1609-09-29.A Castrino
Finalmente dopo tante dilationi e circuiti7, sono capitati li libri. Ho dato a legare quello del signor Bochello8 per devorarlo. Io veggo che è una raccolta così compita che vi è cibo per ogni complessione. Mi sono messo immediate sopra le arrenghe9 del signor Servino10 e la prima datami in mani (e sopra la quale sono) è quella del breviario di Angioù11 ; nella quale veggo cose che non haverei creduta, cioè l'auttorità del papa in Francia esser quanta al re piace e mi maraviglio perché non li piaccia meno. Prego Vostra Signoria che si degni di ringratiare ambidua questi signori per mio nome affettuosamente della gratia e favore fattomi in participarmi le loro degne fatiche. E quando io haverò letto parte di quelle ed habbia alcun particolare da mettere per materia della lettera, con tal occasione farò loro un altro rendimento di gratie. Alli signori Gilot e Leschassier, scrivendo per altra, faccio le debite gratie a questo per il codice magontino, a quello per la raccolta delli contratti.
Del libro del re d'Inghilterra12, io faccio il medesimo giuditio che Vostra Signoria e parmi di poter dire che sì come il letterato non maneggia armi con frutto, così io.
La canonizatione del padre Ignatio è dovere che sij procurata dal re, atteso che sarà un canonizzare la passione del regno di Navarra, difeso da quel buon padre e a favor della scommunica di Giulio II. Ma quel centauro haverebbe ben bisogno di un huomo risoluto; con diffcultà crederò che egli intenda la lettera quale insegna. Non può star amicitia dove un solo sij ingannatore, ma dove dua, che sarà non posso dire se non che in alcune lingue due negationi affirmano ed in altre negano maggiormente. E però resta vedere che lingua usino fra loro : ci vuole un grand'Edipo.
Le cose di Giugliers13 danno qualche materia di regionamento qui, ma poca per la lontananza. Il palatino di Neoburgh14 ha mandato un suo gentilhuomo a dar conto delle ragioni sue a molti prencipi d'Italia ed a questa Republica ancora. A questo negotio siamo poco attenti ma bene alli moti di Stiria e di Carinthia, che essendo alli nostri confini ci toccano da presso. La corte di Roma, se ben lontana, ci pensa più come quella che ci ha interesse maggiore.
Se nelli 17 editti regij vene sij alcuno che tocchi materia ecclesiastica, riceverò favore che Vostra Signoria me lo mandi, non prendendo incommodo per quelli che trattano materia civile.
Non ho potuto imaginarmi che materia tratti il signor Pascalio15 sotto il titolo De Cironis per l'ambiguità che porta il nome, non penetrando se lo pigli per l'antico significato o secondo il novo e tratti materia di Stato o vero di solaccio.
Non ho potuto vedere qui ancora il novo libro scritto da quel vescovo anglese16 contra il Torti, secondando il suo re. Vostra Signoria mi farà molta gratia dandomi un poco di relatione del contenuto.
Io vorrei sapere quel che il padre Cottone come buono astrologo dica delli aspetti così frequenti di … e …17 quello che ne pronostichi (se inferni o paradisi) e se nella sua astrologia mette qualche accentrico o epiciclo per dare varietà maggiore alle congiunctioni perché qui passano certi rumori che egli non sij solamente osservatore di quello che si fà in cielo, ma con le preghiere aiuti anco gli effetti.
Di Venetia, li 29 di settembre 1609.