1614-06-24.DE Carleton D
Molto reverendo et come padre carissimo
Sono sicuro che Vostra Signoria reverendissima avrà già vista un transito2 intorno allo stato presente delle cose di Lombardia, non si può negare che non sia molto autentico perché non si dice niente in quella scrituretta che non sia stata anteveduto dal presago giudicio delli huomini savij et del sussequente evento del negotio. Dell'autore non consta.
Il duca di Savoia incarica3 il conte Francesco Martinengo4, come Vostra Signoria vedrà dalla presente scrittura che le mando adesso5. Ma se lo faccia per gratificare il governatore di Milano, o per vendicarsene de disgusti particulari, o che sia la verità, resta da pensare. Altri l'attribuiscono ad un senatore milanese, il quale dicono havere havuto premio assai largo per ricordi tanto avvantagiosi al re di Spagna. Vostra Signoria sarà contenta di dirmi il suo concetto di quanto ella presume dell'autore.
Intorno all'altro negotio di riconciliatione fra quella altezza et la Republica6 intendo che li cardinali Aldobrandino et Delfino l'hanno manneggiato già un pezzo, et poi tralasciato, et che hora volendo essi ritaccarlo, il duca s'appiglia a questo partito più honorato per mezzo di Sua Maestà. Il cardinale Delfino ha scritto ad alcuni suoi confidenti in questo proposito, ma non so come havrà predisposta la materia, o se sarà cosa sicura fabricare sopra un fondamento tale. In questo particolare anche ricerco la sua opinione, la quale sarà contenta di communicarmi.
Non ostante il presente trattato di accommodamento fra li due duchi a Milano7, intendo che quel di Savoia faccia provisione per la guerra più gagliarda che mai, et l'istesso si dice del governatore di Milano8, del che non sapendo io che cosa pensarne, desidero intendere il suo parere, et, se vi sia altra cosa in queste occorrenze, che giudicherà degne della mia notitia, la prego di favorirmi dell'avviso.
Et le bascio le mani.