1609-03-30.A Groslot
Molto illustre signor colendissimo
Per la morte del granduca di Toscana4, quello Stato non ha sentito alcuna mutatione, né meno vi è materia di onde possi surgere. Si credeva da alcuni che qualche disgusto domestico potesse nascere tra madre et figlio5, con tutto ciò né anco questo si vede. Ma, succedi quello che vuole in Italia, tenga Vostra Signoria per certo che non seguirà guerra, se li Spagnoli non consentono. Essi vanno acquistando in più luochi, come ella fa menzione, et chi vede le cause de' futuri travagli teme di anticiparli se tenta farsegli incontro.
Che sijno stati imprigionati alcuni per la fuga dell'arcidiacono6, è vero; credo anco che al papa non sij piaciuto, però né ha fatto moto alcuno. Io di ciò non ho scritto a Vostra Signoria, come di cosa frequentissima qui. Dappoi composte le discordie, sono stati imprigionati per diverse cause, tra frati et preti, al numero più di cinquanta. In quei principij a Roma dicevano qualche cosa; adesso è fatto tanto famigliare, che non ne parlano più.
Io ho fugito una gran conspiratione contro la mia vita, intervenendovi di quelli proprij della mia camera7 ; non ha piaciuto a Dio che sij riuscita, ma a me ben molto dispiace di quelli che sono priggioni per questa causa8. Non mi è grata la vita, che per conservare vego tante difficoltà.
Mi par gran cosa che il re non habbia potuto dare a suo figlio un precettor di proprio gusto, che non habbino havuto che mordere questi che danno lege al mondo; delle tre qualità che Vostra Signoria dà al soggietto9, due sono molto cattive, né la terza, ch'è la poesia, è molto buona.
Intendo che già è destinata persona per succedere a monsignor de *Champigny nell'ambasciaria a questa Republica10 ; desidero che Vostra Signoria mi dica le qualità del soggietto, usando la sua solita veracità.
Habbiamo qui la compositione quasi intiera delli moti di Austria, con poca speranza che debbino acquetarsi li altri. Si inapriscono le querele tra l'imperator et il fratello, li sudditi dell'imperator vogliono patuir con lui, havendo poco riguardo alla maestà del principe; li Ongari pretendono ricuperar da Ferdinando arciduca alcune piazze sull'Adriatico spettanti a quel regno. Malamente tante turbe s'acquetaranno. Della tregua11 nelli Paesi Bassi non so più che dire, havendo nuove contrarie: voglio aspettar l'esito prima che formar la mia credulità.
È arrivato l'Assemulero, mandato dal signor *Bongars, il quale sarà del signor *Molino che ne desiderava uno12, poiché già da monsieur *Castrino io ne ricevei un altro. Per questo spazzo il detto signore m'ha fatto capitare un altro libretto sopra li giesuiti, che mi riesce grato. M'è anco stato mandato di Parigi alcune propositioni di monsignor *Vignier, De Antichristo13, molto ben digeste. Ringrazio ben molto Vostra Signoria, che ricevi sopra sé tutto l'obligo verso monsignor Castrino, perché merita quel signore doppia ricompensa per li molti favori che continuamente mi presta.
Ogn'uno sta attento a vedere quello che riuscirà in un negotio che è in piedi per la vacanza dell'abbatia della Vangadezza14, luoco posto alli confini del Ferrarese, che ha d'entrata da 12 mila ducati. Il pontefice l'ha data a suo nipote, quale hormai ha 100 mila ducati di beneficij ecclesiastici. La Republica pregò il papa di darla alla congregazione de' monachi, però le cose stanno così: la Repubblica non ha passato inanzi a far attione alcuna, né il nipote del papa dimanda la possessione. Non è facile giudicar quello che possa riuscire, se per accidente (cosa che non credo) si contenterà, la contentione non passerà le parole, al confin de quali sono poste da Spagna le colonne d'Hercole.
Il padre Fulgentio15 sta predicando, come già dua anni quando Vostra Signoria lo sentì; che l'anno passato non predicò. Sono state fatte gran machinationi contro lui, sino al presente sono superate: così Dio faccia succedi all'avvenire. Il signor *Molino la saluta et riconosce il libro dell'Assemulero da lei et io li bascio la mano.
Di Vinetia, il 30 marzo 1609.