Aller au contenu principal

1612-10-23/24.A Groslot

4

Molto illustre signor colendissimo
L'ultima mia a Vostra Signoria fu delli 25 settembre. Il corrier che portò quelle di Vostra Signoria delli 18 settembre doveva gionger qui alli 6 di ottobre et, per li mali tempi, gionse solo alli 11 et partì il medesimo giorno, senza che io lo sapessi: il che fu causa che per quel spazzo non scrivessi. Mi portò quel corrier la sua delli 11 col libro de' concilij pisani5 et l'altra delli 14 con la Pietà di Barclay6 et la terza delli 18. Alle prime non è bisogno d'altra risposta che della ricevuta, a questa terza risponderò prima a passo a passo per dirli dopo, in fine, le cose di qua.
La causa, perché ella non ha ricevuto la mia delli 11 settembre, credo esser stata perché *Barbarigo la mandò per l'ordinario di Turino acciò passasse in Francia con quel di Roma. Spero che a suo tempo l'haverà ricevuta.
Le dirò, in una sola parola, che sì come sento piacer della riunione, così temo che non sia seminata qualche altra materia di discordia, perché li altri sono troppo buoni maestri et li mondani, secondo l'Evangelio, sono più avveduti, né bisogna far dubio che Roma, Spagna et giesuiti mettano tutto il saper et tutti gl'artificij contro i reformati, conoscendo molto bene che mai haveranno tanta opportunità, atteso l'aiuto efficace della regina et di *Villeroy, li quali dovendo presto mancare, consegliano l'acceleratione. Questa è una mala cosa che si possino valer delli proprij, poiché dal fatto di Coudray convien creder che molti ne siano.
La negotiation di Buglion7 con il re della Gran Bretagna mostra la molta prudentia et bontà di quel re, et io ci presuppongo anco constantia.
Ritrovo sempre più sensata et fondata l'operetta di quel Leidressero8. L'autore è un spirito così atto al publico servitio che, se implicherà il suo saper in altro, farà torto a se stesso. Li concilij di Pisa sono ben publicati, se ben l'Italia in questi tempi non li potrà veder, attese le prohibitioni di Roma. Il libro di Barclai ha una bella et degna prefatione, la qual piacesse a Dio che fosse considerata da chi governa Stati. Il discorso contro l'Epistola9 di *Casabon, se non ha autore Fronton10, ha un altro giesuita11, attesa la petulantia et sfacciatezza che non può alloggiare in altre persone.
Quanto alla materia di legua con li Stati ben pensate tutte le cose, son di parere che non sia da metter in trattatione se, prima, non è introdotto ambasciatore ordinario, qui et ivi.
Tra la Republica et il papa non può esser peggio di quello che è dal canto di esso papa, natura la più maligna et più atroce che fosse mai, la quale se non fosse raffrenata da pusillanimità et timor di perder li piaceri, farebbe qualche gran male. Ma, dal canto della Republica, non si conosce se non quello di che si vide effetto. Quanto all'universale, dico, perché non manca chi vede et prevede.
La città di Mülheim mostra dovere esser causa che la tregua si rompa, o vero che li Spagnoli perdino tutta la Fiandra. Ma se la guerra si rinnoverà, considerando che Spagnoli non sono stati bastanti, havendo per loro Colonia et li Stati di Clèves12, mostra che all'avenire debbino poter manco che per lo passato, se però quando si venirà ai fatti non si trovi qualche discordia seminata tra li Stati, la quale li renda impotenti et deboli. Di che dubito grandemente et prego Dio che non sia. Son restato tutto pieno d'ammiratione di quello che Vostra Signoria mi scrive, essere scacciati li Spagnoli da tutte le Molucche, perché di ciò qui non habbiamo nissun aviso, et io desidererei molto esserne ben certificato.
Le cose che vanno succedendo alla giornata sopra il fatto di *Richer transmuteranno in fine la causa di privata in publica et, se succedesse il ristabilimento di Richer, sarebbe una vittoria di molto gran momento, la quale, sì come desidero, così non ardisco sperare. Ma ben prego Vostra Signoria avisarmi di tutto quello che succederà.
A quello che Vostra Signori mi dimanda: la morte del duce Donato13, che sia in gloria, non ha fatto nissuna novità in questo governo, per a perfettione delli ordini che ha nel maneggiar le cose interiori. A' quali se fossero uguali quelli che toccano l'esterno, sarebbe il meglio governo del mondo. È perdita della Republica l'esser privata d'un tal soggetto, come d'un prudente et savio senatore ma come di principe non è assolutamente niente. Questo14 è buona et debole persona, in cose di Roma non parlarà perché ha figlio prete. Credo d'haver detto a Vostra Signoria tutto quello che occorreva in risposta.
Di qua, non vi è alcuna cosa di nuovo, se non che dalla Gazetta da Roma viene scritto che Desdiguières15 sia stato posto prigione nella Bastiglia, il che li scrivo, se ben so esser falso (certo è che egli è in Delfinato), ma acciò sappia che avisi mandan attorno16. Avisano parimente nella medesima Gazetta che monsignor di *Rohan si trovi armato con 8 mila persone per voler far novità et che si dia titolo di principe di Bearnese. Avisano appresso che sia gionto a Roma alcuni brevetti da coteste maestà, con concessione di pensione a diversi prelati. Quest'ultima credo che sia vera, le altre le scrivo solo per aviso.
L'ambasciator delli Stati in Turchia ha proposto a quel principe di far guerra a Roma, promettendo agiuto di navi. È stato ascoltato et, se a tempo fosse reiterato, potrebbe effettuarsi. Dispiace qui, temendosi Turco in Italia, ma sarebbe salute universale.
Tra la Republica et l'arciduca è mezza guerra, a segno che l'ambasciator di Spagna ha mezzo protestato ma ha ricevuto risposta generosa. Sarebbe di consequenza, se l'arciduca havesse…17.
Doppo haver scritto fin qui, ho ricevuto quella di Vostra Signoria delli 2 del presente, nella qual, avisandomi d'haver ricevuto le mie delli 28 agosto et 11 settembre, non li resta altra di ricevere se non quella delli 25, la qual credo a suo tempo haverà ricevuto. Ma Vostra Signoria mi nomina una sua delli 25 del passato et m'haverebbe messo gran suspicione che fosse perduta, se non aggiongesse che con quella era inviata una scrittura francese contro il signor *Casaubon, la qual è venuta insieme con l'ultima sua delli 18.
La scrittura che mi manda insieme con questa delli 2 non posso ben giudicarla, non havendola veduta se non superficialmente ma ho ben preconcetto un poco di pensiero che non sia pari a quella del Leidressier18. Sento dispiacere che habbia mancato la risolutione a quel che era a favor di *Richier.
Intendendo la indispositione di Vostra Signoria, prego Dio che sia senza febre ché, essendo così, riuscirà una diversione della colica. Prego parimente la Maestà sua divina che il negotio dell'assemblea di Saintonge habbia quell'indirizzo et quell'esito che sia a gloria sua et quiete del regno.
Mi dispiace che la scrittura francese contro Casaubon non porti il nome dell'autore, essendovi a fol. 39 nella seconda faccia, una dottrina degna della fede dei giesuiti la qual, se san Pietro havesse saputo, poteva inventar modo di negar Nostro Signore senza peccato. Chi darà occasione a quegl'huomini di scrivere, li farà come la simia quando monta in alto.
Il signor *Gussoni mi scrive lodandosi molto per le instruttioni che riceve dalli avisi di Vostra Signoria. La prego continuare, massime perché quello che è in Francia19 mai scrive cosa che sia a favore di reformati. Et qui facendo fin, prego Dio Nostro Signore d'haver presto aviso che Vostra Signoria habbia recuperato la sua intiera sanità et che i negotij che maneggia habbiano prospero successo.
[Di Vinetia] il dì 23 ottobre 1612

Poiché il corrier non è partito il giorno ordinario, ho havuto tempo di legger sedatamente la comentatione De temporali potestate papæ. Havendo considerato ciascuna delle assertioni et raggioni dell'autore, io le ritrovo tutte molto ben esaminate et sode et veramente le più principali che si possono usar in tal maniera. Et sì come io credo che sia un'opera molto fruttuosa, come per un breviario a chi tiene la buona opinione, così dubito che non sia per far gran frutto in far mutar la falsa. Egli è tanto conciso che Tacito vi è per niente. Convien che il lettore stia tanto attento a cavar il senso, che resta stando per pesar la forza della raggione. La maniera del dire è tanto arguta che fa trapassar de sotto gl'occhi assai cose, a chi non camina molto lentamente nella lettione. Li huomini di poco sapere et li imbevuti nell'opinione contraria non ci vederanno la perfettione et essattezza. L'autor della Concertation politica20, con tanta materia contenuta in così pochi fogli, haverebbe fatto un giusto et gran volume. Quella maniera è per insinuarsi nell'animo del lettore et persuaderlo: questa così concisa serve alla reminiscenza di chi è persuaso.
Non voglio restar di aggionger alle cose scritte, un altro avviso di Constantinopoli che è stato menato a quella Porta priggione, a' 29 agosto, un gran principe per nome chiamato Abder Haim, il qual possedeva un gran regno nell'Arabia Felice, chiamato Aden, situato immediate fuori della bocca del mare Rosso, sopra l'oceano. Per il che è fatto una gran gionta al Turco di paese et ricchezza, per l'esser là l'emporio principal di quell'Arabia.
Di nuovo bascio la mano a Vostra Signoria, pregandoli da Dio Nostro Signore il compimento dei suoi desiderii.
[Di Vinetia], il 24 ottobre 1612.

 

 

 

1. Le nom et la signature du copiste, Jacques *Dupuy, apparaissent sur la page de titre du manuscrit.
2. La BnF conserve une autre copie [Italien 1440, p. 544-554] : De la bibliothèque de Mr le P. Bouhier, B44, MDCCXXI.
3. L'édition Leti et, à sa suite, les éditions Fontanini et Polidori ont considéré que les deux dates impliquait la constitution de deux lettres. Pour notre part —et conformément au manuscrit Dupuy— nous avons considéré qu'un seul pli ne contenait qu'une seule lettre, même rédigée en deux jours.
4. La copie ne comprend pas l'adresse.
5. Acta Primi Concilii Pisani celebrati ad Tollendum Schisma, anno 1409 ; et Concilii Senensis 1423, ex codice Ms. item Constitutiones factae in diversis sessionibus Concilii Pisani II (moderni anno 1511), ex Bibliotheca Regia accedit ad Calcem Julius, dialogus festivus viri cujusdam (fausti Poetae ; aut ut alii putant, Hieronymi Balbi) quomodo Julius II, P. Max, post mortem caeli fores pulsando, ab janitore illo D. Petro intromitti nequiverit, Lutetiæ parisiorum, Melchior Mondiere, 1612.
6. Il s'agit de l'œuvre de John *Barclay (1582-1621), fils de William, intitulée Pietas, sive publicæ pro regibus ac principibus et privatæ pro Guilielmo Barclaio parente vindiciæ, adversus Roberti Bellarmini tractatum "De potestate summi pontificis in rebus temporalibus", Parisiis, P. Metayer, 1612.
7. Voir Notices biographiques : Henri de *La Tour d'Auvergne, duc de Bouillon.
8. L'écrit du juriste Didier Hérault à propos des jésuites, en réponse à l'ouvrage du cardinal Roberto Bellarmino, Super doctrinæ capitibus inter Academiam parisiensem et Societatis Jesu patres controversis dissertatio politica, duobus libri, Argentinæ, sumptibus Baltazari Gesneri, 1612.
9. Isaac *Casaubon, Epistola ad Frontonem Ducæum, S.J., theologum epistola in qua de Apologia disseritur communi jesuitarum nomine ante aliquot menses Lutetiæ parisiorum edita, Londoni, Joannem Norton, 1611, 140 p.
10. Fronton du Duc (1558-1624) est un théologien jésuite qui est entré en controverse avec Philippe *Duplessis-Mornay.
11. Jacques *Davy du Perron, Lettre de M. le C.al du Perron, envoyée au sieur Casaubon en Angleterre (15 juillet 1611), Paris, Laquehay et Bouillette, 1612.
12. Voir Notices historiques : La crise de •Juliers-Clèves.
13. Voir Notices biographiques : Leonardo *Donà.
14. Le successeur de Leonardo *Donà est Marc'Antonio Memmo.
15. Voir Notices biographiques : François *Bonne, duc de Lesdiguières.
16. Cette fausse rumeur est peut-être fondée sur une équivoque : de 1611 à 1615, Lesdiguières fait entreprendre de lourds travaux de fortifications à Grenoble, ville dont il est gouverneur, avec l'édification d'une bastille, de murailles et de portes. Ces fortifications destinées à défendre la ville d'une attaque savoyarde, seront renforcées par Vauban.
17. Le manuscrit comprend ici un blanc.
18. Il s'agit du texte du théologien protestant, David Wängler dit Pareus (1548-1622), Ad Roberti Bellarmini librum de temporalis potestate papæ, commentatio, Heidelbergæ, Johannis Lancelloti, 1612.
19. Voir Notices biographiques : Giorgio *Giustiniani.
20. Voir note 5.

Type scripteur
  • Copie

Scripteur
  • Jacques Dupuy1

Chiffrement
  • non chiffrée

Signature
  • non signée

Lieu
  • Venise

Source
  • BnF, Dupuy 766, f. 36v-37r2

Editions précédentes
  • G. Leti, 1673, lettres XCV et XCVI, p. 505-5143,

  • G. Fontanini, 1803, lettres XCV et XCVI, p. 427-432,

  • F-L. Polidori, 1863, II, lettres CXXI et CCXXII, p. 349-355,

  • M. Busnelli, 1931, I, lettre XCV, p. 245-250.