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1613-01-29.A Groslot

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Molto illustre signor colendissimo
Furono le ultime mie delli 152 , in quali diedi conto della ricevuta di quelle di Vostra Signoria delli 11 decembre. Hora son debitor di accusar la ricevuta di quelle di 24 del medesimo mese et di renderli molte gratie per le cose communicatemi.
Sentirei grandissimo piacere quando si potesse introdur intelligenza tra la Republica et li Stati: dubito solo che li sospetti di qui et li interessi d’ambidoi, non impediscano la corrispondenza. Ma di quello che passa costì sento dispiacer incredibile, dubitando che finalmente con capiti a rottura: son restato con molta aprensione così per il particolare della legua contra Guisa, come per la propositione di Buglion3 . Prego Dio che torni il tutto in bene. Di quello che seguirà, io riceverò sempre li suoi avisi a favore.
Mi scrive il signor *Gussoni, con qualche sollecitudine, che le lettere di Vostra Signoria li vengono insieme con quelle dell’ambasciator di Vinetia costì, ritardate però —di quelle di Vostra Signoria, parlo— per un mese. Tutto sia per aviso et con certificatione che non si può fidare dell’ambasciator che è costì4 .
Qui in Italia, non habbiamo se non le gran pretensioni del duca di Savoia, non solo del marchesato del Monferrato, ma ancora un million et 200 mila di contanti, 500 mila di gioie, 200 mila di mobili et la entrata annua di 100 mila di beni allodiali, con altri meglioramenti che tutta Mantoa non basterebbe a tanto pagamento5 . Fa maravegliare come l’avo materno pretendi esser tutore di chi ha doi fratelli del padre6 . Si dà fama che la vedova duchessa sia gravida: il duca di Savoia la vorebbe appresso di sé et li Spagnoli, sotto pretesto di mantener la pace tra quelle due case, la vorrebbono a Milano7 . Cosa che né a Mantoa, né a Savoia piace. Non ho dubio che il fin Spagnolo tende a far dichiarar il nuovo duca per loro, salto molto arduo. Si ritrova in Mantoa il principe di Savoia8 ; essendovi opinione che possi nascer concordia tra loro, per non dar ingresso a più potente.
Del negoziato del vescovo di Bamberg in Roma, non si dice niente. Ben è certo che egli farà tutta l’invernata in quella città et doppo anderà a veder Napoli, per esser di ritorno; il che argomenta che egli habbia negotio di longa digestione et, forse, che s’apetti risposta di Spagna. Certa cosa è che l’imperator è papista se mai alcuno fu, non per fede, ma per fine temporale, che è peggio.

È aviso certo qui che da’ Turchi sia mandato un chiaus9 all’imperatore et che, doppo la partita di quello da Constantinopoli, siano messe guardie all’ambasciator cesareo. Quello che il chiaus porti, non si sa certo, ma si tiene che sia una assoluta protestatione che non s’impedisca nelle cose di Transilvania. Già alcuni mesi, si disse che Cesare desiderava la guerra con i Turchi, per divertire la civile: se ciò vorrà, ottenirà la gratia. Piaccia a Dio che egli non habbia l’una et l’altra, et poco modo di sostentarle, purché li principi confessionnisti siano savij et apprendino il pericolo.
Ho inteso, per le lettere di monsignor *Asselineau, che di nuovo s’eccita la controversia di *Tileno. Dubito che sia per partorir qualche male et desidererei più tosto che non li fosse risposto et egli fosse lasciato dibatter da sé solo, perché così il fuoco si estinguerebbe per mancamento di materia; ché, venendo alla contentione, è gran pericolo di gran consequenza, né si debbe haver in consideratione che la cosa in sé poco importi poiché tutte le passate differenze sono state di questa natura, le quali gl’huomini hanno aggrandito con l’opinione. Svanisce il calore quando è senza fomento et senza antiperistasi. Similmente, quanto alla causa di *Ferrier, più tosto desiderarei che le Chiese cedessero, che far apertura all’appellatione, come cosa di consequenza.

Il duca di Savoia tuttavia continua in arme, senza che il mondo vegga altro frutto, se non il consumamento de’ suoi Stati. Il re d’Inghilterra l’ha favorito, havendoli dato conto della morte del principe di Galles, et scritto anco di ciò una lettera alla figliuola Maria che si trattava di maritarli; onde spedirà un ambasciator espresso a quel re, non con molto piacere di Roma, quale non approva simili communicationi.
Intendo che in Roma vi è un frate dell’ordine di Paula, mandato dall’ambasciator dell’arciduca, che si ritruova in Inghilterra, il qual negocia molto secretamento et con li giesuiti et con altri di corte, né si penetra il trattato. Ma come è possibile che nelle negociationi grandi che passano costì, essi se ne stiano quieti ? È necessario creder che si riservino a maggior colpo, che piaccia a Dio prevenire o divertire. il quale anco prego che doni a Vostra Signoria ogni sua gratia et li bascio la mano, insieme con li amici.
[Di Vinetia] 29 gennaro 1613.

  • 1La BnF conserve une autre copie [Italien 1440, p. 578-583] : De la bibliothèque de Mr le P. Bouhier, B44, MDCCXXI.
  • 2Voir lettre 1613-01-15 à Groslot.
  • 3Voir Notices biographiques : Henri de La Tour d’Auvergne, duc de Bouillon.
  • 4L’ambassadeur vénitien en France est alors Giorgio Giustiniani.
  • 5Voir Notices historiques : les affaires du duc de Savoie.
  • 6La jeune Maria Gonzaga est la fille de Francesco IV Gonzaga et de Margherita de Savoie (fille de Carlo Emmanuele, duc de Savoie). A la mort de son père, ses deux oncles Ferdinando (1587-1626) puis Vincenzo (1594-1627) se sont succédés à la tête du duché de Mantoue.
  • 7Voir Notices historiques : la guerre de successsion de Mantoue.
  • 8Depuis la mort du fils aîné de Carlo Emanuele, Filippo Emanuele (1586-1605), le prince hérité du duché de Savoie est Vittorio Amedeo (1587-1637).
  • 9Le çavuş est un messager du sultan ottoman.

Type scripteur
  • Copie

Scripteur
  • Jacques Dupuy

Chiffrement
  • non chiffrée

Signature
  • non signée

Lieu
  • Venise

Source
  • BnF, Dupuy 766, f. 38v-39r1

Editions précédentes
  • G. Leti, 1673, lettre CIII, p. 537-541,

  • G. Fontanini, 1803, lettre CIII, p. 442-444,

  • F-L. Polidori, 1863, II, lettre CCXXX, p. 373-376,

  • M. Busnelli, 1931, I, lettre CII, p. 261-263.