1612-12-04.A Groslot
Molto illustre signor colendissimo
Doppoi che la staggione è stata così humida, questi corrieri non servano tempi, il che è causa che le lettere non arrivano nelli tempi correspondenti. Questo ultimo, gionto hieri, m'ha portato quelle di Vostra Signoria delli 31 ottobre et 1° novembre. In quelle avisando ella di haver ricevuto la mia delli 25 settembre, scorgo che nessuna è perduta, perché alli 9 ottobre non scrissi, non credendo che il corrier partisse poiché non era gionto quello che doveva venir da Lione. Credo che le altre mie saranno venute a' suoi tempi salve, che furono delli 23 ottobre, 7 et 20 novembre.
Per la passata, scrissi molto in fretta; hoggi potrò farlo alquanto più sedatamente. Primieramente, rendo molto gratie a Vostra Signoria delli avisi datimi nella precedente che mi furono gratissimi. Sono 15 giorni che habbiamo qui la morte del conte di Soissons, la qual ogn'uno ha giudicato molto importuna, reputando che quel principe fosse un freno per ritener che lo Stato non precipitasse: con tutto ciò, non convien cader di speranza ma aspettar soccorso da Dio, quando totalmente mancano li humani. *Contì4 non è uomo, *Condé si dice poco capace. Tre putti5. Veramente è gran giuditio di Dio che da alcuni anni in qua tutte le morti de' principi sono a favor di Spagna, etiandio quelle del loro proprio partito; si vedono tutte le cause della fatalità conspirare alla loro grandezza. Vero è che l'ira di Dio a punto si dimostra potente quando ogni cosa è in sicuro. Piaccia alla Maestà divina che tutto sia in sua gloria.
Quanto al negotio di legua con li Stati, essendo qui molto sospetto di Spagna, chi proponesse legua di diretto farebbe effetto contrario, perché si riputerebbe dar occasione. So ben che Vostra Signoria, leggendo, dirà che doverebbe esser tutto altramente et io lo confesso; ma è gran differentia da chi ha visto in faccia guerra, a chi è sepolto in otio. La via unica è di introdur ambasciator ordinario scambievole et poi trattar di commercio, che farà consequenza necessaria espeditione, navi, soldati, denari et altre corrispondenze. Et Vostra Signoria tenga per fermo che, sì come par difficile il primo passo, così, fatto quello, vi sarà più bisogno di briglia che di sprone.
Quella di Vostra Signoria a me diretta m'ha generato una tristitia grande, dubitando che le cose di cotesto nobilissimo regno non passassero a qualche disordine. Si è temperato assai il dispiacere, havendo letto un'altra sua, scritta a monsignor *Asselineau, dove otto dì doppo dà ferma speranza che si dovesse trovar compositione et alle cose comuni et a quelle di monsignor di *Rohan. Così prego la Maestà divina che succedi secondo il suo santo beneplacito.
Questi giorni passati si è intesa, con dispiacer comune, la morte del principe di Galles6, la quale Dio non voglia che non profondi nella mestitia il padre, essendo una perdita tanto grande che non poteva avvenirli maggiore. Saranno levate le pratiche di matrimonio, le quali a me piacevano sommamente, quantunque fossero per terminar in fumo, perché servivano grandemente a domesticare et erano con molta diminutione di reputatione del papa che i principi papisti trattassero matrimonio con reformati. Ma noi siamo pur all'istesso di veder morti solo a favor di Spagna.
Non vi è cosa di nuovo in Italia che meriti di esser avisata. S'intende che monsignor *Richer scrivi in difesa del suo libretto7 et che l'opera sia sotto la stampa: cosa che, se fosse vera, mi piacerebbe molto et desidero saper quello che ne sia, parendomi che se in Francia, tra catholici, si stampi quella dottrina, sia aperta un'ampla porta. Non è sempre da cercare che alla prima si faccia il più perfetto; è bene alcune volte imitar la natura, la qual incomincia dal rozzo, per pulirlo poi.
Cresce quotidianamente l'odio del papa contro la Republica, non però se ne può sperar effetto per le cause altro volte scritte. Mi par di veder in questa nostra regione, sì come alcune volte d'està, che le nuvole discendono sino a terra et che pur non piove: così hora la guerra. La vera causa è perché Spagna vuole prima disponer la materia, facendo partito in Vinetia, al che si camina a gran passi, né vi è rimedio, salvo che con rottura, ma non è veduto perché Dio non apre li occhi: sarà forse quando piacerà alla Maestà sua, la quale io prego che doni a Vostra Signoria ogni sua gratia et li bascio la mano, anco per nome del signor *Molino et del padre Fulgenzio8.
Mi sarà caro saper se del seguito di monsignor di Thou9 sarà riuscito cosa alcuna.
[Di Vinetia], questo dì 4 decembre 1612.