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1615-06-20.A Contarini S

All’illustrissimo et eccellentissimo signor colendissimo.
Il signor ambasciator veneto appresso la Santità del sommo pontefice.
Roma

Illustrissimo et eccellentissimo Signor colendissimo
Sarà cosa difficile che si riducano in tranquillità le cose di quel prelato1 , perché quanto più gl’altri vorrebbono la quiete, tanto più egli machina nuovità perniciose. Adesso per opera sua sono alle mani quei di San Vito tra loro: si differisce quanto si può il rimedio, ma infine prevego che converrà sforzatamente metterci mano.
L’altro2 si ritruova ancora in Vinetia, vorrebbe che le intrate gli fossero liberate et l’altro giorno se ne parlò, ma le cose portano seco assai difficoltà. Delle cose di questa settimana non è stata buona la proposta di voler far gl’altri attori: et che da se stessi si infilzino, se vogliono alcuna cosa parlino essi. Se il negotio haverà attaco, ne scriverò a pieno a Vostra Eccellenza.
Delle cose del mondo nei Paesi Bassi si sta in arme, et mostra che tutto l’anno si farà l’istesso senza effetti. Pare che li Stati3 non siano sodisfatti del re d'Inghilterra. Ma le cose di Francia sono in termine di dar principio alla tragedia, il più importante atto della quale sarrà in Delfinato dove, dovendosi far l’assemblea degl’Hugonoti in Granoble et armandosi Digueres4 , non è dubio che di quello che quivi sarà deliberato bisognerà che il re tenga conto, onde dubito di qualche pregiudicio nelle cose della Religione; et così chi vuol troppo mette a pericolo ogni cosa. Tra le remostranze che il Parlamento ha fatto al re5 , dice, ve ne sono una per la dottrina della superiorità del papa alli principi in temporale, et l’altra per la professione che si fa dalli beneficiati, che toccano il vivo di cotesta corte; né quel moto può riuscire molto bene.
Piacia a Dio che termini a gloria sua, il qual prego che doni a Vostra Eccellenza ogni prosperità, et gli bascio la mano.
Di Vinetia, il 20 giugno 1615
Di Vostra Eccellenza illustrissima  

Devotissimo e obbligatissimo servitore
Fra Paulo di Venetia

  • 1Voir Notices biographiques : Francesco Barbaro, patriarche d’Aquileia, dont les difficultés avec la République de Venise constituent un des thèmes principaux de la correspondance entre Simone Contarini et Paolo Sarpi.
  • 2Voir Notices biographiques : Leonardo Mocenigo, évêque de Ceneda et ami de Sarpi, connaît également des difficultés avec ses paroissiens et a trouvé refuge en l’abbaye San Cipriano de Murano.
  • 3Ce terme traduit les Staten generaal ou Etats généraux qui sont l’expression de la souveraineté des Provinces-Unies, créées en 1579 par l’union d’Utrecht, et qui vont perdurer jusqu’en 1795. Sous la plume de Sarpi, c’est un équivalent à la Hollande anti-espagnole.
  • 4Voir Notices biographiques : François de Bonne, duc de Lesdiguières, est lieutenant-général du roi en Dauphiné et un des chefs huguenots. Voir lettre 1610-04-27 à Castrino.
  • 5Le Parlement de Paris présente à Louis XIII une Remontrance contre les délibérations des Etats-généraux qui se sont séparés, le 23 février 1615, en refusant de reconnaître la supériorité du roi sur l’autorité du pape.

Type scripteur
  • Autographe

Scripteur
  • Paolo Sarpi

Chiffrement
  • non chiffrée

Signature
  • Fra Paulo di Venetia

Lieu
  • Venise

Source
  • BNM, Ms. it. VII, 2097 (=6507), f. 68r-69v.

Editions précédentes
  • C. Castellani, 1892, lettre XX, p. 40-41.