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1610-03-30.A Groslot

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Molto illustre signor colendissimo
Più volte mi son vergognato in me stesso, considerando che le mie lettere a Vostra Signoria sono tutte vuote, sì come per il contrario le sue a me tutte piene. Et conosco bene la molta affettione che mi porta, poiché quella agrandisce ancora li concetti bassi che io li so rapresentare.
Ma se succederà che alcuna cosa si muovi in Italia, di che sto molto in sospenso, io haverò forsi occasione di scriverli qualche cosa di momento. Senza dubio, chi vorrà attender alle gran preparationi che si vedono già incominciarsi costì et in Germania, senza dubbio sarà constretto a credere che ne debbi seguire qualche cosa molto relevante: ma spesso habbiamo visto preparationi grandi facilmente quietate. Li Spagnoli in tutti i tempi hanno mostrato esser huomini molto intendenti del governo in tanti moti circonstanti non si vedono far preparatione alcuna. Conviene ben dire una di due cose: o che essi veggono l'essito dove il tutto debbe terminare, incognito a noi, overo che la prudenza sia diventata improvvida.
Sono stati due ambasciatori spagnuoli a Turino, il Borgia et il Vives; il primiero è partito et questo resta ancora. Ha trattato il duca con ambi doi et tratta ancora con quello che resta, il quale spedisce anco spesso a Milano. È certa l'inclinatione del duca alla guerra et, per l'esperientia di tanti anni, egli sa che sperar di Spagna4. Con tutto ciò, il discorso non è sufficiente di penetrare in petti occulti; è ben necessario che all'aboccamento con monsignor *Lesdiguières si risolvi il tutto se ben la dilatione che si interpone a questo mostra o qualche gran resolutione fatta o qualche gran resolutione rimanente.
Il re mostra in tutte le sue deliberationi prudentia indicibile, ma in questa di haver dessignato monsignor di Buillon5 per la guerra di Germania la mostra maravegliosa, perché non vi è forsi altro in Francia in chi concorrano tutte le sue qualità necessarie. Ma come chi ha madama di Condé in potere, con quel mezzo non pacificherà tutte le cose ?
Nella Germania, per la dieta d'Hala6 e per quella di Magonza7 che hanno così diversi fini, è necessario che succedi qualche principio di gran conseguenza. Il pontefice mi par d'intendere che habbia risoluto li commissarij delli elettori catholici col rimettere la trattatione et resolutione al nuncio suo8 che tiene in Praga, non so se per interponer tempo overo per far che la resolutione sia presa più conforme al voler di quei principi suoi adherenti. Vi è gran dubbio da qual parte debbi restar il duca di Sassonia9, che se esso ancora si mettesse della parte di Hala, la guerra sarebbe universale di religione. Io aspetto che, se succede, debbia nelli tempi seguenti esser chiamata bellum sacrum.
In Italia, si fa come nelli giorni di Noé, né li padri giesuiti (se ben più sapienti di tutti) hanno quella consideratione che la cosa merita poiché, chi ben pensa, sarà necessario che ogn'uno sij nel ballo. Essi ancora non hanno trattato niente per ritornar in queste nostre parti, o perché non stimino o perché non habbiano li loro canoni a segno. Ma quando tra Francia e Spagna fosse qualche contentione, come si diporteranno essi ? Conservarsi in suggestione d'ambedue le corone, come dovrebbono far veri religiosi, è cosa inferiore al loro ardire: ingannare lo Spagnolo sarebbe ingannare loro medesini, resta ingannar il Francese, il che non so se sij secondo li esempi passati.
Quanto al libro ▪De modo agendi, l'autore non è quel Perchinson, scrittor di molte belle opere, ma un altro, il qual intendo che vive e serve il re nello scrivere le lettere latine.
Ho sentito molto dispiacere della morte di monsignor di *Fresnes, per la perdita che ha fatto il re di un buon servitore: non credo che in Francia sij forsi un altro che meglio intenda le cose d'Italia. Bisogna contentarsi di quello che è secondo la divina dispositione.
Io prego la Maestà divina che doni a Vostra Signoria ogni prosperità, alla quale per fine di questa bascio la mano; il che fanno insieme meco il signor *Molino ed il mio compagno [che gode grandemente di andar nello spazzo per cercar le lettere, quando è sicuro che vengono dalla sua parte, onde conviene participarli qualche nuova]10.
Di Vinezia, il 30 marzo 1610

 

 

1. Le nom et la signature du copiste, Jacques *Dupuy, apparaissent sur la page de titre du manuscrit.
2. La BnF conserve une autre copie [Italien 1440, p. 255-260] : De la bibliothèque de Mr le P. Bouhier, B44, MDCCXXI.
3. La copie ne comprend pas l'adresse.
4. Voir Notices historiques : les affaires du duc de •Savoie.
5. Voir Notices biographiques : Henri de *La Tour d'Auvergne, vicomte de Turenne et duc de Bouillon.
6. Voir Notices historiques : la ligue de •Halle.
7. Voir Notices historiques : la ligue de •Mayence.
8. Antonio Caetani (1566-1624), cardinal en 1621.
9. Voir Notices biographiques : Christian II *Wettin, électeur et comte palatin de Saxe.
10. Passage absent du ms Dupuy 766 mais présent dans les éditions de Leti, de Polidori et de Busnelli. Le style laisse la place au doute quant à son attribution à la plume de Sarpi.

Type scripteur
  • Copie

Scripteur
  • Jacques Dupuy1

Chiffrement
  • non chiffrée

Signature
  • non signée

Lieu
  • Venise

Source
  • BnF, Dupuy 766, f. 18v-19r2.

Editions précédentes
  • G. Leti, 1673, lettre XLIII, p. 235-238,

  • G. Fontanini, 1803, lettre XLIII, p. 300-302,

  • F-L. Polidori, 1863, I, lettre CXXXIII, p. 46-49,

  • M. Busnelli, 1931, I, lettre XLIII, p. 116-118.