1609-12-22.A Castrino
Al molto illustre signor colendissimo, il signor2
Molto illustre signor colendissimo
Incomincierò la presente dal capo che mi par più importante et più necessario et questo è che a Roma hanno fatto una nuova prohibitione de diversi libri3, fra quali era la ▪Historia del signor Thuano. Questa prohibitione già è andata per Italia et dove la inquisitione ha assoluta potestà, si essequisse. Questo farà non solo che non se ne potranno vendere più, ma ancora che quelli che già hanno qualche esemplare, chi per superstitione, chi per timore, lo presenteranno agl'inquisitori. In questo Stato, quando la Republica recevete un indice de libri proibiti da papa Clemente VIII, fecce un concordato col pontefice che per l'avenire nel suo Dominio non potesse esser prohibito libro senza suo consenso; nelli tempi corsi dall'hora fino al presente, spesse volte la inquisitione romana ha prohibito libri et dimandato il consenso qui, quale alcune volte è stato concesso et altre negato. Per ancora non è stata fatta la domanda per quest'ultima, non so quello che sarà risposto. Credo bene che sarebbe molto a proposito se l'auttore ne facesse qualche querela col signor ambasciator *Foscarini costì, il quale per il suo debito sarebbe obligato scrivere al senato et questo sveglierebbe gl'animi, massime se fosse rapresentato con qualche particolare, degno di consideratione; li affettionati alla virtù et valore dell'auttore non mancherano di far il suo debito et forsi con la sola loro opera si supererà ogni difficultà; ma per ogni rispetto non è ben negligere mezo alcuno. Tutto sij detto a Vostra Signoria per aviso.
Vengo alla sua delli 2 decembre. La causa delle lettere non scritte secondo il muodo solito non è stata infirmità se bene son sempre poco sano4, ma un'altra che le dirò doppo havuto aviso della ricevuta della cifra5. Sento molto dispiacere dell'infirmità de monsignor dell'Isle6 et del danno che ha ricevuto, et egli et Vostra Signoria et quella regione, per l'inondatione della Loira7 ; la prudentia ricerca che s'accomodiamo alle necessità volontariamente, acciò pesino manco, et certo, come Vostra Signoria dice, l'essere educato alla patienza giova a sentir con men travaglio le avversità.
La regina col'haver partorito una femina8 ha levato cotesto regno dall'honore o dishonore d'haver un figlio di Francia cardinale. Le nozze col principe di Piemonte si tengono ancor qui per concluse ma, dovendo esser sponsali et non matrimonio, il tempo intermedio può portar diverse varietà, et si può dire conclusioni, più tosto contingenti che altrimenti9. Ma la partita del principe di Condé10 è ella cosa sprovista et nata per l'occasione scritta da Vostra Signoria o pur frutto dell'andata costà di don Pietro11 ? Le dirò questo per vero che, già circa 50 giorni, andò per tutte le gazette d'Italia che quel principe era fugito; se questi gazettanti non sono profeti o astrologi, è necessario dire che quella partita si trattasse all'hora; comonque si sij è punto molto importante et rinfresca la memoria di Carlo di Borbone. Resta dubio se questa occasione riscalderà il re et lo farà applicarsi più alle cose di Clèves12, overo se lo farà andar con maggior flemma verso li Spagnoli.
Io non dubito che li padri giesuiti non ottengano la cathedra13 ma dubito solo se sarà seminario di unione o di discordia; l'oppositione fatta al loro tentativo dal rettore et dalla Sorbona et la risolutione del Parlamento, se ben non haverano l'effetto al presente, in futuro però haverano più che la lode, sì come quella che feciero al restabilimento delli padri in Francia14, a' quali che il pontefice dia le abbacie non è maraveglia, solamente è di stupore, come non apra gl'occhi a chi tocca il loro augumento.
Intorno le cose del mondo, è stato un'ambasciator da Constantinopoli all'imperatore trattato in quella corte con ogni immaginabile barbarie, et partito senza poter vedere l'imperatore, et con termine prescritto, et tutto per machinamento del nuncio et dell'ambasciator spagnuolo per fine di far ritornar in piedi la guerra. Passa certa fama, venuta da assai buon luoco, che di Spagna mandarano il re di Fez ad habitare a Milano; il che se sarà vero, si certificheremo che li Spagnoli non sperano di far profito per suo mezo, o perché egli possi poco, o perché il re di Marocco possi troppo.
Io prego Vostra Signoria far le mie humili raccommandationi alli signori *di Thou, *Servino, *Gilot et *Bochelli, a' quali, et Vostra Signoria insieme bacio riverentemente la mano.
Ho veduto la metà del libro che ha piaciuto a Vostra Signoria mandarmi, sopra il quale non [ho15] ancora potuto metter l'occhio, essendo arrivato il corriere solamente hieri, ma la materia et l'auttore mi fanno presupporre, che sia opera molto degna, la leggerò con gusto il primo tempo che haverò, tra tanto a Vostra Signoria ne rendo molte gratie et alla persona che lo manda perché mi par vedere scritto il mio nome d'altra mano che di Vostra Signoria.
Il *Ciotti è andato a Napoli per passar anco in Sicilia, forse che in viaggio haverà scritto a Vostra Signoria di qualche luoco. [La lettera sua gliel'ho fatta capitare in un grosso piego de suoi negocij, sì che anderà sicura]16. Resto con desiderio di far cosa grata a Vostra Signoria alla quale per fine di questa bascio la mano.
Di Vinetia, li 22 decembre 1609
Di Vostra Signoria molto illustre
Affettuosissimo servitore