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1615-01-17.A Carleton D

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è giusta cosa riputar l’uomo dalle attioni sue spontanee, non dalle constrette. Io per mio proprio moto lodo di perfettione l’espositione, ma constretto da iterati commandamenti per non mostrarmi inobediente aggiongerò crene di cavallo a capo umano ; et chi constinge l’imprudente a parlare, resterà in obligo di sopportar le impertinentie di quello.
A2 . Non crederei che così nel bel principio fosse opportuno far mentione della differentia nella cosa d’i tempi, perché molti l’hanno per materia di religione3 et il raccordar loro le cose che li dispiacciono li rende auditori poco grati.

B. Riputerei bene nominar l’historico4 , perché il luoco è insigne et ecciterà in molti pensiero di leggerlo et sarà con frutto.

C. Io crederei bene accommodar il periodo in maniera che si dimostrasse li Spagnoli esser stati in quel tempo più potenti che al presente5 per inferir la conclusione che havendoli fatto oppositione in quel tempo, maggiormente si possi farla al presente. Del rimanente reputo a proposito il discorso di mostrare che adesso hanno pretensioni maggiori, come passati da governatori ad arbitri etc, che argumenta il maggior bisogno di opponersegli.

D. Havendo a trattar con persone che molte sono ombrose, li vocaboli di “leghe”, “confederationi” et altri simili inducono in loro sospetti, il meglio di tutto è usar termini di “ristringer amicitia”, “conservar buona intelligenza”, etc.

E. Il luoco è opportuno molto di toccar l’eccesso grande delle spese che si fanno continue contra Uscochi et li gravissimi danni che patiscono le piazze de mercanti per li vasselli che mandano in corso, l’assaltar l’Albania per metter alle mani con li Turchi, i quali particolari faranno grand’effetto6 .

F. Quando un poco di eccesso in lodare può far buon effetto è commendabile, ma non può far se non cattivo il concedere che possino esser otiosi spettatori, a che molti sarebbono volentieri inclinati, ma crederei potersi dire che sua maestà per la grandezza etc può star a man salva etc tuttavia per benefitio commune etc ma questa Repubblica se ben per la grandezza etc potrebbe … . La vicinità all’incendio non glielo comporta, oltre che ha il medesmo rispetto del benefitio commune etc et così caminare inter abruptam libertatem et deforme obsequium7 .

G. Il vocabolo “tramontani” ha certa cattiva significatione in nostra lingua, che non è bene col vocabolo raccordare, ma si può dir il medesimo dicendo “altri prencipi” overo “prencipi d’altri regni”.

Per raccordare ancor io qualche cosa, mi parerebbe molto in proposito inserir a luoco conveniente questi concetti: l’uno è far mentione dell’aiuto d’i 400 mila che il re assegna di presente al duca di Savoia, con dire che sua maestà per far tutto quello che può per non restar in debito di render conto a Dio et agl’huomeni di non haver fatto ogn’opra per opporsi alla monarchia spagnola, che va facendo progresso, vedendo in che pericolo quel duca si trova, acciò che dum Romæ consulitur Saguntum non expugnetur8 , non ha voluto aspettar di veder quello che facessero li prencipi maggiormente interessati, ma ha proceduto al presente bisogno, con rissolutione di mover poi li amici etc. Che non bisogna haver riguardo alla persona, né al natural del duca, ma haver per fine la libertà d’Italia et d’Europa. Che la Republica fece oppositione a Carlo V molto più potente quando tentò di soggiogar Francesco sforza, né fece mai pace fin che fu restituito.
Et qui far un paralello tra il Piemonte e lo Stato di Milano, che se ben questo è più grande, quello però importa più alla libertà d’Italia per haver la Franza alle spalle, di onde possono venir gl’ aiuti9 . Considerar li acquisti maritimi di Oniglia et di Maro10 , li dissegni sopra Nizza per serar l’Italia da tutte le parti. Sopra tutte le cose dire che niente si fa per turbar la pace d’Italia anzi tutto s’invia a reddur li Spagnoli a segno di pace, la qual adesso essi turbano volendosi sotto quel nome impatronire.
In fine è molto utile un epilogo di dieci parole con ripetitione delle massime et conclusioni principali con rissoluta maniera. Et pregar di secretezza. Il qual è un ponto che chi non ha prattica qui non sa la somma importantia che tien seco. E ricercar risposta rissoluta.
Ma non importa tanto che sia così ben detto in collegio come letto in senato et sarà difficile che tanta longhezza, varietà et buon ordine sia ripigliata dal secretario. Vi sarebbe remedio, facendo che nell’uscire il suo ne dasse copia a quello che accompagnerà, con dire, il signor è stato un poco longo, acciò voi non faciate tanta fatica etc.
Io non posso poi per maggior iscusatione dir altro, se non exedundum est, quod tute instristi tibi11 . Della andata di Vostra Eccellenza e di tutti gl’altri particolari vi è pieno aviso di signor Foscarini.

  • 1Le pli ne comprend pas d’adresse puisqu’il ne passe pas par le courrier mais par porteur en main propre, vraisemblablement Daniel Nijs ou Pierre Asselineau. Au dos, Carleton a noté : P[adre] P[aolo] received the 17th of jan.ry 1614 [i.e. 1615].
  • 2Sarpi commente point par point le texte que Carleton entend lire aux autorités vénitiennes, le 22 janvier. Le texte en italien est conservé aux National Archives, PRO, SP 99-18, f. 201-203.
  • 3En ouverture, Carleton entend justifier son retard à présenter ses vœux par le jeu des calendriers : les Anglais –comme tous les Etats protestants- suivent encore le calendrier julien (stilo vetere) puisqu’ils n’ont pas adopté la réforme du pape Grégoire XIII, en octobre 1582. Ils ont un décalage de dix jours. D’ailleurs, la réponse immédiate à l’intervention de l’ambassadeur se limite à remercier de ces bons vœux, les autres points étant renvoyés à plus tard.
  • 4Dans son intervention, Carleton a évoqué les historiographes vénitiens : Sabellico, Bembo et surtout Paolo Paruta dont il a cité l’Istoria vineziana.
  • 5Sarpi suggère à Carleton de reprendre le passage de Paruta relatif au conflit entre Francesco Sforza et Charles Quint pour la prise de Milan.
  • 6Voir Notices historiques : guerre des Uscoques.
  • 7Tacite, Annales, IV, 20 : si la sagesse humaine ne peut pas, entre la résistance qui se perd et la servilité qui se déshonore, trouver une route exempte à la fois de bassesse et de périls.
  • 8Tite-Live, Histoire, XXI, 7, 1. Expression latine courante pour fustiger les discussions dilatoires mais la citation exacte est :  Dum ea Romani parant consultantque, iam Saguntum summa vi oppugnabatur, commentaire amer de Tite-Live face aux tergiversations romaines pendant le siège de Sagonte (province de Valence) par le carthaginois Hannibal Barcas.
  • 9Le texte de Carleton montre qu’il a repris la phrase exacte de Sarpi. D’ailleurs, tous les conseils qui suivent vont être suivis fidèlement, y compris celui de faire consigner une copie de son texte par son secrétaire au secrétaire de séance afin qu’il ne le résume pas trop dans ses notes.
  • 10Voir lettre 1615-01-17 à Contarini du même jour.
  • 11Extrait de Térence, Phormion, Acte II, Scène II, 318 : Tute hoc intristi, tibi omne est exedendum. Traduite en français, la métaphore gastronomique devient œnologique : il faut boire le vin quand il est tiré.

Type scripteur
  • Copie

Chiffrement
  • partiellement chiffrée

Signature
  • non signée

Lieu
  • Venise

Source
  • NA PRO, SP 99-18, f. 190r.

Editions précédentes
  • G. e L. Cozzi, 1997, lettre XXXII, p. 684-689.