopoli et resto con desiderio di ricever in ogn'altra occasione li suoi comandamenti, et qui facendo fine, con riverente affetto, le bascio la mano.
Di Venetia il dì 17 agosto 1612
Di Vostra Signoria molto illustre
Affettionatissimo servitore
f. Paulo da Venetia