1580-11-20.DE Santorio
Al reverendo padre maestro provinciale dell'ordine2 , di Venetia
Reverendo padre
Ho ricevuta la lettera di Vostra Reverentia et la copia della fede fatta dal padre procuratore dell'ordine3
, intorno alla habilitatione di fra Cornelio da Bergamo. Et cert'è che ella ha fatto bene a non ammetterla perché il reverendo signor Sasso4
è reggente della penitentiaria et così havrà potuto assolvere et habilitare solamente in foro conscientiæ, ma non nel foro esteriore, perché la penitentiaria non si impaccia, se non del foro secreto et non del foro aperto, nel quale il detto fra Cornelio ha bisogno di essere habilitato. Poiché nel foro esteriore è stato dichiarato, et meritamente, inhabile agli offitij per causa brutta et degna di altro castigo essemplar, essendo all'hora priore. Ond'ella ha fatto bene a non ammettere l'habilitatione mandatagli dal detto padre procuratore come quella che non gli suffraga.
Et perché egli si risentiva che questa habilitatione scritta da lui non gli fossi ammessa da Vostra Reverentia, io l'ho fatta capace et egli ha conosciuto haver torto; et facendomi poi instanza che fosse habilitato, ho detto che non ne voglio fare niente et che è una vergogna et vituperio a parlarne et che per i casi successi senza colpa o per inavertenza si suole ottenere quella habilitatione, et non per casi culpabili né per quel che era officiale. Per il che me ne ha anco chiesto perdono et gli ho detto lo rimetta al capitolo generale et tra tanto non conviene che se ne faccia altro né se ne parli.
Il che è quanto mi occorre per risposta a Vostra Riverentia alle orationi della quale mi raccomando et il Signore le dia forza di fare il suo santo servizio.
Di Roma alli 20 di novembre 1580
Di Vostra Reverentia
come fratello
Il cardinale di Santa Severina
- 1L'original de cette lettre a été perdu mais Giacomo Tavanti, général des servites de 1576 à 1582 , l'a copié dans un de ses Registri où il enregistre et recopie tous les actes émis pendant son mandat. Cette lettre doit être replacée dans un corpus d'échanges. A l'ouverture du chapitre provincial de Monte Berico (les 1-2 mai 1581), présidé par Sarpi, la procédure veut que l'on dresse la liste des présents habilités à participer aux votes. Cornelio da Bergamo est récusé par certains des 36 participants car il a été condamné pour avoir introduit une femme dans son couvent; il réplique qu'il a été absout par le régent de la pénitencerie apostolique, monseigneur Sassi, comme le prouve une lettre faisant foi écrite par le procureur général Antonio Fucci, en date du 22 octobre 1580. Mais Paolo Sarpi n'a pas accepté cette absolution et en a appelé au cardinal-protecteur Giulio Antonio Santorio (lettre perdue) qui lui a fait cette réponse. Lors du chapitre, Paolo Sarpi a lu publice et alta voce tous les courriers qui démontent finalement la position de Cornelio da Bergamo qui n'est pas admis à prendre part aux votes. Pour plus de détails, voir Odir J. Dias, « La documentazione dell'Archivio generale OSM su Paolo Sarpi frate tra il 1565 e il 1606. Il priore provinciale (1579-1582) », in Studi storici OSM, 4, p. 541-582. A propos des déboires de ce même Cornelio da Bergamo après l'interdit de Venise, voir Boris Ulianich, « Paolo Sarpi, il generale Ferrari e l'ordine dei Serviti durante le controversie veneto-pontificie » in Studi e Materiali di Storia delle Religioni, 38 (1967), p. 637-638.
- 2Paolo Sarpi a été nommé prieur provincial pour la province de Venise, lors du chapitre provincial de Vérone, le 29 avril 1579.
- 3Le procureur général de l'ordre servite est Antonio Fucci da Borgo San Sepolcro. Le texte évoqué est : Monsignor Lucio Sasso alli 18 di questo v'habilitò et restituì nel pristino stato vostro, però potete esercitare ogni sorte d'offitio che vi verrà dato dalla religione. Et di questo ne faccio fede io frate Antonio procuratore generale della religione de Servi, che dimandai tal gratia a Sua Signoria reverendissima, et confermo di mia propria mano questo dì et anno sottoscritti.
- 4Lucio Sassi (1521-1604) est né à Nola et mort à Rome. En 1571, il est nommé évêque de Ripatransone —diocèse créé pour lui par Pie V— jusqu'en 1575, date où il démissionne. Créé cardinal par Clément VIII en 1593 il est régent de la pénitencerie apostolique.