1613-12-19.A Carleton D
Illustrissimo et eccellentissimo signor colendissimo
Le cose humane non hanno la loro stima dal naturale e vero valore o prezzo, ma dall’opinione, per il più anco absurda. Gl’Italiani sono superstitiosissimi in materia de titoli e stimano minor offesa se gli vien levato una terra che una cotal pretensione. Queste due massime essendo indubitate: sopra il ponto dei solecismi2
(che quantonque posto in secondo luoco è il principale) dall’un canto il presentar la lettera col difetto darà disgusto che non si può pensar di corregere con parole né con iscuse, imperoché sempre ha luoco quest’argomento « se tu non sai li miei rispetti è perché non me stimi », e potrà raffedare qualche calore molto ben attuato per l’ufficio ultimamente fatto. Dall’altro canto, il non presentare non può partorir di qua alcun cattivo effetto: la lettera è de complemento, non è aspettata di presente, non vi è necessità né utilità, né convenienza che consigli non portar inanzi. Solo vi è da pensare se si manchi di debita obedienza al patrone, che la manda non presentendola3
. Fra queste raggioni solo Vostra Eccellenza può dar giudicio essendo proprio di lei. Quando si potesse mutare e correggere el solecismo sarrebbe ottimo rimedio, e così farrebbe signor Foscarini: quando questo non sia fattibile per le cose di qui, il rimandar la lettera è sottoposto alla prudenza di Vostra Eccellenza. Foscarini non scrive cosa alcuna, salvo che a me perché, come di buona volontà, s’ha sottratto esso e non ha voluto esser d’impedimento alla resolutione che ella potesse prendere4
.
Del rimanente, le cose passano ottimamente.
- 1Le pli ne comprend pas d’adresse puisqu’il ne passe pas par le courrier mais par porteur en main propre, vraisemblablement Daniel Nijs ou Pierre Asselineau.
- 2Le solécisme est une erreur de grammaire qui enfreint les lois de la syntaxe mais qui, à la différence du barbarisme, emploie des formes qui existent morphologiquement. Sous la plume de Sarpi, il s’agit plutôt d’un manque d’exactitude (quasi diplomatique) de la langue qui peut conduire à des interprétations erronées.
- 3Sarpi fait ici référence à la mission dont Carleton a été chargé par son souverain (par lettre de Robert Carr du 13 décembre 1613) : dans le cadre d’un regroupement géopolitique des forces réformées face à l’Espagne et à la papauté, Jacques I veut tenter un rapprochement entre Venise et le Danemark de son beau-frère, Christian IV (1577-1648). A cet effet, le roi danois aurait écrit une lettre destinée aux autorités vénitiennes et transmise à Carleton mais celui-ci, avant de la présenter au doge, a sollicité l’opinion de Sarpi car il doute d’avoir les titres requis pour cettte mission. En outre, Carleton veut savoir de Sarpi s’il doit presentar ou non presentar la lettre de Christian IV tout en obéissant aux ordres de son roi, Sarpi penche pour la seconde solution. Finalement, Carleton est reçu en audience ducale le 20 décembre sans présenter cette missive.
- 4Antonio Foscarini, alors ambassadeur vénitien auprès de Jacques I, avait préféré laisser à Carleton le soin de décider si présenter ou non, la lettre du roi danois aux Vénitiens.