1610-12-21.A Castrino
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Per mano del signor secretario Antelmi4, ho ricevuto quella di Vostra Signoria delli 23 novembre, con le allegate stampe e scritture. Il Tocsin5 è una bella compositione ma un poco troppo poetica; non credo che farebbe quel frutto qui appresso di noi che ha fatto l'Anticotone6 e le due remostranze, una per nome della università7 e l'altra diretta al Parlamento8 ; le quali, essendo state portate qui stampate in italiano, sono state lette con avidità, gusto e frutto. La copia del processo fatto a Ravailach ha bene alcuni punti molto considerabili e deverebbe instruire chi governa cotesto regno quanto importa che vada a torno false dottrine, ché Ravailac non sarebbe venuto a quella parricidial risolutione, se non havesse creduto -come ha detto- che il papa fosse Dio. Tengo che questa copia di processo sia vera ma con qualche opinione che vi sia qualche cosa di più che non sia publicata, perché non fosse conveniente, ma benché sia saputa da quelli a chi appartiene. Mi pare ancora che la somma sapienza delli gesuiti alcune volte prenda errore poiché, pretendendo facoltà di potere insegnare in cotesta città, non è stato opportuno col libro di Bellarmino9 publicare che sorte di dottrina insegnarebbono e mi pare che si dovevano contentare del buon mercato fattogli nella causa di Mariana10, senza aggiongere una nuova.
Qui è sparsa fama, la quale ha origine dall'eccellentissimo ambasciator Chiampignì11 che sia pronunciato arresto dal Parlamento contra il libro sudetto del cardinale12. di che sto con desiderio aspettandone la confirmatione con lettere del corriero, il quale a quest'hora non è ancora gionto. Se l'avviso sarà vero, il signor presidente di Arlay13 haverà con le sue ultime attioni corrisposto a tutte le passate e mostrato l'istesso valore nella vecchiezza che nella virilità.
Io desidero che al presidente di Thou succeda il disegno, se bene in quel particolare favorisce li gesuiti, sperando che non farà l'istesso negli altri che si trattano. Faranno questo di bene che la nobiltà, massime li grandi, saranno tutti uniti, se vi potrà nascere pericolo di novità, mentre che le città si raccorderanno l'incommodi della guerra e li commodi della pace e staranno salde.
La conservatione di Sully mi piace sommamente per gli aiuti che possono ricevere i reformati e per qualche contrapeso che potria fare a Villeroy. Se alle altre contrarietà che hanno i gesuiti s'aggiunge anco l'instanza de reformati, acciò siano scacciati, sarà facil cosa che si veda il fine dell'impresa. Senza dubbio nelle cose che passeranno bisognerà che li ugonotti siano rispettati ed essi faranno bene a non perdonare al domandare, massime che tutto quello che sarà in lor favore, sarà in servitio di Dio ed utilità del re.
Se quelli della società per Canada fossero informati del travaglio che li padri gesuiti danno a Portughesi nell'Indie orientali, non li riceverebbono mai in compagnia14. Ho veduto con gusto li capitoli, così prego Dio favorisca quella società, se sarà senza gesuiti.
Per venire alle cose nostre, Italia è piena d'allegrezza per la concordia con il re di Spagna ed il duca di Savoia, essendosi già fermata ogni provisione di guerra e dovendosi fra pochi giorni disarmare una parte e l'altra; il che piaccia a Dio che sia a sua gloria. Ma di Germania non habbiamo nuove di quiete15, perché l'imperatore, pieno di sospetto, non vuole disarmare le sue genti di possa e Leopoldo16 inquieta quanto può per acquistare qualche cosa di quello che non ha potuto mantenere. Il duca di Sassonia17 ha havuto promessa dalli suoi sudditi di un millione di fiorini e consulta con quelli del suo sangue quello che debba fare. La differenza tra li palatini per l'amministratione dell'elettorato, se ben non pare che vogli partorir guerra, almeno impedirà concordia. Già Neuburgh18 ha mandato in stampa un giusto volume delle sue ragioni, per il che si può dubitare che la lega di Halla19 possi svanire, essendo senza capo e con membra divise. Il papa ha pagati 24 mila fiorini alla lega cattolica20 e sta con dispiacere che non disarmino, così per il desiderio che ha di pace e che qualche scintilla di quell'incendio non saltasse in Italia, come anco per timore non essere importunato per contribuire maggior somma.
Scrissi a Vostra Signoria, per lo spazzo passato, la morte repentina successa in Roma del già archidiacono di Venetia21 ; allo scritto aggiongo che quel giorno delli 25 fu invitato a desinare da Marc'Antonio Tani, cameriero intimo del pontefice, co 'l quale anco desinò molto allegramente e la notte seguente successe la sua morte in poche hore, havendo egli evacuato circa quaranta volte li humori, il sangue e l'anima22.
Io credo che all'arrivo di questa il signor ambasciator Foscarini sarà su la partita, onde sarà necessario di trovar qualche via di continuare la nostra communicatione. Io me n'ingegnarò, non so se mi riescirà il desiderio per lo primo spaccio e quando no, sarò costretto intermettere sin tanto che trova via sicura; di che prego Vostra Signoria far consapevole il signor *Leschassier al quale faccio devota riverenza. La prego anco far le mie humili raccomandationi alli signori Servino23 e Bocchiello24 ed altri miei padroni; che sarà il fine di questa, la quale tarderò a mandare sino all'ultima hora, aspettando se giungesse il corriero con le sue per darli almeno conto della ricevuta.
Prego dio, Nostro Signore, che li doni ogni prosperità e le bacio la mano.
Di Venetia, li 21 di dicembre 1610
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