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1613-03-26.A Groslot

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Molto illustre signor colendissimo
L’ultima mia fu delli 123 et, per il presente corrier, ho ricevuto quelle di Vostra Signoria delli 19 febraro et delli 4 del presente, alle quali prima che rispondere mi par necessario dire a Vostra Signoria che monsignor *Asselineau (doppo havermi narrato d’haver in una sua avertito Vostra Signoria di quanta cautione fosse bisogno nel trattare con certe persone medie, o piutosto neutre, per quello che a me tocca), mi mostrò poi un capitolo di lettera dove ella sopra ciò fa qualche risentimento. Nel quale, perché tra le altre cose li scrive che communichi ciò meco, son entrato in pensiero che Vostra Signoria possi haver creduto che con mia participatione esso Asselineau habbia fatto seco il sudetto officio et pertanto non ho potuto trattenermi di non far un poco di apologia, perché troppo mi peserebbe che ella non fosse certa la esistimatione mia di lei corrispondere al suo valore, prudentia et bontà. Pertanto l’acerto, in parola di verità, che l’ufficio non è stato fatto da monsignor Asselineau di mia saputa, né (quando l’havessi presentito) haverei in alcun modo comportato si facesse, né resterò di aggiongere il mio naturale in materia di confidentia non esser capace di mediocrità, ma di chi non si fida intieramente esser diffidente del tutto. Vostra Signoria mi è nota intieramente per una prattica di tanti anni, che il dubitar adesso della sua prudentia et circonspettione sarebbe far torto al suo merito et al mio giudicio. Io credo bene che il motivo di monsignor Asselineau sia originato da buona intentione però, con questa sua attione come qualche altra ancora, lo mostrano abondar superfluamente in cautione. Ma io anco superfluamente passerei inanzi in questo capo, essendo certo che Vostra Signoria con tanto resterà sodisfattissima.
Hora vengo alle sue. Ho sentito gran piacere che li negocii siano talmente accomodati che non resti timore di altro inconveniente et che le Chiese siano sodisfatte.
Quanto alla venuta di *Barbarigo costì, prima io non haveva speranza, nacquero poi certi emergenti per quali la tenni certa, come mi raccordo haver scritto a Vostra Signoria. Hora, per nuovi accidenti, mi convien haver qualche dubbio, ma la settimana seguente ci darà piena risolutione, ché all’hora si farà la deputatione, et se non sarà costì, sarà in Inghilterra. Ben sento dispiacere che, riuscendo l’evento contra il mio desiderio, sarà in persona simile al presente. Tutto è in mano di Dio.
Nel negotio di Mantoa, scrissi a Vostra Signoria come la duchesse vedova era ritirata in Goito. Hora, sprovistamente, elle si è dichiarata non gravida et il cardinale4 ha assunto il titolo di duca et il principe di Savoia, fatto il viaggio in posta, è gionto per condurla a Turino, che fa maravegliare della súbita risolutione et restare in ambiguità se sia segno di megliore o di peggiore intelligentia fra quei príncipi5 .
Il vescovo ambasciator dell’imperatore6 ha trattato legua contra confessionisti ma il tutto è stato interrotto et sfumato per li motivi de’ Turchi, delli quali non ci è alcun sospetto per Candia, dovendo esser l’armata marittima sotto il mediocre, ma la terrestre sopra il sommo.
Nella nuovità eccitata da *Tileno7 , mi pare che il portarci estintione con silentio sia tanto necessario, che doverebbe persuader, anzi costringere, l’altra parte a tacere et non rispondere, se ben egli non cessasse mai dall’inculcar li suoi tentativi. Finalmente ogni innovatione muore da sé, quando non li venga dato spirito con la contradicttione. Io non son pienamente informato dello stato della causa, ma mi par d’intendere che sia nel numero di quelle cose che si possono ignorar senza detrimento. Più mi par che importi quella di *Richer et mi dispiace che li sia vietata la publicatione della diffesa et quella che egli manda, obliquamente appoggiata al concilio di Basilea. In queste nostre parti non può far buon frutto, per gli interessi vecchi et duranti, che queste regioni hanno di non ricever quel concilio.
Dell’armata maritima di Spagna non si fa gran capitale qui, perché li disegni de’ Turchi (come maggior lume offusca il minore), massime che si tiene per certo esser l’Inghilterra sufficiente per difendersi in quel regno, in Hibernia et nella Virginia. È ben mala cosa che con la conniventia lascino pigliar piede a’ giesuiti. L’aviso che mi dà delli tentativi passati costì, mi fa concludere qualche imminente mutatione. Ben sarà quando riesca senza intervento di reformati, perché così ciascun sarà constretto di farne maggior conto. Io ho veduto con molto piacer l’Editto et il resultante del conseglio, ma più mi piace quello che Vostra Signoria scrive a monsignor Asselineau esser promesso et non scritto, se pur la promessa sarà mantenuta. Ma, se la regina dipende da Spagna, Vostra Signoria lo portà giudicare.
Haveva già ricevuta, per altra via, la raccolta delle cose passate nel fatto di *Richer, le quali servono bene per giustificatione della maniera et ordine tenuto da lui. Io però sto con molto desiderio che deffendi anco efficacemente la dottrina perché, se la contraria prende piede in Francia (la qual sino al presente ha fatto oppositione a tutte le dottrine tiranniche) io haverei gran dubio che potesse esser con la facilità disseminata per tutta l’Europa.
La poca concordia del papa con la Republica continua tuttavia et è passata in habito, però dal canto della republica non ci si pensa et è senza disegno né amaritudine. Ma dall’altro canto, si vede il mal’animo, quamquam prematur8 , scoprirsi con ogni occasione. Di questo fa guadagno Spagna, così acquistando in Roma, come in Vinetia rispetto alli papisti che sono in qualche numero et per li sottili maneggi crescono, sì come li contrarij sminuiscono et li medij s’adormentano. Ma nessuna opera divina s’avanza per mezzi humani, forse quando alcun crederà esser nell’alto della ruota, si ritroverà nel basso.
Non ho altra cosa di nuovo da dirli. Prego Dio nostro Signore che doni a Vostra Signoria ogni prosperità et li bascio la mano
[Di Vinetia] 26 marzo 1613

  • 1La BnF conserve une copie [Italien 1440, p. 594-601] : De la bibliothèque de Mr le P. Bouhier, B44, MDCCXXI.
  • 2La copie ne comprend pas l’adresse.
  • 3Voir lettre 1612-03-12 à Groslot.
  • 4Voir Notices biographiques : Ferdinando Gonzaga, cardinal, qui est autorisé à quitter l’état ecclésiastique pour relever le duché de Mantoue. Voir lettre 1613-01-01 à Groslot.
  • 5Voir Notices historiques : guerre de succession de Mantoue.
  • 6Johann Gottfried von Aschhausen. Voir lettre 1613-01-01 à Groslot.
  • 7Voir Notices biographiques : Daniel Tilenus.
  • 8“quoique réprimé”.

Type scripteur
  • Copie

Scripteur
  • Jacques Dupuy

Chiffrement
  • non chiffrée

Signature
  • non signée

Lieu
  • Venise

Source
  • BnF, Dupuy 766, f. 39v-40r1

Editions précédentes
  • G. Leti, 1673, lettre , p. 552-557,

  • G. Fontanini, 1803, lettre CVII, p. 449-452,

  • F-L. Polidori, 1863, II, lettre CCXXXVII, p. 393-397,

  • M. Busnelli, 1931, I, lettre CVI, p. 268-271.