1615-01-03.A Contarini S
All'illustrissimo et eccellentissimo signor colendissimo.
Il signor ambasciator veneto appresso la Santità del sommo pontefice.
Roma1
Illustrissimo et eccellentissimo Signor colendissimo
Oltre la instruttione che Vostra Eccellenza haverà nel negotio piena, che risolve el quod totum dicit, et Avignone2, in maniera che tengo resterà sodisfatta, m'occorre anco dirli 2 cose, che non potevano entrar commodamente in quelle considerationi. L'una che nelle guerre del 1509 essendo restata Acquilegia (che è il 3° luoco oltre San Daniele et San Vito) in mano di Austriaci quanto alla sopranità, ma per la giurisdittione inferiore sotto el patriarca3, li ministri imperiali si assonsero tante reservationi, che al patriarca non lasciavano quasi niente, onde nella pace di Bologna 1529 essendo posto un capitolo che dalla parte di Ferdinando, re de Romani, et della Republica fossero otto arbitri che conoscessero dei confini, il cardinale Grimani, patriarca, operò col papa, che s'aggiongiesse una clausola, cioè che li stessi arbitri vedessero anco le raggioni patriarcali in Aquilegia. Seguì il giudicio del 1535 in Trento, dove fu sententiato che la giurisdittione di Aquilegia fosse del patriarca, et al re de' Romani restasse sopra quella città solo tanta autorità, quanta la Republica di Vinetia ha nelle terre patriarcali; siché fu riconosciuto che alla Republica resta autorità etc, et quella fu adiudicata al re de' Romani sopra la parte sua. Ma con tutto ciò, 6 anni doppo, li Austriaci scaciarono il patriarca fuori di Aquilegia, pretendendo haver certo sospetto di lui per la presa di Marano, che seguì4. Qui Vostra Eccellenza con la solita sua prudenza et desterità haverà gran campo di dire, che si vogli tuor alla Re Publica quel che è chiaramente suo etc, et non si parli che al patriarca è usurpata una città etc, che a questo converrebbe attendere et metter spirito etc.
L'altro particolare è che il Carga in collegio più volte in voce et anco in scrittura ha esposto che la vita sua era in pericolo per il ricorso che egli fece al principe5, avisando etc, come nella scrittura, et ricercando la publica protettione. Consideri Vostra Eccellenza se si può con dignità dissimulare et tralasciar questo caso. L'interfettor è stato Cechino Caporiaco, suddito et feudatario del principe, huomo scelerato, che hà commesso in Friul 6 homicidij, et innumerabili sforzi, et altre violenze, et tra quelli che ha ucciso, uno è stato Zuan Nani, gioveneto de 18 anni, come ella sa, che egli trucidò con 27 ferite. Questo ha ucciso il Carga, che non haveva alcun sospetto di lui, et senza nissuna precedente causa6. Tutto el Friuli dice con aperte parole di dove venga, et credo che alla Santità Sua non piacerà intendere, che sia mantenuto un scelerato di quella sorte da chi professa vita ecclesiastica. Tutto sta qui. Viviamo come conviene alla nostra professione che saremo rispettati, che è impossibile portar l'archibuggio, et cuoprirlo col breviario.
Ho portato a Vostra Eccellenza (come mi par di vederla) assai noia: farò fine, perché del rimanente sarà benissimo informata. Sento dispiacere che oltre il peso publico, che la debbe occupar tutta, ella sia anco afflitta dalli domestici, et prego Dio che li presti li suoi favori. Di nuovo è gionto alla Haga el conte Giovanni di *Nassau, mandato dal duca di Savoia, ma non si ha nova, che cosa porti la sua credenza7. Li Spagnoli hanno fatto un partito di 4 millioni con Genoesi, da pagar per 10 mesi 130 mila ducati al mese in Fiandra, et 80 mila a Milano, el rimanente per spese della corte, et per condur la regina in Francia8 : così il contrato parla.
Li principi tedeschi della Lega di Hall9 faranno dieta questo mese in Norimberg, haveremo tre mesi di trattatione, et poi Dio ce la mandi buona; el qual prego che doni a Vostra Eccellenza ogni prosperità et li bascio la mano.
Di Vinetia, il 3 genaro 1615
Di Vostra Eccellenza illustrissima
Devotissimo et obbligatissimo servitore
Fra Paulo di Venetia