1609-05-26.A Foscarini
Il ritratto che Vostra Eccellenza mi fa delli fini del re di Francia è molto verisimile ed anco ragionevole, ma fra Paulo non si duole di ciò, se bene delli mezzi, imperoché mette volentieri li altri in balla e mercanta co 'l capitale altrui per proprio guadagno. Questa è la causa che difficilmente si verrà ad alcuna conclusione. Sciampignì4 mi fece dire essere opinione in Francia che Foscarini spera haver ordine di lega, ma tacesse, per far le cose con suo avantaggio; per il che anco li Francesi andavano riservati. Feci risposta che in senato era grande inclinatione ma stavano quieti per rispetto degli ecclesiastici e chi volesse veder l'effetto, bisognarebbe che altri promovesse. Insomma, Dio conduce e quello che l'istesso Sciampignì considera di divisione, non è cosa sprezzabile, se ne veggono cotidiamente li effetti e notabili e quando Foscarini sarà presente, vederà novità che non harebbe creduto; peggio di tutto è che li ecclesiastici, se ben minori in numero sono uniti e diligenti, li altri divisi e trascurati.
Delle cose del Memo e del consule francese non si è parlato qui. La confesssione di Terail e del compagno5 haverà forse attraversato qualche cosa ben principiata. Infatti, Savoia sempre è simile a sé; quell'accidente è stato di gran pericolo; non veggo dove la guerra le possi rompere, se non a questo modo con qualche surpresa, la quale dij occasione di rottura.
Le prattiche che il nuncio in Francia6 tiene in Inghilterra servono più al re di Spagna che al papa e però da quello bisogna l'aspettare esser cardinale, e non dal suo Borghese, il quale non pensa se non alle cose della sua casa Borghese.
Mocenigo7 è andato a Roma d'accordo co 'l Loredano8 di trattare dell'abbacia per suo figlio. Il disegno è che il cardinale *Borghese proponga cedere. Veggo le cose passar così innanzi che non sarà quasi possibile accettare. Temo delle corti de nostri ecclesiastici che non altro hanno fine, se non piacere al papa.
Delle cose di Germania habbiamo nove molto sinistre: in Praga sollevationi eccessive, in Austria, dove le cose erano quiete, novi moti perché le conventioni sono alterate con interpretationi sinistre. Il Illyéshazy9, che era palatino d'Ongaria, morto, rende incerto se le cose di quel regno saranno in miglioramento o peggioramento.
Quel ch'io sento con molto dispiacere è che le cose del negocio vanno molto male10 ; ogni giorno partono da Venezia mercanti accasati. Li nostri accasati in Levante tornano in maniera che fra poco, se le cose seguono, si può temere una totale annichilatione. Chi governa non ci pensa o non sa come provedere o l'intende in contrario. Non si può far altro che dolersene ma questo è un capo tanto principale ed essentiale che merita esser preposto a tutti, ma ogni cosa è in mano di Dio.
Di Venetia, li 26 maggio 1609