1615-04-04.A Contarini S
All'illustrissimo et eccellentissimo signor colendissimo.
Il signor ambasciator veneto appresso la Santità del sommo pontefice.
Roma1
Illustrissimo et eccellentissimo Signor colendissimo
Non essendosi spedito quel negotio2, di che le scrissi per la passata, differisco io ancora il darli informatione; ma mi maraviglio ben molto di quel signore3 che doverrebbe con ogni fatica et accuratezza evitar le occasioni di gravar li sudditti in queste congionture, et nondimeno par che vaddi cercando ogni occasione di turbe. Adesso l'altro castello, cioè San Vito, è tutto in moto per diverse novità, le quali temo che constringano li sudditti a querelarsi et il principe a rimediar li inconvenienti4.
Del mondo si ha che li Stati Generali si sono congregati alla Haga, et hanno spedito ambasciatore alli arciduchi5 per dimandar risolutione, se vogliono servar il trattato di Santen6, et deliberato di non disolvere la congregatione sino che non haveranno risposta. Da Colonia viene che l'arciduca havesse immediate sottoscritto, et che in quella città si scometeva per l'effettuatione del trattato inanzi l'esito del mese; per il che la settimana seguente saremo finalmente certi di quel che sarà. Il duca di Baviera7 fa sollecitamente 8 mila soldati, et dice agl'altri principi che sono per Italia in servitio del re di Spagna: il qual detto, o vero o falso, in tutti doi li muodi è cattivo, significando guerra o in Germania o in Italia.
Sia fatta la volontà de Dio, qual anco prego che doni a Vostra Eccellenza ogni prosperità, et li bascio la mano.
Di Vinetia, il 4 aprile 1615
Di Vostra Eccellenza illustrissima
Devotissimo e obbligatissimo servitore
Fra Paulo di Venetia