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1613-02-08.A Hotman J

Molto illustre signor colendissimo
Io sono in qualche dubio, se oltre quella di 16 novembre1 , che Vostra Signoria mi scrisse esser stata longamente in viaggio, habbia scritto un’altra ancora. Ho sempre osservato che nel venir lettere di costì a qui non incontrano difficoltà, ma per il contrario sempre alcun’intoppo si attraversa alle mie, di che non sapendo le cause resto senza saper come rimediarvi.
Rendo molte gratie a Vostra Signoria per la communicatione degl’affari di costì, li quali se ben sono principali in Germania, et atti a metterla in confusione, nondimeno li motti de Turchi potrebbono asoppire coteste differentie, come le grandi infirmità sogliono guarir le leggieri.

Habbiamo sicuro aviso che l’ambasciator persiano mandato da quel re a Constantinopoli per la pace è ritornato al suo signore, accompagnato da un ministro del signore de’ Turchi, il quale doverà dicchiarar li confini tra l’un et l’altro principato, poiché in Constantinopoli s’è convenuto solamente che li confini saranno quelli stessi che con Solimano, senza maggior esplicatione, et questo forse per riservare un capo di negotiatione col pretesto del quale possino rompere, se loro parerà. Tra tanto oltre le guarniggioni et li Timavi, che sono alli confini, sufficienti per ogni guerre deffensiva hanno anco mandato ellettissimi soldati 10 000 ai confini del Servan2 , già detto Media, e 5 000 del Farsi3 detto Persia. In Constantinopoli, hanno publicato l’andata del Signore in Andrinopoli con precetto a tutta la militia di doverlo seguitare, non dovendo restar in Constantinopoli se non il solo Bassà del mare, per guardia della città. La celerità mostra che alle prime herbe di primavera l’essercito debbia esser in campagna. Piaccia a Dio che in quel tempo siano in Germania incominciate le diete. L’opinion commune è che questa tempesta si debbia gettare sopra la Transilvania, impresa non degna di tanta preparatione; poiché per le dissensioni che vi sono et per havere già li Turchi la loro parte, con leggier forze soccomberebbe; ma se così potente essercito si farà tanto inanzi, quando non sia in favor de christiani la mano divina, si può dubitar di maggior inconveniente.
Già Vostra Signoria haverà inteso, essendo hormai cosa vecchia, la morte del duca di Mantoa4 , non havendo lasciato altra posterità che un figliuolina femina5 , per il che quel ducato è pervenuto al fratello don Ferdinando cardinale6 . Il duca di Savoia per la nepotina ha mosso gran pretensioni, prima della successione del Monferrato7 come di quello siano capaci le femine, di 100 000 scudi d’entrata di beni allodiali, di un millione et 500 000 di denari contanti, 500 000 di gioie et 200 000 d’altri mobili, cose che quattro ducati di Mantoa non basterebbono a pagar. Ha fatto maravigliare con fondamento di qual iurisprudenza l’avo materno pretende tutela, essendoci fratelli del principe, et se bene il primogenito di Savoia8 è andato in persona a Mantova, non si è veduta conclusione d’alcuna delle sudette cose. Voleva il principe condur via la sorella vedova, a che il novo duca non ha consentito sin tanto che il tempo non chiarisca che non è gravida. Li Spagnoli con la solita prudenza hanno trattato, sotto il colore di mantener la pace tra quelle due case, che fosse condotta a Milano et con tal efficacia, che sarebbe stato bisogno assentirvi; so ben la proposta dispiaceva ugualmente al principe et al cognato. Ma la decchiaratione de qualche principi -et lontani et vicini a favore del Mantoano- ha rallentato le instanze spagnole.
In Italia, non vi è altra cosa degna di consideratione.

Di Spagna s’intende la preparatione di grand’armata per l’oceano, discorrendosi diversamente se questo sia per Virginia, o per Hibernia, o per li Ollandesi nell’Indie orientali, ma io non credo che di ciò debbano nascer gran cose; dubito che il teatro della tragedia sarà la Germania, dovendo un corpo infermo et pieno di cattivi humori combattere con un sano et gagliardo.
Piaccia alla divina Maestà che il tutto sia a sua gloria, la qual anco prego che doni ogni felicità a Vostra Signoria alla quale bascio la mano.
Di Venetia questo dì 8 febraro 1613
Di Vostra Signoria molto illustre

Affettionatissimo servitore
f. Paulo da Venetia

  • 1Voir lettre 1612-11-16 à Hotman.
  • 2La région du lac Sevan, en Arménie.
  • 3Le Fars est la province d’origine des Perses, avec Chiraz comme capitale.
  • 4Voir Notices biographiques : Francesco IV Gonzaga.
  • 5Voir Notices biographiques : Maria Gonzaga.
  • 6Voir Notices biographiques : Ferdinando Gonzaga.
  • 7Voir Notices historiques : la guerre de succession de Mantoue  et  la guerre de succession de Montferrat.
  • 8Depuis la mort de Filippo Emanuele, en 1605, l’héritier du duché est Vittorio Amedeo (1587-1637).

Type scripteur
  • Copie

Chiffrement
  • non chiffrée

Signature
  • f. Paulo da Venetia

Lieu
  • Venise

Source
  • BnF, Dupuy 663, f. 197v-198r

Editions précédentes
  • Inédit