1609-11-25.A Castrino
Al molto illustre signor colendissimo, monsignor3
Molto illustre signor colendissimo
Nel ponto che sto per serar le lettere, capitano quelle di Vostra Signoria di questo spazzo trattenute si longamente per l'eccessiva innondatione di acque in Italia. Ricevo per questo corriero lettere dalli miei signori, il signor Ghilot4 et il signor dell'Isle5, le quali leggerò ben immediate ma converrà prima ch'io chiudi il plicco et lo mandi, instando l'hora della partita dello corriero, per il che anco sarò sforzato esser breve.
Vostra Signoria ha dato fuoco alla machina ch'io haveva per mente, con dirmi ch'è necessario una ziffra. Veramente è necessario: se vi fosse tempo di doi hore, la manderei con questa; la mandarò per la seguente. Ella potrà usarla immediate recevuta, io darò principio ad usarla quando mi avvisarà che li sij capitata in mano.
Prego Vostra Signoria con affetto che facia mia scusa col signor Ghilot, se non posso risponderli, angustiato da tempo; perché desidero che quel signore sappia quel ch'è vero: ch'io facio la stima che debbo delli favori che mi fa con le sue lettere.
Delle cose di nuovo le dirò quel che ella desidera sapere delli padri giesuiti, che per fine il Bassà chiamò l'ambasciatore di Francia che li favoriva et li domandò perché erano stati scacciati di Francia, al quale rispose l'ambasciatore che per alcune dissensioni civili era successo quell'accidente ma adesso, quietate le cose, sono stati remessi, come utilissimi al regno. Soggionse il Bassà che quelli che per christiani non sono utili in qualche tempo, per mussulmani saranno innutili sempre et che, havendo bisogno de suoi religiosi, ne pigli quante centenara vuole de altro genere, ma quelli li rimandi con la buona ventura.
Del rimanente ella intenderà come è uscito un libro di Bellarminio alle oppositioni del re d'Inghilterra6, scrittura assai donzenale. Fa la scimia publicando per suo il libro scritto con nome supposito di Torto7, fugge le controversie con li scrittori della Republica veneta, è pieno di auttorità de padri che fanno così al proposito come al sproposito, parla con assai petulantia col re, né veggo che sia per servir ad altro, se non per porger materia di scrivere a qualche valent'huomo, come il vescovo cicistense, il Tortura Torti8.
Passa per Italia un avviso che l'imperatore mandi un tal Colloredo9 a pigliar il ritratto della 3a genita di Savoia10 per trattar matrimonio; cosa che servirà a lui per intorbidar la trattatione del re de Romani et al duca l'amissione de figlioli in Spagna11.
È stato recevuto qua l'ambasciator dei Stati12 nella medesma maniera che si ricevono gli ambasciatori regij; né ha havuto altro incontro, se non che monsignor di Champigni13 ricusava di visitarlo come tale, pur ci si è accomodato. Di questo un'altra volta ne scriverò a Vostra Signoria più a longo, per hora farò fine basciandoli la mano.
Di Venetia, il di 25 novembre 1609
Di Vostra Signoria illustre
Affettuosissimo servitore
F.P.