1619-10-31.DE Vendramino
Al molto reverendo padre
il padre maestro Paulo
theologo della Signoria
Reverendissimo signor, padre mio colendissimo
Non ho havuto lettere di Vostra Signoria Reverendissima la posta passata et mi è parso molto strano; non mi vi doveva ella usare, perché troppo sono da stimare li suoi favori. Ho avuto il sindicato1, cioè la minuta di esso; né so se haverò errato a darglielo da vedere; tuttavia considerando che conveniva mostrarglielo poi, mi sono risoluto di darlo adesso per vedere il fine a questi dubij che ci andavano per mente; ci hanno trovato l'intoppo: ma come ella vederà dalle publiche, non le è bastato l'animo di saltarlo: io non credo, che faranno di meno di mettere anco nel loro, quello che contiene il nostro, dovendo mostrarlo, et a mio vedere, il punto potrebbe forse battere sull'ordine delle trattationi, ciò è di trattar per quella delle acque, per tralasciar poi, con qualche stratagema, quell'altra del Matazzo2, tuttavia dicono di no, et l'apparenza è bastevole.
Il Cattaneo3 è sagace, et il nostro è puntuale, vederemo chi saprà sostentar meglio la sua natura. Vostra Signoria Reverendissima non si scordi di raccordar il modo, che le accennai, perché quello senz'altro ci dà vinta la causa, et so quello che dico. Chi non dà, non riceve, né qui si accostuma altro, ma mi favorisca anco di dire, che se io havessi di dare, vorrei sapere tutto quello si fa qui, et si consiglia, se Vostra Signoria reverendissima stima ciò profitevole al servitio della Republica, et se può evitar che si faccia, mi favorisca singolarmente, et per non dar occasione, che se ne possa parlare, basteria dir nella parte, che si dia tanto al Vendramino a Milano4, per spendere in servitio publico, dovendo anco render conto. La Signoria Vostra Reverendissima sapendo quello che fa Iosanna, si stupirebbe ma è anco ben avvisato; se mi aviserà, le resterò obligatissimo: se bene ciò non è per mio utile, ma per servitio publico.
Le raccordo di favorirmi anco di qualche avviso buono, et stanco hormai di stancarla, le faccio humilissima riverenza.
Di Milano alli 31 di ottobre 1619
Di Vostra Signoria Reverendissima
Humilissimo servitore
Giacomo Vendramino